Violenza sulle donne, quando lo Stato non paga le spese legali: M5s propone il gratuito patrocinio anche in sede civile
- Postato il 26 novembre 2025
- Diritti
- Di Il Fatto Quotidiano
- 1 Visualizzazioni
Servono soldi, per combattere la piaga della violenza sulle donne, almeno per le spese legali. Ma non tutte possono permettersele senza finire sul lastrico, dunque sovente la denuncia resta nel cassetto e proseguono gli abusi maschili. Per questo i senatori M5s hanno depositato un disegno di legge che chiede allo Stato di farsi carico delle parcelle degli avvocati senza oneri per la donna che denuncia, anche nelle cause civili (come il divorzio) e senza limiti di reddito. Un contributo decisivo alla proposta è giunto dal magistrato Fabio Roia, presidente del Tribunale di Milano e fondatore dell’Osservatorio violenza sulle donne. Sarebbe “un grande passo avanti contro la violenza sulle donne”, dice il giudice a ilfattoquotidiano.it. “Certo comporterà risorse da parte dello Stato”, avvisa la toga, “a costo zero le leggi vanno bene ma fino a un certo punto”. Il ddl, depositato in Senato il 21 ottobre, quantifica l’esborso per le casse pubbliche: 500mila euro l’anno. La prima firmataria è Sabrina Licheri, con i colleghi a 5 stelle Cataldi, Nave, Damante, Naturale, Croatti e Sironi.
I limiti del gratuito patrocinio in sede civile: reddito e burocrazia
Oggi il patrocinio gratuito – quando lo Stato paga le spese legali al posto dei cittadini – è senza limiti di reddito solo per tre reati: maltrattamenti contro famigliari e conviventi, violenza sessuale, atti persecutori. In questi casi, lo Stato copre sempre la somma, anche al posto di persone ricche o benestanti. Ma quando una madre di famiglia, sposata con figli, denuncia il marito per violenze, si apre anche il fronte spinosissimo della cause civili: divorzio, affidamento dei minori, spese di mantenimento per i figli. Oggi una donna vittima di violenza sostiene da sola quel pesante fardello. Paga lo Stato solo se il suo reddito è sotto i 13.659,64 euro. Se i suoi guadagni sono sotto l’asticella, serve il via libera del Consiglio nazionale dell’Ordine degli avvocati: il patrocinio gratuito scatta solo dopo la verifica della “non manifesta infondatezza”.
Dunque due vincoli frenano il patrocinio per le donne, nelle cause civili: lo stipendio e la pratica al Consiglio dell’Ordine. Quest’ultima non è così semplice. “Richiede tempo, documenti, prove e non è neppure certo che vada a buon fine”, dice la senatrice M5s Sabrina Licheri che si è occupata di violenza di genere come sindaca di Assemini (Cagliari). “Donne e assistenti sociali lamentavano spesso la burocrazia eccessiva per ottenere il gratuito patrocinio in sede civile”, racconta Licheri. Così è nata l’idea di abolire i vincoli: niente soglie di reddito e stop alla valutazione del Consiglio dell’Ordine; i due pilastri del disegno di legge. Per certificare la “non manifesta infondatezza” dell’esposto penale, basta la denuncia. Non servirà neppure consegnarne la copia: è sufficiente un attestato rilasciato dalle forze dell’ordine.
L’obiezione pare ovvia: senza verificare la “fondatezza” della denuncia di violenza, come si evitano abusi e sperperi? Secondo il giudice Roia, basta il deterrente di una causa per calunnia, a scongiurare il pericolo di una falso esposto per violenza, con lo scopo di accollare allo Stato spese legali del divorzio, oppure dell’affidamento dei figli.
La sperimentazione in Lombardia
Intanto, alcune donne rinunciano alla battaglia legale. Quante non si sa. “Non abbiamo dati, ma certamente sono un numero consistente”, dice il magistrato esperto di violenza di genere. “A Milano, quella del patrocinio gratuito anche nel civile è un’esigenza avvertita”. Tanto da indurre la Regione Lombardia a stanziare fondi e scrivere un protocollo, per aprire la sperimentazione già da un anno: all’ombra del Pirellone le donne che denunciano violenza possono già contare sul sostegno dello Stato anche in sede civile, senza limiti di reddito e la verifica dell’Ordine degli avvocati. Ora il beneficio potrebbe estendersi a tutta Italia.
Stamattina il ddl sarà presentato in conferenza stampa, nella sala Nassirya del Senato. Con Sabrina Licheri interverranno Alessandra Maiorino e Roberto Cataldi (M5s), oltre alla senatrice Pd Cecilia D’Elia, vicepresidente della commissione femminicidio. Tra il Movimento e il Pd, incontri ufficiali per discutere del provvedimento non ci sono stati. Il ddl andrà calendarizzato nei lavori parlamentari: da oggi inizia il lavoro per portarlo a meta.
L'articolo Violenza sulle donne, quando lo Stato non paga le spese legali: M5s propone il gratuito patrocinio anche in sede civile proviene da Il Fatto Quotidiano.