Vigilessa uccisa, il comandante ammette il contratto di sottomissione
- Postato il 15 settembre 2025
- Cronaca
- Di Agi.it
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Vigilessa uccisa, il comandante ammette il contratto di sottomissione
AGI - Un contratto di sottomissione come "un gioco", immagini intime scattate in ufficio e una violenza improvvisa scatenata per un dente rotto. È questo il quadro emerso dalle parole di Giampiero Gualandi, ex comandante della Polizia Locale di Anzola Emilia, imputato per l'omicidio di Sofia Stefani.
Nel corso del suo interrogatorio, l'uomo ha svelato i dettagli della relazione clandestina con la collega, offrendo una versione dei fatti che dipinge un rapporto complesso e tormentato.
La relazione ispirata a "Cinquanta sfumature di grigio"
Secondo Gualandi, la relazione tra lui e Sofia era alimentata da messaggi, foto e link a sfondo sessuale. A ispirare il tutto, in maniera singolare, sarebbe stato il film "Cinquanta sfumature di grigio". "Io e Sofia ci siamo mandati tanti messaggi a sfondo sessuale, foto, immagini e anche link", ha raccontato l'imputato, precisando di non aver mai visto il film in questione. Gualandi ha anche ammesso di aver redatto un "contratto di sottomissione" per la giovane donna, definendolo "un gioco", pur non ricordando se anche Sofia lo avesse firmato.
Intimità in ufficio: un dettaglio inquietante
Ma la relazione non si limitava al virtuale. L'ex comandante ha confermato l'esistenza di una chiavetta USB con immagini intime tra i due, ammettendo che "ci sono stati momenti di intimità, non frequenti, anche in ufficio, ad Anzola, con Sofia".
La versione di Gualandi sullo scontro fisico
Gualandi ha poi fornito la sua versione di un altro episodio cruciale: il presunto scontro fisico con la vittima. L'imputato ha negato di aver mai colpito Sofia, attribuendo la responsabilità dell'episodio a una reazione "sproporzionata" della donna per un banale incidente. "Non ho mai colpito nessuno nella mia vita, tanto meno Sofia", ha dichiarato, ricostruendo l'accaduto: "Il mio dente sbatté sul suo e si ruppe un frammento di dente che le si era già rotto precedentemente. Quando Sofia se n'è accorta, ho visto la sua furia". La donna, secondo Gualandi, lo avrebbe colpito con pugni e calciando lo sportello dell'auto.
Le scuse finali e le motivazioni della rottura
Alla fine del suo interrogatorio, Gualandi ha rivolto un ultimo appello. Dopo aver già chiesto perdono ai genitori di Sofia, l'imputato ha esteso le sue scuse al fidanzato della vittima, Stefano. Un gesto che, ancora una volta, sottolinea la complessa rete di relazioni e menzogne che avvolge questa tragica storia. Gualandi ha poi cercato di spiegare le motivazioni che lo hanno portato a voler troncare la relazione, sostenendo che la grande differenza d'età era un ostacolo per la sua famiglia e che Sofia, sentendosi "presa in giro", aveva paura di perdere il lavoro senza il suo appoggio.
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