Violenze e abusi: dagli anni 70 a oggi, la setta dei “Bambini di Dio” è ancora viva. Un’inchiesta di Farwest la racconta

  • Postato il 20 giugno 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Per molti è passata alla storia come una setta terribile diffusa in tutto il mondo, che dalla California all’Europa fino in Italia, dietro il volto paradisiaco della devozione a Dio e dei canti e predicazioni lungo le strade, ha nascosto per anni un vero e proprio inferno fatto di abusi sessuali, violenze di ogni genere, controllo e manipolazione. Parliamo della comunità dei “Bambini di Dio”. Chi è stato giovane negli anni ’70 probabilmente li ricorda come una delle tante organizzazioni hippy dell’epoca che predicavano in maniera fanatica e radicale l’amore per Gesù. E che dagli Usa, dove nascono, si diffondono ovunque arrivando anche nel nostro Paese facendo grande proselitismo. Almeno fino agli anni ’90 quando l’organizzazione, dopo varie denunce in tutto il mondo che fanno emergere le violenze consumate all’interno, fa perdere le sue tracce, cambiando volto e rinnegando il passato. Oggi però se ne torna a parlare. Un’inchiesta realizzata da Farwest, il programma di Salvo Sottile che andrà in onda stasera venerdì 20 giugno (Rai3, a partire dalle 21,30), svela come alcuni dei capi di allora non si siano affatto eclissati ma siano ancora attivi e che, in veste di pastori, continuano ad avere al loro seguito migliaia di seguaci. Anche in Italia.

Ma andiamo con ordine. Per capire questa storia bisogna riavvolgere il nastro. Alla fine degli anni ’60 il fondatore David Berg – che si fa chiamare Mosé – comincia a predicare in California, inizialmente come pastore evangelico ma poi rompendo con ogni chiesa ufficiale. Parla di necessaria rivoluzione, di fine del mondo sempre più vicina, di rottura col “sistema” e di un amore sconfinato per Gesù Cristo da dover dimostrare con una totale concessione. Di anima e corpo. La comunità si allarga in tutto il mondo. E le regole, impartite da Berg tramite lettere in cui lui racconta di profezie comunicategli direttamente da Dio, diventano sempre più ferree. E toccano, come mostrano le testimonianze inedite raccolte da Farwest, anche la sfera intima. Non esistono, ad esempio, coppie fisse ma queste vengono decise di volta in volta dal pastore che è capo della singola comune. “Io sono stata costretta ad avere rapporti sessuali con persone all’interno della comunità – racconta una donna che ha fatto parte dell’organizzazione per dieci anni all’inviato Carmine Gazzanni –. Ho avuto sette figli ma non so chi siano i padri perché i contraccettivi erano vietati”. Tutto sarebbe ruotato, dunque, intorno al sesso. Anche per raccogliere soldi. È così che nasce la pratica del flirty fishing, un vero e proprio adescamento di uomini, una sorta di “prostituzione sacra” utile a fare proselitismo, “ma soprattutto a raccogliere soldi e avere coperture politiche nel caso di indagini giudiziarie”, spiega Amoreena Winkler che all’interno della setta è nata ed è rimasta fino a 17 anni. C’erano addirittura opuscoli in cui Berg dava dei suggerimenti sugli abiti succinti da indossare, su cosa dire, come porsi, quali locali frequentare.

E poi ci sono le violenze (“L’adolescente – ricorda Winkler a Farwest – doveva essere legato al letto e picchiato ogni giorno finché non si fosse pentito”) e, soprattutto, gli abusi. È ancora Winkler (che ha scritto la sua storia in un libro, tradotto in Italia da Fandango: “I Bambini di Dio”) a raccontare la sua storia: “Sono stata abusata dall’età di 4 anni. Ma non solo dal mio patrigno, un uomo che mia madre aveva adescato, ma anche da altri membri della setta. Avvenivano anche degli scambi di bambini, della serie: io ti do mia figlia e tu mi dai la tua. L’idea era questa: tutti apparteniamo a Cristo, i nostri corpi non ci appartengono. Anche quelli dei bambini. Siamo strumenti per mostrare con i corpi l’amore. L’amore di Dio”. Insomma, violenze e abusi che, secondo le testimonianze raccolte, non sarebbero stati casi isolati proprio perché in qualche maniera teorizzati da Berg.

Come detto, però, dopo la morte di Berg (1994) e dopo la serie di denunce e indagini giudiziarie che sorgono negli anni (ce ne saranno anche in Italia per sfruttamento della prostituzione, ad esempio, ma non si arriverà mai a una condanna), il movimento si eclissa, cambia pelle, rinnega il suo passato.

Ma l’inchiesta di Farwest, realizzata da Carmine Gazzanni, Giulia Paltrinieri, Coralla Ciccolini e Bianca Giammanco, mostra come alcuni dei vecchi leader italiani sarebbero ancora attivi e si sarebbero riciclati come “pastori” capaci di compiere miracoli anche a distanza e pronti a parlare, esattamente come faceva Berg, di una fine del mondo prossima. Tutto ruota attorno alla figura di tale “Fratello Giuseppe” che, su internet, sebbene non sveli mai il suo nome e non si faccia mai vedere in volto, raccoglie oltre 50mila seguaci. Ma ci sono anche persone che si sono allontanate e madri profondamente preoccupate per i loro figli perché sarebbero stati plagiati. Testimonianze, queste, raccolte da Farwest che è riuscita a parlare direttamente con Fratello Giuseppe, chiedendogli conto del suo passato. Anche perché, chi ha avuto a che fare con lui negli anni all’interno dei Bambini di Dio, oggi racconta: “Sono stata costretta a fare sesso con lui. Non posso escludere che uno dei miei sette figli sia suo”. Appuntamento, dunque, stasera su Rai3 con Farwest.

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Il Fatto Quotidiano

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