Vergogna F1, Imola esclusa dal calendario 2026: tradita la promessa fatta dopo la terribile alluvione di due anni fa

  • Postato il 10 giugno 2025
  • F1 & Motogp
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Con il calendario F1 2026 di fresca pubblicazione, Liberty Media potrebbe essere tranquillamente ribattezzata “Liberty Menzogna“, visto che all’appello manca il Gran Premio di Imola. Vero che il contratto del circuito Enzo e Dino Ferrari scadeva quest’anno, ma chi ha la memoria lunga non ha dimenticato ciò che accadde due anni fa. Piogge e smottamenti avevano flagellato l’Emilia Romagna e il GP di Imola fu annullato a causa dell’alluvione, con il fiume Santerno che aveva allagato parte dei paddock e tutte le strade che portavano al circuito finite sott’acqua. “Decidere di annullare il Gran Premio è stato davvero doloroso”, fu il commento del CEO di Liberty Media, Stefano Domenicali, “ma non c’erano alternative. Per le scuderie sarebbe stato un problema persino raggiungere il circuito, con le loro bisarche. E immaginare di accogliere la folla dei tifosi in un contesto devastato sarebbe stato un insulto al buonsenso”.

Alla luce del disastro, Liberty Media aveva promesso di trovare una soluzione per far recuperare la gara perduta, spostando di un anno la scadenza del contratto. Un recupero funzionale non solo a livello sportivo (la gara era saltata per colpe non imputabili all’organizzazione), ma anche e soprattutto a livello economico. Secondo una stima di Sport e Finanza, infatti, il GP di Imola presenta un impatto economico sul territorio pari a circa 280 milioni di euro, somma tra i 120 ricavi diretti generati all’interno dell’autodromo (biglietteria, merchandising, cibo e bevande) e i 160 di indotto sul territorio (servizi ricettivi, ristorazione extra, trasporti, shopping). Invece è stato tutto dimenticato. O meglio, è stato volutamente accantonato in nome di altri interessi, tutti riconducibili ai soldi, perché con i suoi 30 milioni di dollari l’anno Imola non può certo competere con i circuiti della penisola araba che oscillano tra i 42 e i 55 milioni, oppure con i 57 dell’Azerbaigian, o ancora con le americanate dei circuiti di Miami e Las Vegas direttamente organizzati da Liberty Media.

È un doppio schiaffo morale, quello ricevuto da Imola. Da un lato c’è il mancato rispetto di una promessa fatta a seguito di una tragedia; dall’altro rappresenta un bel ringraziamento per quanto fatto nel 2020 quando, in una stagione limitata dalla pandemia, cancellazioni e rinvii avevano messo in Circus in grande difficoltà. Imola rispose presente, tornando in calendario grazie ad ACI, Regione Emilia Romagna e CON.AMI (il consorzio interregionale che gestisce il circuito) e aiutando Liberty Media a uscire dalla difficile situazione. Il risultato, con il senno di poi, è stato un calcio nel fondoschiena mascherato da pacca sulle spalle. Imola non ha lasciato niente al caso, intraprendendo una battaglia politica veramente bipartisan, dove accanto a ACI e al presidente dell’autodromo Giancarlo Minardi si sono mossi sindaco e presidente della Regione Emilia Romagna, entrambi di centrosinistra, con l’appoggio economico del governo di centrodestra. Ma nemmeno avere come interlocutore principe di Liberty Media uno come Stefano Domenicali, nato e cresciuto nella zona, che da ragazzo portava assieme a un compagno di liceo un divano sulla collina della Tosa per guardarsi la gara, è servito. La pressione di nuove realtà extraeuropee che ambiscono a entrare, o a ritornare, nel Circus, è troppo forte, i loro sponsor troppo potenti e le loro borse troppo piene di soldi.

Storia, tradizione e passione finiscono così in secondo piano, come accaduto a Spa Francorchamps, che ha accettato di venire inserito nel sistema di rotazione, comparendo in calendario ad anni alterni. Zandvoort invece ha optato per ritirarsi dal Circus. Liberty Media ha caldeggiato a Imola la prima opzione, “l’unica percorribile” secondo Domenicali, la cui politica che vuole una Formula 1 sempre più globale e sempre meno eurocentrica non ammette, evidentemente, deroghe, nemmeno di fronte a una promessa da mantenere. Non resta che salutare l’ennesimo circuito storico, emozionante, amato dai piloti (che però nei giochi di potere del Circus contano zero) e tutt’altro che sorpassato dal tempo, come raccontato da Riccardo Patrese in un’intervista a Autosprint. “Ai miei tempi Imola era una vera sfida […] però malgrado i cambiamenti imposti per motivi di sicurezza dopo il 1994, a seguito degli incidenti di Ratzenberger e Senna, la pista ha sempre mantenuto il suo carattere sfidante, di banco di prova stupendo per uomini e macchine. È e rimane un anfiteatro naturale, con i suoi saliscendi […] in grado di soddisfare sia chi corre, chi guida e chi, come tifoso, si gusta il Gran Premio. Da questo punto di vista penso si tratti di un tracciato davvero ideale, a prescindere dalle epoche”.

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Il Fatto Quotidiano

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