Vaticano, in 50mila a San Pietro ma la prima fumata sul nuovo Papa è nera
- Postato il 8 maggio 2025
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Il Quotidiano del Sud
Vaticano, in 50mila a San Pietro ma la prima fumata sul nuovo Papa è nera
Cresce l’attesa per l’elezione del nuovo Papa, dopo l’extra homnes oltre 3 ore di confronto in conclave ma la prima fumata è nera
Fumata nera! Per conoscere il prossimo Pontefice bisognerà attendere almeno la giornata di oggi. Non poteva essere diversamente nella prima votazione in Cappella Sistina dei 133 cardinali elettori. Forse proprio questo numero senza precedenti di elettori, rispetto ai 120 previsti, ha causato un ritardo eccessivo. La fumata prevista alle 19 è avvenuta solo alle ore 21. Solo anticamente è successo che il Pontefice sia stato eletto nel primo scrutinio. Per conoscere il nome del nuovo Papa bisognerà attendere almeno la giornata odierna in cui si svolgeranno altri quattro scrutini. Alle ore 12 o alle 19 potrebbe esserci la notizia dell’elezione del Papa, annunciata dalla fumata bianca e confermata dal suono delle campane della Basilica di San Pietro.
E ieri nella Piazza si respirava comunque un clima da grade evento. La folla di fedeli già dalle prime ore del pomeriggio ha cominciato ad affluire, con lo sguardo ai maxischermi per assistere alle celebrazioni che hanno preceduto l’extra omnes, fuori tutti. Già molto prima della fumata la piazza era piena di gente che, intorno alle 18.30, ha cominciato a guardare con insistenza al comignolo della Cappella Sistina, sulla destra della basilica petrina, al quale per tutta l’attesa ha fatto compagnia uno di quei gabbiani che da anni affollano le nostre città. Una situazione eccezionale per essere il primo giorno del conclave, a significare che c’è un grande desiderio di conoscere e applaudire il nuovo Papa, per colmare con la gioia la perdita dolorosa di Papa Francesco. Circa 40 mila le persone che hanno atteso la fumata. Che Pontefice attende la gente.
IN MIGLIAIA LE PERSONE IN PIAZZA IN ATTESA DI UNA FUMATA BIANCA PER IL NUOVO PAPA
Sono tante le emozioni delle persone: chi vuole un altro Francesco e spera nell’elezione di Parolin o di Zuppi, chi invece vuole un Papa diverso che ponga al centro del Pontificato l’unità dei cattolici, che sia attento alla tradizione e anche al nuovo, chi invece spera nel ritorno di un italiano al soglio di Pietro. La piazza San Pietro così affollata per contrasto ha fatto ripensare alla piazza completamente vuota in una serata di pioggia, quando Papa Francesco da solo pregò per la fine della pandemia di Covid. Due aspetti ambedue intensi e significativi dell’essere cattolici oggi, dove l’emozione si mescola con la razionalità. Il nero del fumo, uscito dal tetto della Cappella Sistina, è stato accolto con un brusio di delusione, ma la speranza di conoscere presto il vescovo di Roma rimane viva ed è rimandata solo di poche ore.
È anche possibile, ma questo non si può sapere a ragione della segretezza delle procedure elettorali, che i conclavisti abbiano deciso di non votare nella prima giornata, rinviando tutto alla successiva e la fumata nera abbia significato comunque il nulla di fatto. Questa possibilità è prevista dalla Costituzione apostolica “Universi dominici gregis” che regola l’elezione del Papa. Domani si replica con romani, stranieri e turisti che giungeranno in Vaticano sin dalle prime ore per assistere alla nuova fumata. La presenza di una folla così imponente è tutelata dalla capillare presenza delle forze dell’ordine e dai volontari del servizio d’ordine che regolano l’accesso nella Piazza San Pietro, attraverso i varchi attivati.
I TRE CANDIDATI ITALIANI IN CORSA
L’attesa del Papa è stata seguita intensamente in tre luoghi italiani. Nella cittadina veneta di Schiavon, paese natale di Pietro Parolin, tutti sono stati per ore davanti al televisore. Lo stesso è avvenuto a Cologno al Serio, in provincia di Bergamo, luogo di nascita del cardinale Pierbattista Pizzaballa, dove una piccola folla di amici è stata vicina alla mamma novantenne del Patriarca di Gerusalemme dei Latini. Emozioni anche nella capitale per il romano Matteo Zuppi e a Bologna, la cui diocesi è guidata dal cardinale. Ma è possibile immaginare che tutto il mondo abbia seguito questa prima giornata di conclave, grazie alle cronache fornite da quattromila giornalisti accreditati. Le televisioni di tutto il mondo affollano i tetti intorno al Vaticano con le telecamere puntate sul comignolo della Sistina.
Ci sono tutti gli ingredienti e le sensazioni di assistere ad un evento storico, che rimarrà nella memoria di tutti, così come nei più gradi di età si ricordano ancora le elezioni di Giovanni XXIII, di Paolo VI e dei due Giovanni Paolo. La macchina per la scelta del nuovo Papa, dunque, è partita. Il conclave più globalizzato e internazionale di sempre è in pieno svolgimento. Si tratta di un vero e proprio meccanismo collaudato nei secoli con cui si sceglie la guida della Chiesa universale. Il pomeriggio di ieri si è aperto nella Cappella Paolina, dove i porporati elettori si sono raccolti in preghiera. Poi, in processione accompagnati dal canto delle litanie, si sono trasferiti nella Cappella Sistina, accolti dalla severa magnificenza del Giudizio universale di Michelangelo, quasi un monito ai cardinali a meditare sull’importanza del loro ruolo.
LE CURIOSITÀ SULL’ELEZIONE DEL PAPA
Una curiosità riguarda l’ordine di entrata in Sistina, in ordine di anzianità crescente: prima sono entrati i cardinali dell’ordine dei diaconi, poi quelli dell’ordine dei presbiteri, infine i porporati dell’ordine dei vescovi. Dal più giovane per creazione, l’indiano Koovakad, al cardinale vescovo più grande per creazione, l’italiano Parolin. Per il giuramento si è seguito l’ordine inverso. Dentro la Sistina i porporati hanno preso posto nelle postazioni su ognuna delle quali hanno trovato dei fogli, una penna, una copia dell’ “Universi dominici gregis”, la Costituzione apostolica che regola il conclave, e soprattutto tre schede elettorali prestampate, su cui gli elettori devono obbligatoriamente esprimere un nome. Non è ammessa la scheda bianca.
Prima ancora il giuramento, in formula più ampia pronunciata dal cardinale Parolin e poi di ognuno dei 133 elettori con la seguente formula: “io prometto, giuro e prometto fedeltà. Così Dio aiuti me e questi Santi Vangeli di Dio, che tocco con mano”. Prima di votare i cardinali hanno ascoltato la predicazione di padre Raniero Cantalamessa. Tutto rinviato a domani, giorno in cui la procedura si ripeterà, ma in modo più agile. Saranno quattro le votazioni, due al mattino e due al pomeriggio. Previste due fumate, una dopo le ore 12, l’altra dopo le 19. Solo nel caso in cui il Papa risulti eletto nel primo e nel terzo scrutinio la fumata avverrebbe prima dell’orario indicato.
Il Quotidiano del Sud.
Vaticano, in 50mila a San Pietro ma la prima fumata sul nuovo Papa è nera