Violenza sulle donne, i numeri dei centri anche su bus e fermate. E Genova si ispira a Bologna con gli “street host”

  • Postato il 5 settembre 2025
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  • Di Genova24
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donna autobus

Genova. Il Comune di Genova avvierà una campagna di informazione sui centri antiviolenza per combattere la violenza sulle donne, affiggendo i numeri sui bus e alle fermate cittadine, oltre che nelle attività commerciali.

La proposta, avanzata dalla consigliera Sara Tassara, è stata analizzata nel corso di una commissione dedicata in cui l’assessora alle pari opportunità e politiche di genere, Rita Bruzzone, ha anche annunciato l’intenzione di ottenere per il Comune una certificazione di parità di genere.

Violenza sulle donne, Genova si ispira al progetto Nottambula di Bologna

La giunta lavorerà inoltre sulla sicurezza con l’obiettivo di aumentarla, prendendo spunto dal progetto Nottambula del Comune di Bologna, he si concentra sulla presenza negli spazi pubblici di street host: operatori e operatrici con competenze in mediazione culturale e sociale, che dal giovedì al sabato, dalle 22 alle 3 presidiano luoghi chiave come la zona universitaria e il Parco della Montagnola. Una presenza visibile, riconoscibile e rassicurante e un punto di riferimento accessibile per tutte e tutti coloro che vivono la città quando il sole tramonta.

Partiamo dalle basi per avviare un percorso partecipato che comporterà anche la riattivazioni di tavoli periodici dedicati –  – ha detto Bruzzone – Il tema della violenza di genere deve essere affrontato in modo trasversale, e non ha connotazione politica”.

“Il tema delle pari opportunità è trasversale – ha confermato l’assessora al welfare Cristina Lodi – voglio ricordare che a Genova esiste il pronto intervento sociale direttamente gestito dal Comune, che ci permette una presenza e un rapporto forte con il territorio. I numeri dimostrano che le segnalazioni aumentano nel fine settimana e attraverso forze dell’ordine, dunque siamo più che favorevoli ad avviare una campagna di informazione con i numeri dei centri antiviolenza alle fermate degli autobus”.

Aumentano le richieste ai centri antiviolenza, ma “serve sempre più informazione”

Concordi le rappresentanti dei centri antiviolenza cittadini: “La comunicazione e l’informazione sono fondamentali per far capire che i centri antiviolenza esistono – ha detto Paola Campi, presidente del centro antiviolenza Pandora di Certosa – spesso le donne che hanno bisogno di questo servizio non ne conoscono l’esistenza. Fino a oggi abbiamo visto la pubblicità del 1522, un servizio importantissimo, ma le donne a volte non lo chiamano perché lo percepiscono lontano ed estraneo. Informare che esistono questi servizi mi sembra già un importantissimo passo. Noi stessi a ridosso del 25 novembre scorso avevamo pagato di tasca nostra cartelli sulle linee bus che vanno a ponente e nella Val Polcevera. Abbiamo rilevato un incremento dei numeri e degli accessi, e ci auguriamo che questo sia un punto di partenza per il futuro”.

“L’anno scorso abbiamo ascoltato più di 550 donne e ne abbiamo prese in carico 300 – ha aggiunto Gabriella Grasso del Centro Per non Subire Violenza – l’aspetto positivo è che le donne si rivolgono ai centri, quindi mettere il numero sui mezzi e alle fermate Amt è importante, perché bisogna fare in modo che le donne si rivolgano ai centri e si affidino alle operatrici formate, visto che non si può improvvisare su un tema così importante e delicato: il percorso di uscita della violenza è un percorso faticosissimo”.

“È fondamentale ricordare che nei centri antiviolenza ci sono operatrici che hanno una formazione professionale propria – ha concluso Rita Falaschi del Cerchio delle Relazioni per Mascherona – cui si è aggiunta la formazione anche lunga riguardante proprio il fenomeno della violenza”.

Autore
Genova24

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