Verratti: "Ecco perché non son tornato più in A ma sogno 1' col mio Pescara, la cena con Messi e la vita in Qatar"
- Postato il 30 luglio 2025
- Di Virgilio.it
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Per lustri è stato il golden boy del calcio italiano: il più ricco e il più desiderato (anche se con la maglia della Nazionale non ha mai mantenuto le promesse) ma sapete che Marco Verrratti non ha mai giocato in serie A? Il centrocampista oggi all’Al-Duhail, Doha, Qatar, vanta solo 84 presenze in B col Pescara ma almeno 1′ nella massima serie – ora che è a fine carriera – vorrebbe farlo. Solo con la maglia biancazzurra del Pescara, però, come confessa alla Gazzetta.
Verratti stufo di vincere facile
Per molti il Qatar o l’Arabia è una scelta solo economica, a sentire Verratti no (“una felice scelta di vita con la quale ho ritrovato cose e stimoli più… di un tempo”): “A Parigi la vittoria era diventata una cosa ormai scontata: qui ho rivisto qualcosa di “infantile”, la gioia di vincere, come quando si era bambini. La felicità. A Parigi ormai vincere era monotono, ripetitivo“.
Magari la Champions League che gli è sempre sfuggita potrebbe mancargli ma lui non rinnega niente degli anni francesi. Fu catapultato da Pescara a Parigi in un amen: “Fu difficile per il fatto che mi ero conquistato quella cosa pazzesca nella mia città e dovevo lasciare appeso il sogno di giocare con la mia maglia del cuore in Serie A. Arrivare in A col Pescara e non giocarci era dura per il Verratti ragazzino”.
La cena in cui Messi disse sì al Psg
Sotto la Torre Eiffel però Verratti vive una favola, attorniato da campioni di ogni dove: “Ricordo una serata fantastica che divenne quasi magica. Siamo a Ibiza, Neymar viene da me e mi dice che stasera saremo a cena anche con Leo Messi. Così finiamo al tavolo io, Leo, Paredes, Ney e Di Maria. Parliamo e stiamo bene. E gli facciamo, si fa per dire, una testa così affinché venga a Parigi. Alla sera tardi ci salutiamo e il giorno dopo leggiamo che ci sono problemi fra lui e il Barcellona. Poi, nel primo pomeriggio Neymar mi chiama: “Marco, Leo viene da noi”. Incredibile: da averlo a cena ad averlo compagno di squadra”.
Il no all’Italia
In Italia lo hanno cercato ciclicamente in tanti, dal Napoli alla Juventus, ma anche dalla Premier e dalla Liga arrivavano telefonate: “Richieste ne ho avute, praticamente ogni anno. La verità è che non sono voluto tornare, sono un ragazzo che sempre si affeziona ai luoghi in cui è”.
E il luogo cui è rimasto più affezionato è Pescara, del quale è co-presidente con Daniele Sebastiani. Allo stadio Adriatico l’hanno rivisto per la promozione in B, venen a “tifare” nella gara con la Ternana: “Sì: il desiderio è quello di fare anche solo un minuto in A col Pescara. È un sogno, sì. Dobbiamo sempre darci l’idea di un obiettivo: magari lo realizzerò ora che sono co-presidente al 50%. Ecco, solo per il mio Pescara avrei fatto quel che ho effettivamente voluto fare: mi hanno dato tutto, volevo sdebitarmi col cuore”.