Vibo, scoppia il caso di Largo Senatore Murmura
- Postato il 5 agosto 2025
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Il Quotidiano del Sud
Vibo, scoppia il caso di Largo Senatore Murmura
La chiusura dell’area motivata da una delibera del Comune di Vibo che però dice altro; i cittadini segnalano: “Il Largo recintato da paletti di ferro con catena apposti dalla famiglia Murmura“
VIBO VALENTIA – Ma quel suolo è pubblico o privato? La domanda se la sono posti alcuni cittadini passeggiando su corso Umberto I all’altezza del Largo Murmura, nel centro storico di Vibo Valentia, di recentissima istituzione. Si tratta di uno spazio di una trentina di metri quadrati antistante l’omonimo palazzo, posto tra il convitto Filangieri e palazzo Gagliardi, che recentemente il Comune, rivisitando la toponomastica cittadina, ha deciso d’intitolare al compianto senatore Antonino Murmura. Con ciò venendo incontro al desiderio, tra gli altri, della consorte e delle figlie del parlamentare scomparso nel 2014.
L’AREA DI LARGO MURMURA DELIMITATA DA PALETTI E CATENE
Ebbene, a distanza di pochi giorni dall’inaugurazione, al limite della carreggiata sono improvvisamente comparsi sei paletti di ferro con tanto di catena, tali da impedire alle auto di parcheggiare nelle piazzole che sono lì disegnate. Nell’area è stato posto anche un segnale di “Area pedonale”. Lascia ancora più perplessi il fatto che lì ci sono anche due stalli di sosta riservati ai portatori di handicap.
A quanto si vocifera, a decidere quel tipo di delimitazione di Largo Murmura non è stata l’amministrazione comunale, unico soggetto titolato a farlo, ma la famiglia dello scomparso senatore, evidentemente nella convinzione, comunque errata, che il largo, dopo l’intitolazione, sia diventato una specie di pertinenza del palazzo. «Quando qualcuno – racconta L.P., un ex dipendente comunale che di lì passa quotidianamente – ha provato a chiederne spiegazione ai familiari pare si sia sentito rispondere che “c’era stato l’ok della Prefettura”.
Una spiegazione singolare visto che un’autorizzazione del genere non compete all’Utg bensì solo al Comune».
ELIMINATO IL SECONDO STALLO PER I DISABILI
Senza contare che l’attuale sistemazione vanificherebbe la presenza del secondo stallo di sosta per disabili (uno è destinato alla consorte dello scomparso statista) che dovrebbe essere a beneficio dei fruitori di Palazzo Gagliardi: un disabile come potrà accedere alla piazzola visto che la chiave del lucchetto della catena è in possesso della famiglia? Dovrà chiamare sempre qualcuno dei Murmura perché apra il lucchetto?
Conoscendo la cultura e il senso civico dei Murmura, che dell’ex senatore custodiscono gelosamente il lascito politico-culturale, sembra si possa escludere che all’origine possa esserci stata una volontà poco o punto rispettosa della legalità. Molto più probabile che il tutto sia stato frutto involontario di due fattori concomitanti: un’errata interpretazione di una delibera comunale unita ad una indubbia forzatura delle procedure. E allora facciamo chiarezza, precisando subito che non esiste alcun atto comunale di autorizzazione alla chiusura per come si è concretizzata. All’origine c’è l’ordinanza 44 del 1 luglio 2025 del dirigente della Polizia Locale Michele Bruzzese con la quale si disponeva nel piccolo piazzale l’istituzione di un’area pedonale.
LARGO MURMURA, COSA DICE L’ORDINANZA DEL COMUNE DI VIBO
L’ordinanza dava l’incarico di provvedere all’ufficio manutenzione del Comune specificando, per altro con caratteri in grassetto perché ne fosse chiara l’importanza, che, in particolare, l’ufficio “dovrà provvedere all’installazione della relativa segnaletica, secondo le indicazioni della Polizia Locale, nonché alla delimitazione dell’area come da planimetria allegata attraverso posa in opera di fioriere o elementi diversi di arredo urbano secondo quanto riportato nella delibera di giunta 224 del 5 dicembre 2024”.
Dunque l’area si può delimitare ma solo “con fioriere o altri elementi di arredo urbano”. Difficile sostenere che tali possano considerarsi dei pali di ferro con relativa catena. Questo però deve aver pensato la famiglia e da qui la forzatura di cui si diceva e la chiusura. C’è stato dunque uno sbaglio, verosimilmente in buona fede ma desta comunque sconcerto che da palazzo Razza, che certamente è a conoscenza del fatto, nessuno abbia finora mosso un dito per ristabilire la legalità. Quella legalità alla quale Antonino Murmura ha sempre ribadito di ispirarsi.
UNO SPIAZZO SU SUOLO PUBBLICO DIVENUTO PRIVATO
Va ricordato che a lanciare l’idea di ricordare nella toponomastica cittadina il parlamentare vibonese, il più importante insieme a Luigi Razza, è stata lanciata negli anni e ripresa alcuni mesi fa da Lorenzo de Sossi, già esponente di rilievo dell’allora Dc vibonese e compagno di partito di Murmura. Chiedeva che gli venisse intitolata una strada o piazza tra quella ancora senza denominazione. Il Comune però, accogliendo la richiesta della stessa famiglia e dell’associazione “Ali di vibonesità”, ha optato per lo spiazzo antistante l’ingresso del palazzo, spiazzo che prima era pubblico ma ora è diventato praticamente privato. Nella sostanziale indifferenza, finora, degli amministratori comunali.
Il Quotidiano del Sud.
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