“Venezia non è in vendita”: la protesta dei movimenti contro le nozze di Bezos. Brugnaro: “Squadristi, ci scusiamo”

  • Postato il 14 giugno 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Impediremo fisicamente quelle nozze”. Prima il Mose, poi le Grandi Navi, quindi il ticket di ingresso e la cronica mancanza di case in una città che si svuota. E adesso Jeff Bezos, uno degli uomini più ricchi del mondo, che vuole affittare Venezia per qualche giorno, così da celebrarvi il suo dispendiosissimo matrimonio, trasformandolo in un set a disposizione del jet set internazionale. I movimenti che manifestano contro il saccheggio della Serenissima rialzano la testa e annunciano battaglia contro l’arrivo del magnate e della sua futura sposa, la giornalista texana Lauren Sánchez.

La contestazione: “No space for Bezos” Hanno cominciato giovedì mattina, salendo sul campanile della Basilica di San Giorgio, che si trova sull’isola omonima di fronte a San Marco, dove hanno issato uno striscione con la scritta “Bezos” coperta da una “X” rossa (video). Hanno acceso alcuni fumogeni per attirare l’attenzione e hanno diffuso i video che ritraevano la preparazione. Gli attivisti si sono già dati un nome: “No space for Bezos”. Hanno affisso manifesti per Venezia, con l’immagine del magnate che ha gli occhi coperti da una striscia rossa, dando appuntamento per le 18 del 13 giugno, in Pescheria a Rialto, dove si terrà un’assemblea che programma iniziative di disturbo, di contestazione, di protesta contro il proprietario di Amazon, che dovrebbe convolare tra il 24 e il 26 giugno.

A questo punto sono scesi in campo sia il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro che il governatore Luca Zaia, difendendo il diritto di Bezos a “occupare” Venezia in nome dell’immagine, della pubblicità e dell’ospitalità della città che vive sull’acqua e che vive di turismo. Si scontrano due visioni contrapposte, come spesso è accaduto in un passato recente, sui temi della salvaguardia e dell’accesso in laguna delle navi da crociera con migliaia di passeggeri.

Residenti contro il sindaco Brugnaro “Venezia non è in vendita non è in affitto, non è il fondale per le nozze di uno degli uomini più ricchi del mondo”, scrivono gli attivisti di “No space for Bezos” in un comunicato. “A questo invece vorrebbe ridurla Jeff Bezos, con il benestare e il totale appoggio e supporto della nostra amministrazione corrotta. Mentre Brugnaro regala la città alla logica del grande evento, al turismo sfrenato e alla corruzione, la città si spopola, le case rimangono chiuse e abbandonate, i servizi sono sempre più risicati e il lavoro diventa sinonimo di precariato”. Il matrimonio del magnate, dunque, diventa l’occasione per rilanciare le battaglie storiche di una parte dei cittadini veneziani. “Faremo una grande manifestazione comune, ma anche tante piccole iniziative di protesta, dove ogni forma di attivazione è benvenuta. Se a Venezia fai fatica a trovare un’abitazione, un lavoro con una retribuzione adeguata, spazi per studiare e socializzare, se tutte le risorse vengono drenate a favore del profitto di pochi anche al costo di uccidere l’ecosistema lagunare… la colpa non è delle stelle, ma della precisa volontà politica di un’amministrazione che preferisce ingraziarsi un miliardario che prendersi cura della città e dei suoi abitanti.”.

La risposta del primo cittadino: “Contestatori squadristi e violenti” – Chi l’ha presa piuttosto male è il sindaco Luigi Brugnaro, che reagisce con grande durezza. “Con Jeff Bezos bisognerà scusarsi e spero che venga ancora. Intanto iniziamo a dire che rischiamo che non venga. Hanno messo un cartello contro Bezos sul Campanile di San Giorgio. Fanno quello che vogliono, sono impuniti. Sono in venti, in cinquanta? Faranno la manifestazione per dirmi che sono in cinquecento”, attacca il primo cittadino. “Questo è il partito della conservazione, del “non si tocca niente“. Si fanno manifestazioni contro uno che viene a sposarsi a Venezia, con tutti quelli che sono venuti! È incredibile, non è possibile! Io dico ai cittadini che a Venezia abbiamo fatto e vinto una battaglia epocale, perché questa gente l’abbiamo ridotta in minoranza”. È il solito Brugnaro pronto ad attaccare, prendendosela con i suoi avversari. “Se Bezos non viene andate a suonare ai centri sociali e al Pd. Agli elettori del Pd dico: sappiate che a Venezia siamo in mano a una deriva assurda. Questa è violenza. È squadrismo questo e la gente ha paura perché ti aggrediscono, mettono le foto sui giornali, sugli alberi. È squadrismo, è violenza”.

Zaia: “Lo aspettiamo a braccia aperte” – Ha detto la sua anche Luca Zaia, insolitamente severo: “Protestare contro chi ci porta ricchezza è un’assoluta vergogna. Penso che Bezos abbia contezza di quello che sta succedendo e quindi voglio sappia che lo aspettiamo a braccia aperte, con tutti i ringraziamenti perché ci sta portando una visibilità unica. Il tema è che un bicchiere che cade a Venezia, è una bomba a livello internazionale. Quale immagine stiamo dando all’estero? Che non vogliamo i ricchi che vengono qui a sposarsi, né i turisti che visitano le nostre bellezze? Ma allora di cosa deve vivere Venezia? Venezia è una città patrimonio dell’umanità, non è solo nostra”.

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Il Fatto Quotidiano

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