Vibo, ostetrica malata di tumore, manca il farmaco salvavita
- Postato il 28 agosto 2025
- Notizie
- Di Quotidiano del Sud
- 1 Visualizzazioni

Il Quotidiano del Sud
Vibo, ostetrica malata di tumore, manca il farmaco salvavita
Manca il farmaco salvavita per l’ostetrica malata di tumore nella provincia di Vibo. Il marito accusa la Regione: «Non rilasciano il codice per autorizzare l’acquisto». Le consegne della farmacia territoriale interrotte a Ferragosto, lotta contro il tempo
VIBO VALENTIA – Una vicenda che mette in luce le fragilità della sanità calabrese e riapre il dibattito sulle responsabilità politiche arriva da Soriano Calabro, centro delle Preserre vibonesi. Protagonista una donna ultrasessantenne della provincia di Vibo, ostetrica in pensione, malata di tumore da tempo in cura per più forme tumorali e oggi priva del farmaco salvavita che le consente di mantenere una vita compatibile con la malattia.
Il trattamento, considerato salvavita dai medici, fino a poche settimane fa le veniva regolarmente fornito dalla farmacia territoriale di Vibo Valentia. Da poco prima di Ferragosto, però, le consegne si sono interrotte. Dietro il ritardo, secondo quanto emerge, ci sarebbe la mancata trasmissione da parte della Regione Calabria del codice necessario all’acquisto del medicinale.
A denunciare la vicenda è il marito, Vincenzo Bellissimo, ex medico del 118 di Vibo Valentia, che non usa mezzi termini e punta il dito direttamente contro l’ex governatore e commissario straordinario alla sanità, Roberto Occhiuto.
L’ACCUSA ALLA REGIONE
«Mi vengono in mente tutti gli amici, conoscenti e non, che stravedono per Roberto Occhiuto. Il presidente ha preteso e ottenuto la nomina a commissario straordinario della sanità, così come ha deciso senza che nessuno gli e lo chiedesse, di dimettersi da presidente della giunta regionale e chiamando i cittadini calabresi ad esprimersi se lui deve continuare a governare la Regione Calabria. Il tutto ad un anno e mezzo dalla scadenza naturale della legislatura. Dico questo – aggiunge – perché il danno sanitario che ha provocato è grande nonostante i suoi spot pubblicitari cercano di affermare il contrario».
«Il 12 di agosto mia moglie ha presentato richiesta di farmaco salvavita alla Farmacia territoriale di Vibo Valentia, a tutto oggi, il farmaco non le è stato consegnato, né è stata fatta richiesta di acquisto perché, nonostante le ripetute sollecitazioni da parte della Farmacia, la Regione Calabria non ha ancora trasmesso il codice che ne autorizza l’acquisto. Mia moglie da quattro anni in cura oncologica per diversi tumori maligni è scoperta di terapia, per l’ottima sanità lasciata dal Presidente Occhiuto».
Un atto d’accusa durissimo, che mette in evidenza non solo la condizione personale della donna ma anche la difficoltà di accesso alle cure in Calabria, regione da anni commissariata in materia sanitaria.
LA SITUAZIONE CLINICA
La paziente, spiegano i familiari, non può ripiegare su terapie alternative. L’oncologa che la segue a Roma, infatti, ha sconsigliato l’assunzione del farmaco precedente per i rischi di tossicità, rendendo indispensabile la disponibilità immediata del nuovo medicinale. Restare senza trattamento significa esporla a un grave rischio di riattivazione delle patologie tumorali.
LE DENUNCE DEL MARITO
Bellissimo racconta di aver provato ogni strada: telefonate al Dipartimento Sanità della Regione, al Cup, all’Urp. Nessuna risposta concreta. «Ho chiamato più volte, senza riuscire a ottenere chiarimenti. Sembra un muro di gomma» spiega, annunciando di stare valutando anche il ricorso alle forze dell’ordine.
IL QUADRO POLITICO
Le accuse si inseriscono in un momento già delicato per la politica calabrese, a pochi giorni dalle dimissioni di Occhiuto da presidente della Regione e commissario alla sanità. Una scelta che ha lasciato strascichi e divisioni, soprattutto alla luce delle criticità che ancora gravano sul sistema sanitario regionale. La storia della donna di Soriano Calabro – comune a molte altre sparse per la Calabria – diventa così un caso emblematico: mentre la politica discute, i pazienti attendono cure che non possono essere rimandate.
LA CHIOSA
Questo episodio non è soltanto la storia di una malata oncologica in attesa di un farmaco. È il simbolo di un sistema che, tra cavilli burocratici e responsabilità politiche, rischia di sacrificare la vita dei cittadini. Se un codice mancato basta a bloccare una terapia salvavita, il problema non è tecnico ma politico: significa che la sanità non riesce più a rispondere al suo compito essenziale, quello di garantire il diritto alla salute.
Il Quotidiano del Sud.
Vibo, ostetrica malata di tumore, manca il farmaco salvavita