Violenza sulle donne, Nordio: “L’uomo abituato a dominare”. Roccella: “Non calano con educazione sessuale a scuola”

  • Postato il 22 novembre 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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Non si fermano le polemiche dopo le dichiarazioni dei ministri Carlo Nordio ed Eugenia Roccella sulla violenza contro le donne, pronunciate alla Conferenza internazionale contro il femminicidio tenutasi a Roma. Il ministro della Giustizia è tornato sul tema anche a Stresa, durante il Forum della fondazione Iniziativa Europa, denunciando quella che ritiene una distorsione del suo intervento.

Le critiche erano esplose proprio durante l’incontro alla Camera, organizzato in vista del 25 novembre, quando Nordio aveva offerto una lettura “storica” e “quasi darwiniana” della prevaricazione maschile, richiamando la maggiore forza fisica degli uomini nei primordi dell’umanità come origine di un dominio protrattosi per millenni. Secondo il Guardasigilli, questa lunga storia avrebbe generato “una sedimentazione nella mentalità dell’uomo, del maschio, difficile da rimuovere”, con la conseguenza che “nel subconscio, nel suo codice genetico, c’è ancora una resistenza alla piena parità con la donna”. Per questo, a suo avviso, servono interventi combinati: dal piano penale alla prevenzione, fino al ruolo dell’educazione familiare.

La difesa del ministro e il richiamo alla dimensione culturale

Replicando alle accuse di aver giustificato la violenza maschile, Nordio ha ribadito: “Ho detto quello che pensano tutti e quello che dico da sempre, cioè che la violenza maschile nei confronti della donna va affrontata essenzialmente in termini culturali”. Il ministro ha ricordato come in Italia fosse previsto fino a pochi decenni fa il delitto d’onore, considerato da lui un esempio evidente di maschilismo “radicato nel diritto”.

Ha insistito sull’importanza delle leggi penali, come il Codice rosso, ma ha sostenuto che “quello che conta sono essenzialmente i codici culturali”. A chi lo accusa di aver evocato un inevitabile “codice genetico” del maschio, Nordio ha risposto parlando di “miseria argomentativa”.

La posizione di Roccella e il confronto sul ruolo della scuola

Sulla stessa linea, ma più netta riguardo al ruolo della scuola, si è espressa la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella. Secondo lei, l’educazione sessuale e affettiva non incide direttamente sui femminicidi: “Possiamo parlare di educazione sessuo-affettiva, ma lateralmente”, ha affermato, portando l’esempio della Svezia, dove “non c’è correlazione fra educazione sessuale nella scuola e diminuzione dei femminicidi: la Svezia ha più violenze e più femminicidi”.

A suo giudizio, il rischio è concentrare l’attenzione su strumenti “ideologici” anziché su misure realmente efficaci. Roccella ha inoltre sottolineato che in Italia si registra “una piccola diminuzione” dei femminicidi, interpretando questo dato come conferma della strategia attuale del governo.

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Blitz

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