Verdea, il “prosecco milanese” dimenticato. Amato da Galileo oggi rivive a pochi chilometri da Milano

  • Postato il 8 ottobre 2025
  • Di Panorama
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A San Colombano al Lambro, a pochi chilometri da Milano, è coltivata la Verdea, uno dei più antichi vitigni presenti in Lombardia. Questa uva poco conosciuta produce un vino bianco fresco e leggero, perfetto per chi ama i sapori autentici del territorio. Un gusto semplice ma elegante.

Le cantine che valorizzano la Verdea di San Colombano, conosciuta anche con il nome di Colombana bianca, sono poche. Tra queste spicca Nettare dei Santi, storica azienda vitivinicola fondata negli anni Quaranta da Franco Riccardi. Quest’anno, durante i weekend autunnali di settembre, il cortile dell’azienda si è popolato di famiglie. Genitori e figli hanno contribuito alla vendemmia e alla pigiatura tradizionali.

Oggi, sotto la guida di Gian Enrico Riccardi, nipote del fondatore, la cantina ha scelto di puntare sulla qualità e non sulla quantità. Questo significa metodo classico per il top di gamma e un’intera linea dedicata alla Verdea. Un giusto tributo a un vino bianco troppo a lungo dimenticato.

Perché è semisconosciuta?

Nonostante la sua storia antica, infatti, la Verdea di San Colombano resta un vitigno poco conosciuto. Il motivo principale è legato al disciplinare della DOC San Colombano, che non riconosce la Verdea in purezza ma solo se accompagnata da Chardonnay e Pinot Nero. Questo obbliga molte cantine a uscire dal disciplinare, relegando la dicitura “Verdea” a un ruolo marginale in etichetta. Una barriera normativa che limita la diffusione di questo vino bianco lombardo autentico e caratteristico del territorio.

Ed è un peccato. Perché la Verdea di San Colombano avrebbe davvero tutte le carte in regola per essere considerata il “Prosecco di Milano”. Le affinità non sono gustative, ma funzionali. Entrambi sono dei vini bianchi frizzanti, facili da bere e perfetti per l’aperitivo. Unica bollicina autoctona milanese, la Verdea è dissetante e ha un prezzo accessibile. Una bottiglia costa meno della metà di un cocktail nei locali alla moda della città. Due calici, qualche oliva e niente shaker: un aperitivo semplice e genuino.

La Verdea nella storia

Nella zona di San Colombano c’è chi ricorda tutto della Verdea. Carlo Pietrasanta, memoria storica del territorio, non ha dubbi: «Qui il vino si fa dai tempi dei Romani. Poi i monasteri hanno tenuto viva la vigna».

Questo vitigno ricoprì un ruolo importante nella storia nella Toscana del XVII secolo. Il grande scienziato Galileo Galilei era stato esiliato da Firenze e si trovava ad Arcetri. In quegli anni, Galileo parlò nelle sue lettere di botti «che ogni anno si sogliono empier di verdea» e «vino dell’orto» da svinare. La sua villa aveva in effetti una vigna e una cantina. Ed è verosimile che quella Verdea fosse proprio il vino che oggi si produce a San Colombano.

Un vino che è Milano

Tornando al 2025, la Verdea si può bere in tre versioni. Quella ferma è pulita, secca, con un retrogusto sapido. La versione passita è rara, ma regala aromi di frutta secca e miele delicato. La Verdea frizzante, infine, è la più briosa. Giovane, immediata, ideale per un aperitivo dopo una lunga giornata di lavoro.

È un vino da città che racconta un’idea semplice e quasi perduta di milanesità: concretezza, moderazione e ironia leggera. È la vera Milano.

Autore
Panorama

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