Venti di guerra in Europa e tensione con la Russia: le azioni di Leonardo volano in borsa

  • Postato il 11 settembre 2025
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leonardo sede genova

Genova. Mentre la diplomazia europea registra un continuo sovrapporsi di eventi e mutamenti, poche di fatto sono le certezze per il futuro del Vecchio Continente. Tra queste, la solida prospettiva dell’industria bellica, lanciata dalle rinnovate politiche di riarmo. Esempio su tutti è l’italiana Leonardo: mentre sui giornali veniva evocata la guerra mondiale, a Piazza Affari le sue azioni brillavano, superando quota 49,2 euro. Nell’arco di soli due giorni, il titolo ha visto un’accelerazione significativa, confermando un trend di crescita che lo ha portato a guadagnare il 6,8% in poche ore.

L’apprezzamento di Leonardo non è un fenomeno isolato a questi giorni. Dall’inizio della guerra in Ucraina, il valore delle azioni dell’azienda è aumentato di oltre il 40%, riflettendo il crescente ruolo strategico che le società del comparto difesa stanno acquisendo in uno scenario globale in rapido cambiamento

L’incidente in Polonia e il ruolo di Leonardo

Nella notte tra il 9 e il 10 settembre, diversi droni russi sono penetrati nello spazio aereo polacco durante un attacco massiccio all’Ucraina. La risposta di Varsavia è stata immediata: massima allerta per le difese aeree e intervento diretto dell’esercito. Secondo fonti NATO, all’operazione hanno partecipato anche aerei polacchi F-16, olandesi F-35 e mezzi italiani AWACS.

Sebbene l’incidente non sia stato classificato come un attacco deliberato, la tensione è salita alle stelle, con più o meno razionalità da parte di commentatori e analisti. In questo contesto di crescente insicurezza – indotta o autoindotta che sia – il mercato ha riconosciuto il ruolo cruciale di Leonardo S.p.A., azienda a controllo pubblico che opera nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza, il cui maggiore azionista è il Ministero dell’Economia e delle Finanze italiano con circa il 30% delle quote.

L’Europa prepara i miliardi per la difesa

Contemporaneamente all’escalation, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha ribadito al Parlamento Europeo la centralità della spesa per la difesa nell’agenda dell’Unione Europea. Parole che hanno mosso la borsa, trovando pronti gli investitori che nel comparto bellico stanno trovando “rifugio” o prospettive di speculazione senza rischi.

Ad rafforzare l’appetibilità di Leonardo, la sua leadership tecnologica, che proprio a Genova ha trovato casa con la costruzione del Polo di competenza nazionale per la digitalizzazione industriale, una struttura all’avanguardia che sviluppa soluzioni in aree strategiche come High Performance Computing, cloud, big data, intelligenza artificiale, cyber security, cyber resilienza, urgent computing e robotica.

E sono in molti a chiedersi se in questo contesto di guerra futura o futuribile la nostra città potrebbe diventare bersaglio. La risposta pare ovvia, visto le tante industrie e gli snodi logistici che ospita, spesso a due passi dalle case di migliaia di genovesi, come proprio la sede di Leonardo a Sestri Ponente. E mentre in tantissimi giustamente protestano contro la le barbarie nella Striscia di Gaza, la guerra di fatto, mostra le sue radici, floride, anche nella nostra città. Insomma, la speranza è che questi venti di guerra rimangano degli spifferi e che la sbornia di miliardi vorticosamente paventata in queste ore non faccia girare troppo la testa a chi oggi può decidere il destino di milioni di persone. Senza possibilità di tornare indietro.

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Autore
Genova24

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