Vicenza, chiude il negozio per paura: “Il mio aggressore denunciato e rilasciato. Mi sento abbandonata”

  • Postato il 25 giugno 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Se quel giorno non avessi avuto la prontezza di riflessi di gettarmi nel negozio e di chiudere la porta a chiave, quell’uomo mi avrebbe ammazzata. Perché gli era ‘partito l’embolo’ come diciamo noi e non si controllava. È stato di una violenza inaudita”. Margherita Parolin, cinquantenne negoziante di Vicenza, pronipote del cardinale Pietro, segretario di Stato in Vaticano, mantiene la calma, nonostante l’incubo in cui è finita da alcune settimane e l’assalto mediatico subito dopo che ha chiuso il negozio per paura. Nel centralissimo Corso Fogazzaro ha attaccato un cartello: “Chiuso per paura. Non per ferie. Non per scelta. Ma perché lavorare così è diventato impossibile”. Una forma di protesta, l’ultimo appello di una cittadina che non si sente protetta, non trova un’alleata nella Legge, anzi, deve constatare che nonostante tutti gli sforzi della Polizia e del questore Francesco Zerilli in persona, non riesce a scacciare la minaccia che si materializza ogni giorno, più volte al giorno, davanti al suo negozio.

Margherita è titolare di “Maison Marguerite 1992” dove vende arredi e accessori per la casa. “Mi sento presa in giro, anche se non posso dire di essere stata abbandonata dalle autorità, dal mio sindaco Giacomo Possamai. Eppure nessuno ha risolto il problema che mi ha costretta a chiudere. Finché non rimpatrieranno quel cittadino extracomunitario non riapro di sicuro”. Il suo racconto è un’escalation in cui si alternano stupore, insicurezza, senso di impotenza.

“Fuori dal negozio espongo qualche asciugamano, un tavolino, una sedia. Ci metto anche dei fiori per abbellire, con gli ultimi pezzi in offerta. In un giorno di maggio una persona, che poi ho saputo essere un tunisino di 35 anni, ha rubato un paio di asciugamani. L’ho rincorso e lui me li ha tirati addosso. Per me l’incidente era chiuso, anche senza fare denuncia”. Dopo qualche ora si è ripresentato. “Voleva provarci di nuovo, io l’ho guardato e gli ho detto: ‘Ti tengo d’occhio’. A quel punto lui ha perso il controllo, mi si è gettato addosso, mi ha sferrato un calcio, grazie al cielo sono riuscita ad infilarmi dentro e chiudere la porta. Lui non ha desistito e ha cominciato a colpire i vetri con i pugni. Allora ho chiamato le forze dell’ordine”.

L’uomo è stato portato via, anche perché non avrebbe potuto scappare visto che alcuni negozianti e un po’ di passanti lo avevano circondato. “Tanto non mi fanno niente! Tanto non mi fanno niente!”. È questo che urlava, in evidente stato di alterazione psichica. L’hanno portato in Questura, ma dopo poche ore era già in circolazione. “Da allora ha cominciato a passare davanti al negozio anche dieci volte al giorno, a ridermi in faccia, con aria di sfida. Io pensavo che le leggi servissero, invece sono inutili. L’ho denunciato e gli hanno fatto il Daspo Willy, che non è servito a nulla. Continuava a passare davanti. Allora ho fatto una denuncia per stalking e la Questura gli ha dato il divieto di transitare in questa via e davanti al negozio. Tutto inutile”. Risultato: “Ho cominciato a vivere nell’ansia, con l’occhio rivolto verso la strada per guardare se la minaccia tornava”.

Il questore si è impegnato e la scorsa settimana ha dato alla signora Parolin l’annuncio tanto atteso: “Lo prendiamo e lo mandiamo nel Cpr per immigrati di Gradisca d’Isonzo, in Friuli”. Quando si augurava di non rivederlo più, ecco che il tunisino è tornato a Vicenza. “Un medico gli ha rilasciato un certificato in base al quale per le sue condizioni mentali non può essere caricato su un aereo e rimandato a casa. Secondo quel medico, è troppo aggressivo per autorizzare un provvedimento del genere”. La goccia che ha fatto traboccare il vaso si è verificata il 21 giugno. “Sabato per l’ultima volta l’ho visto comparire di nuovo. Ho chiamato il questore che mi ha detto: ‘Le mando subito una pattuglia’. Ho risposto: ‘Non mi basta, adesso chiudo tutto’. E così ho fatto”.

Il negozio è stato preso d’assolto da reporter e televisioni. Il caso è diventato nazionale, anche perché mette nel mirino l’incapacità di difendere i cittadini. “Quello che è accaduto è gravissimo. – commenta il sindaco dem Giacomo Possamai –. Siamo a fianco di Margherita, la commerciante, perché è inaccettabile che un cittadino che si macchia di reati, come quelli commessi da questa persona, non soltanto non venga definitivamente allontanato, ma per motivi di fatto burocratici venga addirittura rimandato nella città dove ha creato problemi e danni”. Appello del primo cittadino: “Su questo fronte bisogna cambiare le norme e nel caso specifico bisogna allontanare il cittadino il prima possibile”. L’ultima notizia è che la Questura spera di dar corso al rimpatrio entro una settimana. “Ma finchè non sono sicura che è salito su un aereo non posso stare tranquilla E non riapro. Un tempo vivevo in una bella Vicenza, oggi non è più così” commenta amaramente Margherita Parolin.

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Il Fatto Quotidiano

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