Vivere più a lungo con i cibi giusti: lo studio italiano che svela il segreto della longevità
- Postato il 29 ottobre 2025
- Lifestyle
- Di Blitz
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C’è chi li chiama “super food”, chi li considera solo una moda. Eppure la scienza oggi lo conferma: alcuni alimenti non solo nutrono, ma parlano ai nostri geni, influenzando i processi che regolano l’invecchiamento, la salute e persino la longevità.
Un nuovo studio condotto dall’Università di Padova, pubblicato sulla rivista scientifica Advances in Nutrition, ha analizzato oltre cento ricerche internazionali e ha individuato in tè verde, broccoli, curcuma, soia e vino rosso alcuni dei più potenti alleati naturali della vita lunga e sana.
Gli scienziati italiani, guidati da Sofia Pavanello, hanno scoperto che questi cibi contengono sostanze capaci di modificare l’espressione dei geni, agendo come “interruttori” molecolari in grado di accendere o spegnere determinati processi biologici.
Un risultato che potrebbe aprire nuove prospettive non solo nella prevenzione delle malattie croniche, ma anche nella nutrizione personalizzata del futuro – persino per gli astronauti in missioni spaziali di lunga durata.
Epigenetica: come il cibo può dialogare con i nostri geni
Per capire l’importanza della scoperta, bisogna partire da un concetto chiave: l’epigenetica. Ogni cellula del nostro corpo contiene lo stesso DNA, ma non tutti i geni sono attivi allo stesso modo. Alcuni vengono “accesi”, altri “spenti”, a seconda dell’ambiente, dello stile di vita e — come dimostra la ricerca — anche di ciò che mangiamo.
Gli alimenti non cambiano il nostro patrimonio genetico, ma possono influenzarne l’espressione attraverso piccole modifiche chimiche chiamate “modifiche epigenetiche”.
In pratica, i nutrienti e i composti bioattivi agiscono su enzimi che aggiungono o rimuovono etichette molecolari dal DNA, alterando il modo in cui i geni vengono letti e interpretati dall’organismo.
Queste modifiche, pur essendo reversibili, hanno effetti profondi: possono regolare l’infiammazione, lo stress ossidativo e il metabolismo cellulare, tre processi chiave legati all’invecchiamento e alla comparsa di molte patologie croniche.
Lo studio italiano: il potere nascosto nei cibi di tutti i giorni
Il team dell’Università di Padova ha condotto una revisione sistematica di oltre cento studi clinici e sperimentali per individuare i composti naturali più efficaci nel modulare l’attività epigenetica.
Il risultato è sorprendente: i principali attori della longevità sono spesso presenti nella nostra dieta quotidiana, ma in quantità che raramente valorizziamo.
Tra le sostanze più studiate spiccano i polifenoli, i folati, la curcumina e gli isoflavoni della soia. Tutti elementi che hanno dimostrato un ruolo attivo nella protezione del DNA e nella regolazione dei geni coinvolti nel metabolismo cellulare e nei meccanismi di difesa dallo stress ossidativo.
La ricerca italiana non si limita a un’analisi accademica: i dati raccolti contribuiranno anche al programma dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) dedicato alla creazione di alimenti funzionali per gli astronauti.
Obiettivo: contrastare gli effetti dell’invecchiamento precoce e dell’infiammazione dovuti alla permanenza prolungata nello spazio.
Tè verde: il segreto orientale della longevità

Da secoli simbolo di benessere in Asia, il tè verde è oggi al centro di centinaia di studi scientifici.
La sua forza risiede nelle catechine, potenti antiossidanti in grado di neutralizzare i radicali liberi e di proteggere le cellule dallo stress ossidativo.
Secondo la ricerca, una delle catechine più efficaci, l’EGCG (epigallocatechina gallato), ha la capacità di modulare l’attività di enzimi epigenetici, favorendo la longevità cellulare.
Bere regolarmente tè verde — senza zucchero e in quantità moderate — può aiutare a ridurre il rischio di infiammazione cronica e migliorare il metabolismo.
Broccoli e verdure crucifere: le sentinelle del DNA
I broccoli, insieme a cavoli, cavolfiori e cavolini di Bruxelles, contengono un composto chiamato sulforafano, noto per la sua azione detox e antitumorale.
Questo principio attivo stimola la produzione di enzimi che riparano il DNA e riducono l’accumulo di tossine a livello cellulare.
Il sulforafano agisce anche come un “regolatore epigenetico”, contribuendo a riattivare geni silenziati dal tempo o dallo stress ambientale.
Ecco perché inserire regolarmente verdure crucifere nella dieta è una delle strategie più efficaci per sostenere la salute a lungo termine.
Curcuma: la spezia d’oro che ringiovanisce le cellule
La curcuma, usata da millenni nella medicina ayurvedica, è un vero e proprio elisir di giovinezza.
Il suo principio attivo, la curcumina, ha proprietà antinfiammatorie e antiossidanti documentate da centinaia di studi.
Secondo l’analisi padovana, la curcumina è in grado di regolare l’attività genica collegata ai processi infiammatori, contribuendo così a rallentare l’invecchiamento cellulare.
Può anche favorire la produzione di proteine “protettive” che contrastano lo stress ossidativo, migliorando la risposta immunitaria.
Soia e vino rosso: i compagni insospettabili della longevità
Due alimenti che, a prima vista, non potrebbero essere più diversi — la soia e il vino rosso — condividono una caratteristica sorprendente: la presenza di composti in grado di attivare i geni della longevità.
Gli isoflavoni della soia, come la genisteina, agiscono come veri e propri “modulatori epigenetici naturali”, migliorando il metabolismo lipidico e proteggendo il sistema cardiovascolare.
Il resveratrolo del vino rosso, invece, stimola l’attività delle sirtuine, proteine note per il loro ruolo nel controllo dell’invecchiamento e nella riparazione del DNA.
Un bicchiere moderato di vino rosso durante i pasti può quindi avere effetti benefici, ma la parola chiave resta sempre moderazione.
Una dieta che parla ai geni
Il messaggio che emerge dalla ricerca è chiaro: il cibo è un linguaggio biologico.
Ogni pasto che consumiamo invia segnali al nostro organismo, influenzando processi che vanno ben oltre il semplice apporto calorico.
Integrare nella dieta alimenti ricchi di composti bioattivi — tè verde, verdure crucifere, curcuma, soia e vino rosso — può aiutare a mantenere il DNA più “giovane” e a prevenire molte patologie croniche legate all’età.
Non serve stravolgere le proprie abitudini: bastano piccoli gesti quotidiani, come aggiungere una tazza di tè verde al posto di una bevanda zuccherata, usare curcuma in cucina o inserire più spesso verdure verdi nei pasti principali.
L’alimentazione del futuro: personalizzata e “intelligente”
Lo studio padovano apre la strada a una nuova visione della nutrizione, dove il cibo non è più solo fonte di energia, ma un vero strumento di prevenzione molecolare.
Come spiega la professoressa Sofia Pavanello, coordinatrice della ricerca:
“Abbiamo voluto chiarire in modo rigoroso quali alimenti e principi attivi possano agire come veri e propri interruttori epigenetici naturali. L’obiettivo è comprendere come la dieta possa essere utilizzata per prevenire o rallentare i processi biologici che portano all’invecchiamento e alle malattie croniche.”
Nel prossimo futuro, potremmo assistere a diete personalizzate sulla base del profilo genetico individuale, in grado di massimizzare i benefici e ridurre i rischi per la salute.
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