Venezuela nel mirino di Trump
- Postato il 13 novembre 2025
- Di Panorama
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Più che preoccupazione, la presenza nel Mare dei Caraibi del gruppo d’attacco della portaerei statunitense Gerard Ford sta generando scetticismo. Da una parte la Marina Usa ha più volte mostrato di aver condotto attacchi mortali contro imbarcazioni riconosciute come flotta dei narcotrafficanti effettuando almeno 19 attacchi e uccidendo almeno 76 persone; dall’altra, a Caracas si ritiene che gli Stati Uniti stiano davvero cercando di forzare un cambio di regime. Inoltre, il gruppo d’attacco inviato si unisce alle forze militari già dispiegate nella regione, tra cui migliaia di soldati, un sottomarino a propulsione nucleare e alcuni aerei militari schierati a Porto Rico. E questo costituisce la più grande presenza statunitense schierata in America Latina e nei suoi dintorni da decenni.
La strategia di Trump
Su tutto, alcuni funzionari statunitensi a titolo personale hanno ammesso che la loro strategia mira a mettere in difficoltà se non a rimuovere il presidente Nicolás Maduro. Non si può quindi nascondere il sentimento dei cittadini venezuelani, in parte convinti che gli Stati Uniti non dovrebbero interferire in questo modo anche perché ritengono che la loro nazione non sia certo guerrafondaia.
Quanto alle operazioni del Gruppo navale, è da tempo in corso una fitta raccolta di informazioni riguardanti siti nei quali si produce cocaina e rotte lungo le quali la si trasporta. E il mandato è chiaro: in un’intervista alla Cbs il presidente Donald Trump ha affermato: “Ogni singola imbarcazione abbattuta avrebbe ucciso 25.000 persone per droga e distrutto intere famiglie in tutto il nostro Paese”. Ma al contempo, l’amministrazione Trump ha anche dichiarato al Congresso che al momento non esiste una giustificazione legale che possa giustificare attacchi in territorio venezuelano.
La situazione in Venezuela
Intanto, in Venezuela, le emittenti televisive seguono la questione da vicino e il governo di Maduro vigila attentamente ciò che viene detto sui media e lanciando avvertimenti quando la narrazione si discosta dalla linea ufficiale. Questo perché esiste anche una parte della società aperta all’intervento militare statunitense, sperando che tale evento possa cambiare un paese che sta attraversando difficoltà economiche e umanitarie. Intanto il Venezuela ha dichiarato di aver avviato una “mobilitazione di massa” di personale militare, armi ed equipaggiamenti in risposta a quanto fatto da Trump.
La «carta d’identità» della portaerei
Sul piano militare gli Usa non hanno alcuna necessità di rischiare uomini sul territorio venezuelano: fa parte dello “Uss Gerald R. Ford Carrier Strike Group” anche la nave comando integrata per la difesa aerea e missilistica Uss Winston S. Churchill e sarebbero sufficienti alcuni missili da crociera per radere al suolo strutture e installazioni.
Quanto alla Uss Gerald R. Ford (CVN78), essa è la portaerei più grande e avanzata esistente, ha un dislocamento di 103.000 tonnellate per una lunghezza di 334 metri e ospita oltre 4.000 militari. Sul piano tattico può lanciare gli aeromobili in volo con una rapidità per ora senza uguali grazie a catapulte elettromagnetiche (non c’è ancora certezza quanto alle prestazioni della Tipo 3 cinese). Ma in quel teatro e contro un possibile nemico come i narcos, l’attività è concentrata sulle analisi del territorio, sugli spostamenti di uomini e mezzi e il mantenimento della sicurezza a protezione delle stesse forze.
Le prospettive belliche
A parte le operazioni aeree, è presumibile che un eventuale attacco venga condotto dal cacciatorpediniere lanciamissili classe Arleigh Burke Uss Bainbridge, mentre la protezione dello schieramento è garantita dalla Uss Mahan e dalla nave comando di difesa aerea e missilistica Uss Winston S. Churchill. Intanto il portavoce del Pentagono, Sean Parnell, ha dichiarato: “Questa operazione rafforzerà la capacità degli Stati Uniti di individuare, monitorare e contrastare attori e attività illecite che compromettono la sicurezza e la prosperità della Nazione e contribuirà a stroncare il traffico di stupefacenti e i gruppi criminali nella regione.”