Via 1000 soldati transgender dall’esercito americano, entro giugno fuori anche quelli che lasciano volontariamente

Via “immediatamente” circa 1.000 soldati transgender dall’esercito americano. Quelli che non lasceranno volontariamente saranno costretti a farlo entro l’inizio di giugno. Lo ha dichiarato il Pentagono, dopo che il presidente americano Donald Trump ha emesso un ordine
esecutivo a gennaio che vieta il servizio militare per le persone transgender e la Corte suprema degli Stati Uniti ha stabilito questa settimana che il divieto potrebbe entrare in vigore mentre è in corso il contenzioso contro di esso. Parliamo di circa 1.000 soldati che si sono identificati come affetti da diagnosi di disforia di genere, ha dichiarato il portavoce della Difesa americana Sean Parnell.

“Al termine del periodo di ammissibilità all’autoidentificazione i dipartimenti militari avvieranno procedure di congedo involontario”, si legge in un promemoria del segretario Pete Hegseth. Nel suo ordine esecutivo del 27 gennaio Trump ha dichiarato che “esprimere una falsa ‘identità di genere’ divergente dal sesso di un individuo non può soddisfare i rigorosi standard necessari per il servizio militare”.

Il Pentagono lo scorso febbraio ha fatto sapere che avrebbe rimosso i soldati transgender dall’esercito, (a meno che non ci fosse stata una deroga caso per caso) oltre a impedire alle persone transgender di arruolarsi. Gli americani transgender hanno dovuto affrontare un’altalena di politiche in materia di servizio militare negli ultimi anni, con le amministrazioni democratiche che cercavano di consentire loro di prestare servizio apertamente, mentre Trump ha cercato di tenerli fuori dai ranghi.

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