“Via Carrai dalla Fondazione Meyer”, la svolta di Giani dopo le proteste contro il console di Israele. “Deve incarnare valori di pace”
- Postato il 3 settembre 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Dopo due anni di proteste per chiedere le dimissioni di Marco Carrai, console onorario di Israele, dalla carica di presidente della Fondazione Meyer, il governatore della Toscana, Eugenio Giani, ha paventato per la prima volta un cambio al vertice dell’istituzione fiorentina. “Quando si esaurirà fra pochissimi mesi il suo incarico di presidente, è opportuno che si abbia un’altra figura che possa tranquillizzare rispetto al sentimento complessivo”, ha dichiarato Giani. Il candidato per il centrosinistra alle prossime regionali ha però specificato che la nomina non è responsabilità del presidente della Regione e che dovranno essere altri soggetti a decidere. Nello specifico, sarà il direttore generale del Meyer, Paolo Morello, a decidere del futuro dell’imprenditore, storico amico e braccio destro di Matteo Renzi.
Il cambiamento è da tempo auspicato da alcune forze interne alla coalizione che sostiene Giani, come Avs e M5s. “La decisione di non rinnovare l’incarico di Marco Carrai alla presidenza della Fondazione Meyer è un passo fondamentale verso la coerenza etica e istituzionale“, ha dichiarato Irene Galletti, presidente del Gruppo M5s nel Consiglio regionale e coordinatrice del Movimento in Toscana. “Questo risultato – prosegue – è frutto dell’impegno del M5s, della Tenda per la Palestina, delle associazioni, dei comitati e degli operatori del Meyer che hanno denunciato con forza l’inopportunità di un console onorario di Israele, rappresentante di un governo sotto inchiesta presso la Corte penale internazionale per crimini di guerra, contro l’umanità e genocidio, alla guida di un’eccellenza pediatrica dedicata alla tutela dell’infanzia. Le mozioni presentate e la costante pressione politica hanno guidato la riflessione del presidente Giani verso la migliore decisione. La Fondazione Meyer deve incarnare valori di pace, neutralità e tutela dei diritti dei bambini, come previsto dal suo codice etico. Non potevamo accettare ambiguità su un tema così delicato”. Lorenzo Falchi, sindaco di Sesto Fiorentino e candidato al consiglio regionale con Avs, ha commentato positivamente la notizia, invitando il console ad anticipare i tempi e dimettersi in anticipo: “La volontà di non procedere al rinnovo dell’incarico è un passo importante – ha dichiarato -. Nell’interesse della Fondazione, Carrai ne prenda atto”.
Al contrario, l’associazione fiorentina Amici di Israele ha appreso “con sgomento delle recenti affermazioni del governatore, a proposito del presumibile mancato rinnovo di Carrai”. Per il presidente dell’associazione, Kishore Bombaci, Giani “lascia intendere la necessità che si individui qualcuno che prenda le distanze dallo stato di Israele, e che quindi si assecondino tutti coloro che in questi anni hanno invocato la destituzione del console onorario per le sue posizioni in merito alla guerra in Medio Oriente. Tutto questo come se Carrai fosse colpevole di quanto accade a Gaza. Crediamo che non vi sia alcun sentimento da tranquillizzare, se non un evidente antisemitismo che colpisce una figura rispettabile”.
Al di là della carica di console onorario di Israele, a far molto discutere è stata anche la svolta impressa da Carrai nella governance della Fondazione, nonché l’innesto di un club di miliardari italiani e stranieri, tra cui fan di Netanyahu, esponenti qatarioti e un ex ambasciatore americano.
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