Vingegaard vuole il Giro d'Italia: "Se devo scegliere, lo preferirei al Tour". La mossa per evitare Pogacar?
- Postato il 10 novembre 2025
- Di Virgilio.it
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Due anni fa ci pensò Pogacar a “salvare” il Giro d’Italia. Il prossimo anno potrebbe toccare a Jonas Vingegaard, che come nel 2024 lo sloveno in Italia a maggio non ha mai corso, ma dopo aver centrato il successo nella Vuelta sa perfettamente che puntare alla “tripla corona” (cioè a vincere almeno una volta in carriera tutti e tre i GT) è diventata molto più che una tentazione. E allora il 2026 potrebbe essere l’anno buono per chiudere il cerchio, e poi pensare a dedicare l’ultima parte della carriera a rimettere le cose a posto sul podio di Parigi, monopolizzato da due anni a questa parte dal rivale per antonomasia. E poco male se per un anno al Tour si potrebbe profilare il rischio di un esito talmente scontato da svuotarlo di significato.
- La "tripla corona" è ammaliante: la Visma lascerà "libero" Vingo?
- Il desiderio del danese: "Nel 2026 vorrei vincere il Giro, però..."
- La rivalità con Pogacar: "Sembra imbattibile, ma non lo è..."
La “tripla corona” è ammaliante: la Visma lascerà “libero” Vingo?
Debita è la premessa: la presenza di Vingegaard al Tour non è in discussione, ma è la probabile presenza al Giro a rendere le cose un po’ diverse nella forma, oltre che nella sostanza. Perché Pogacar lo scorso anno puntò deliberatamente alla doppietta e la mandò a referto, ma pensare a un Vingo capace di vincere a maggio sulle strade italiane e poi di imporsi nuovamente su quelle francesi due mesi dopo è forse chiedere troppo.
Questione anagrafica (il prossimo anno saranno 30 le candeline sulla torta), questione anche di caratteristiche, perché Pogacar è un corridore diverso, più “completo” su ogni tipo di percorso, capace appunto di prestarsi a una doppietta con reali ambizioni di vittoria (addirittura nel 2024 c’è chi gli chiese di andare anche alla Vuelta e puntare alla tripletta stagionale: magari l’avrebbe realizzata per davvero, ma preferì concentrarsi sul mondiale e le classiche di fine stagione).
Vingegaard però è ammaliato all’idea di completare la “tripla corona”, e sarebbe quella la molla che potrebbe spingerlo a correre il Giro, rinunciando anche a fare classifica al Tour (se necessario) pur di farlo suo.
Il desiderio del danese: “Nel 2026 vorrei vincere il Giro, però…”
È stato lo stesso danese a parlarne a La Derniere Heure, un media belga da sempre molto vicino alle questioni legate al pedale (non a caso in Belgio il ciclismo è lo sport nazionale). “Vincere i tre grandi giri o il Tour de France nel 2026? Penso che preferirei vincere i tre grandi giri. Rimane ancora il Giro per completare la “corona”, ma assieme alla squadra non abbiamo ancora deciso se il programma della prossima stagione lo prevedrà o meno.
Il Tour rimane ovviamente l’obiettivo principale, ma ora si tratta di capire se riusciremo a combinare le due cose l’anno prossimo o se magari rimandare il tutto di 12 i 24 mesi”.
La rivalità con Pogacar: “Sembra imbattibile, ma non lo è…”
Pensando alla rivalità con Pogacar, già proiettato sulle strade del Tour e verso il triplete in maglia iridata (Montreal chiama e difficilmente Tadej non vorrà rispondere), l’idea di traslocare al Giro non è affatto così campata per aria. “A volte Pogacar sembra davvero imbattibile”, ha aggiunto Vingo, un misto tra reverenza e sete di rivincita. “È molto forte ed è senza dubbio il miglior corridore al mondo in questo momento. Ma se mi dicessi che è imbattibile, significherebbe che mi arrendo. Quindi da me non sentirete mai dire quelle parole. E penso di avere almeno una possibilità di batterlo ogni volta che prendiamo il via assieme di una corsa”.
Dopotutto Vingegaard l’ha battuto due volte, nel 2022 e nel 2023, guarda a caso però entrambe prima del terribile incidente nella quarta tappa dell’Itzulia 2024, gara che ne ha segnato le ultime due stagioni. “Sto ancora lavorando sulla mia crescita, ma finalmente sento di essere tornato al livello che avevo prima di quella caduta. C’è voluto molto più tempo di quanto potessi immaginare per riassaporare certe sensazioni e per spingere gli stessi watt, ma adesso le cose vanno meglio. E comunque ho ancora dei margini di miglioramento, che sfortunatamente però potrebbe avere anche Tadej…”.