Verso il processo la donna che rapì una neonata a Cosenza spacciandosi per infermiera
- Postato il 28 giugno 2025
- Giustizia
- Di Il Fatto Quotidiano
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Rapì una neonata da una clinica di Cosenza gettando nello sconforto una famiglia e scatenando una caccia che terminò con un lieto fine. Comparirà presto davanti ai giudici del Tribunale di Cosenza Rosa Vespa, la 51enne che la sera del 21 gennaio prelevò la bimba per concretizzare la sua voglia di maternità dopo avere simulato per nove mesi una gravidanza. La Procura Cosenza ha infatti chiesto il giudizio immediato per la donna mentre dovrebbe chiedere l’archiviazione per il marito, Moses Omogo, 43enne senegalese, la cui posizione era stata stralciata. L’uomo è risultato completamente estraneo alla vicenda. La Procura, tuttavia, non ha concluso le indagini. Resta aperto, infatti, un filone relativo alla clinica Sacro Cuore, dove era avvenuto il parto, e alle eventuali lacune nella vigilanza nella struttura.
Vespa, la sera del 21 gennaio, si era fatta accompagnare dal marito in clinica per andare a prendere Natan, il bambino che aveva detto di avere partorito alcuni giorni prima. La donna – hanno ricostruito poi gli investigatori della Squadra mobile cosentina – aveva simulato una gravidanza per nove mesi, agevolata anche dalla sua corporature robusta. Poi era andata a “partorire” da sola adducendo al marito ed ai familiari tutta una serie di scuse per non far vedere loro il nascituro. Tutti – è stata la ricostruzione degli investigatori – le avevano creduto in buona fede, anche Omogo che, infatti, era stato subito scarcerato dopo l’interrogatorio di garanzia seguito all’arresto in flagranza insieme alla moglie.
Quella sera, dunque, la donna si è presentata in una delle stanze della clinica spacciandosi per infermiera, prelevando la piccola Sofia che era insieme alla mamma e alla nonna. Una volta scattato l’allarme, i poliziotti ci hanno messo poco a risalire agli autori. Il sistema di videosorveglianza interna aveva ripreso marito e moglie mentre sistemavano la piccola in una culletta e si erano allontanati poi a bordo dell’auto intestata a Omogo. Gli agenti sono andati a colpo sicuro a casa dei due e li hanno trovati intenti a festeggiare con parenti e amici l’ingresso in casa di “Natan”. Per rendere credibile la sua storia Rosa Vespa aveva vestito la neonata con una tutina azzurra. E azzurre erano tutte le decorazioni che allestivano la casa. Una scena definita dagli stessi poliziotti “surreale”. Nei giorni successivi, gli investigatori hanno ricostruito la vicenda, giungendo alla conclusione, suffragata dalla Procura, che l’unica responsabile del gesto è la donna mentre il marito era ignaro di tutto. Contro la sua archiviazione, tuttavia, i legali della famiglia della neonata hanno già annunciato che quasi sicuramente si opporranno.
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