Vel-Eni in Provincia: Chiuse le indagini per Valluzzi e altri 12

  • Postato il 11 ottobre 2025
  • Notizie
  • Di Quotidiano del Sud
  • 2 Visualizzazioni

Il Quotidiano del Sud
Vel-Eni in Provincia: Chiuse le indagini per Valluzzi e altri 12

Tutto è partito da una multa da 700mila euro all’Arpab per mancate comunicazioni: Chiuse a Potenza le indagini su Valluzzi e 12 indagati per concussione e corruzione.


POTENZA – Concussione, corruzione e omissione d’atti d’ufficio. Sono queste le accuse, pesantissime, su cui nei giorni scorsi la procura di Potenza ha chiuso le indagini nei confronti dell’ex presidente della Provincia di Potenza, Nicola Valluzzi, e altre 12 persone. Inclusi: il suo successore, Rocco Guarino; il direttore generale delle Ferrovia Appulo Lucane Matteo Colamussi; l’ex Soprintendente e segretario regionale Basilicata del Ministero della cultura, Francesco Canestrini; l’ex sindaco di Pietragalla e attuale dirigente dell’ufficio Ambiente della Provincia, Nicola Sabina; e l’ex direttore generale dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, Edmondo Iannicelli. L’inchiesta è arrivata a definizione 5 anni dopo la denuncia da cui tutto è partito.

LA CONCUSSIONE: MAXI-MULTA ARPAB DA 700MILA EURO DA ARCHIVIARE

Era il 2020, infatti, quando l’ex dirigente dell’ufficio Ambiente della Provincia, Alessandro Attolico, ha raccontato di essere stato rimosso dall’incarico, due anni prima, per non essersi piegato alle ingerenze di Valluzzi. «Pressioni» e «minacce», si legge nel capo d’imputazione per una prima ipotesi di concussione, sollecitate dall’ex dg dell’Arpab Iannicelli, perché archiviasse una maxi-multa da 700mila euro inflitta proprio all’Agenzia regionale dell’ambiente. Per ritardi nelle comunicazioni sulla presenza di idrocarburi oltre i limiti consentiti nelle acque affiorate a contrada La Rossa, nel comune di Montemurro. Affioramenti che sono stati oggetto per anni di un acceso dibattito sulla possibile correlazione tra la loro contaminazione e le attività effettuate da Eni poco distante. In particolare la reiniezione nel sottosuolo delle acque separate dal greggio estratto dai pozzi sparsi in Val d’Agri.

LO SCAMBIO DI FAVORI PER LA CORRUZIONE: LA NOMINA ALL’UFFICIO AMBIENTE

Una seconda imputazione, per corruzione, ha preso di mira il presunto scambio di utilità tra lo stesso Valluzzi il dirigente succeduto ad Attolico all’ufficio Ambiente, Domenico Antonio Santoro. Laddove la nomina rappresenterebbe una ricompensa proprio per l’archiviazione della multa all’Arpab. In un terzo capo d’imputazione, invece, si ipotizza che anche la nomina del successore di Santoro, Sabina, sarebbe stato il frutto di corruttele. Ovvero dello scambio di utilità tra Valluzzi e Sabina, che sarebbe stato ricompensato con l’incarico e l’assunzione come dirigente della Provincia, da semplice funzionario regionale in prestito all’avvocatura provinciale quale era, per essersi espresso a favore dell’archiviazione della multa all’Arpab. Una ricompensa ottenuta 4 anni dopo grazie all’«intervento» del non più presidente della Provincia Valluzzi nei confronti dell’assessore regionale Franco Cupparo (non indagato, ndr), «per questioni non meglio precisate», e dell’allora presidente della Provincia Guarino.

INDAGINI SU VALLUZZI E L’OMISSIONE D’ATTI D’UFFICIO: LA POSITIVITÀ COVID DELLA COGNATA DELLA VICESINDACA

Valluzzi e l’ex vicesindaca di Castelmezzano, Maria Santoro, sono accusati di omissione d’atti ufficio in concorso con un medico di medicina generale, Stefano Lovallo, perché a novembre 2020, durante la seconda ondata della pandemia da covid 19, avrebbero omesso di segnalare la positività della cognata della vicesindaca. Altri due capi d’imputazione corruzione, infine, hanno preso di mira presunti scambi di favori tra Valluzzi e il direttore di Fal, Colamussi, e tra Valluzzi e Giuseppe Cristiani, referente della Stefano Ricci spa, che a Castelmezzano ha uno stabilimento che produce cravatte artigianali. Nel primo caso il sindaco, che all’epoca era anche a capo della segreteria dell’ex sottosegretario ai Trasporti Salvatore Margiotta (Pd), avrebbe propiziato la concessione a Fal dell’autorizzazione per un trasporto eccezionale.

Oltre a intercedere con Margiotta e il commissario della Comunità montana Alto Basento, sempre in favore di Fal. Il tutto in cambio del via libera di Colamussi e di uno dei suoi collaboratori, Vito Filippetti, alla realizzazione di un immobile in via Siena, a Potenza, da parte della ditta di Giuseppe Donato Turlione. Poco lontano dai binari.

CORRUZIONE E STEFANO RICCI: CELLE, CRAVATTE E L’AFFITTO DELLA “CASA DI GIULIETTA”

Nel secondo caso, invece, a Valuzzi viene contestato di aver favorito il rilascio dalla Soprintendenza di Canestrini del permesso per ampliare lo stabilimento di Stefano Ricci spa in concorso con l’ex segretario generale del Comune Giuseppe Romano. Il tutto in cambio della possibilità di un’esperienza professionale in una «nota casa di moda» per la figlia di Romano, di «sette cravatte da utilizzare come doni natalizi», e dell’«utilizzo della struttura ricettizia “La casa di Giulietta” di proprietà dello stesso Valluzzi da parte dei dipendenti della società (…) per spese quantificate in 9.095 euro». Nei prossimi giorni gli indagati potranno chiedere di essere interrogati, o depositare memorie difensive. Poi il pm dovrà decidere se procedere con una richiesta di rinvio a giudizio, o archiviare, in tutto o in parte, le accuse.

Il Quotidiano del Sud.
Vel-Eni in Provincia: Chiuse le indagini per Valluzzi e altri 12

Autore
Quotidiano del Sud

Potrebbero anche piacerti