Vicofaro, sgomberati i migranti dalla parrocchia di don Biancalani: “Violenza enorme”. Il sindaco Fdi: “Erano in condizioni inaccettabili”

  • Postato il 5 luglio 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Una violenza enorme su di me, i miei ragazzi fragili e la Chiesa”. Sono le ultime parole, scritte sul profilo Facebook, di don Massimo Biancalani, il parroco di Vicofaro che per anni ha accolto centinaia di rifugiati senza fissa dimora. Ora non c’è più nessuno a dormire in quella piccola realtà della periferia di Pistoia. Nelle scorse ore una trentina di agenti in tenuta anti sommossa hanno sgomberato definitivamente il luogo che per anni ha dato casa anche a persone con problemi psicologici e psichiatrici. Un’iniziativa che il prete e i volontari, tra i quali Mauro Matteucci, hanno vissuto con sofferenza.

L’operazione – concordata con la Prefettura, la Diocesi e il governo – è partita il 25 giugno scorso grazie all’ordinanza del sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi, di Fratelli d’Italia, possibile candidato del centrodestra alle prossime regionali. Don Massimo è da ore in silenzio stampa. Affida il suo pensiero a Matteucci che nelle ultime ore dello sgombero era presente: “Quando sono arrivato sul posto – racconta il volontario a ilfattoquotidiano.it – c’erano degli agenti di polizia in chiesa, all’ingresso delle stanze dei ragazzi. Mi è stato impedito di raggiungere don Massimo che era visibilmente turbato. Mi hanno detto che era per garantire la mia sicurezza, ma quei migranti li ho conosciuti bene, ho fatto loro lezione per mesi. Tutta l’operazione è stata pianificata e attuata in seguito a inconfessabili accordi tra il potere politico e quello religioso. Il comportamento del vescovo di Pistoia è stato ben lontano dal considerare la Chiesa come ‘l’ospedale da campo’ di papa Francesco, il cui monito evangelico era stato invece seguito da don Massimo Biancalani per aprire le chiese di Vicofaro e di Ramini ai migranti, che spesso erano costretti a vivere in strada”. Matteucci conclude evocando la vicina campagna elettorale: “È sorprendente che, mentre per più di nove anni ‘non c’era posto per loro’, in poche settimane la diocesi abbia trovato numerose strutture – peraltro in suo possesso – per il ricollocamento dei migranti di Vicofaro”.

A essere orgoglioso di quanto accaduto è invece Tomasi che sulla sua pagina Facebook ha scritto: “A Vicofaro oltre 150 persone vivevano in condizioni inaccettabili. Lo dicono i report dei Vigili del Fuoco, dell’Asl e di tutti quei soggetti che nel tempo hanno fatto sopralluoghi e dato conto, puntualmente, di una situazione di pericolo, senza dignità, che non si poteva e non si può chiamare accoglienza. Da sindaco, non l’ho mai buttata in strumentalizzazione politica, né in passato quando il caso ha avuto rilievo nazionale, né oggi che i ragazzi sono stati trasferiti. La questione andava infatti affrontata in termini di sicurezza, legalità e dignità pensando sia alle persone accolte, sia agli abitanti di quel quartiere che per troppo tempo hanno sopportato la situazione e, talvolta, si sono sentiti giudicati da chi in quel luogo non vive. La verità è che la parrocchia di Vicofaro sfuggiva ad ogni gestione e alle regole su cui si deve basare una comunità. Non bisogna aver paura di denunciare tutto questo, e i cittadini lo hanno fatto tante volte. Per questo li ringrazio”.

Accanto alla foto con ammassati i letti a castello distrutti, il primo cittadino ancora scrive: “Quando i Vigili del Fuoco scrivono che in quell’edificio, con quella gestione, le persone sono in pericolo, quando mancano le minime condizioni igienico sanitarie per vivere, quando non ci sono regole né percorsi di integrazione, quando quel centro diventa rifugio anche per chi commette reati, c’è solo una cosa da fare prima che accada l’irreparabile. Il percorso è stato lungo. Tanti tentativi fatti sono andati a vuoto, fino ad oggi. Oggi possiamo parlare di una svolta. Grazie alle forze dell’ordine che per giorni hanno presidiato la zona. Grazie alla Caritas che si è occupata dei trasferimenti, alla Diocesi, al Questore e al ministro degli Interni e ai Sottosegretari che negli scorsi mesi ho incontrato a Roma”.

A difendere a spada tratta don Biancalani è Matteucci: “Abbiamo dato un tetto a circa 700 ragazzi in questi anni facendo del nostro meglio. Abbiamo scelto di aiutare i più fragili, uomini che hanno perso il senno dopo viaggi e sofferenze inenarrabili. Non nego che ci siano stati talvolta momenti di tensione, ma nessuno ha mai aggredito la gente del quartiere”. Ora si parla già del trasferimento di don Massimo: il Vescovo sembra intenzionato a intervenire anche su questo fronte. Una storia terminata con le poche parole di don Biancalani: “Una ferita che mi porterò sempre nel cuore”.

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