Volley Femminile, Valentina Diouf torna alla UYBA. "Avevo detto basta con l'Italia, ma Busto è casa..."
- Postato il 12 maggio 2025
- Di Virgilio.it
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Non c’è due senza tre: Valentina Diouf a Busto Arsizio ha lasciato un pezzo di cuore, ma a quanto pare pure un lavoro da portare a termine. Altrimenti non avrebbe scelto di accasarsi per la terza volta in carriera alla UYBA, che ha annunciato il ritorno della giocatrice nata da papà senegalese e mamma italiana il 10 gennaio 1993, che per un periodo piuttosto lungo della storia della pallavolo azzurra è stata il faro del movimento, prima che arrivasse sul palcoscenico la generazione di Egonu, Sylla e compagnia cantante.
- Solo per UYBA: "Vengo per dare una mano, ma con entusiasmo"
- La rottura con l'Italia e quel giro del mondo che l'ha cambiata
- Diouf nel campionato delle migliori: "Per provare a vincere"
Solo per UYBA: “Vengo per dare una mano, ma con entusiasmo”
Valentina non s’è mai fatta problemi nel girare in lungo e in largo per il globo, ma alla fine ha deciso di tornare in quella che considera a ragione la sua casa. Le precedenti esperienze nel 2014-15 e nel biennio 2016-2018 hanno rafforzato un legame che nel tempo s’è mantenuto saldo e duraturo, pronto adesso a entrare in una nuova dimensione. Tanto da averla convinta persino a ritornare a giocare nel campionato italiano, dopo che lei aveva sostanzialmente fatto capire di non ne volerne sapere più nulla.
[iol_placeholder type="social_twitter" url="https://x.com/UYBAvolley/status/1921812223434854804" profile_id="UYBAvolley" tweet_id="1921812223434854804"/]“Vero, avevo detto che non avrei mai più giocato in Italia, ma la UYBA è unica e se la UYBA chiama non si può non rispondere alla chiamata. Il presidente Giuseppe Pirola ha dimostrato di volermi a tutti i costi e io ho capito che se fossi tornata a giocare in A1 è solo a Busto Arsizio”.
A 32 anni, Diouf proverà a trascinare un collettivo giovane e di prospettiva, rimasto “orfano” un anno e mezzo fa di Julio Velasco ma deciso a continuare nel proprio percorso. “Avrò un ruolo diverso rispetto al passato, dato che Josephine Obossa è l’opposto titolare e merita grande fiducia e pieno sostegno. Verrò a dare una mano: ho l’esperienza per essere d’aiuto a tutto il gruppo, e se e quando verrò chiamata in causa farò in modo di farmi trovare pronta”.
La rottura con l’Italia e quel giro del mondo che l’ha cambiata
Valentina è una sorta di globetrotter della pallavolo italiana. Una alla quale la sorte ha affidato un ruolo di guida (anche a livello d’immagine) del movimento negli anni in cui il volley femminile ha fatto maggiore fatica a imporsi. E il lieto fine nel suo percorso non c’è stato, almeno con la nazionale: la mancata convocazione da parte di Marco Bonitta dal gruppo che prese parte ai giochi olimpici di Rio 2016 è stata la frattura che non s’è più sanata e che l’ha portata a decidere anche di trasferirsi all’estero (ha giocato in Brasile, Corea del Sud, Polonia, Francia e Indonesia), salvo una parentesi a Perugia nel 2021-22 che pure s’è chiusa con un addio anticipato (e piuttosto polemico).
“All’estero ho maturato esperienze molto positive sia a livello umano che come giocatrice. Essermi confrontata con culture differenti mi ha aiutato a crescere: ora voglio godermi una pallavolo più “zen”, in modo più pacato e tranquillo, evitando di far prevalere il mio lato più istintivo”.
Diouf nel campionato delle migliori: “Per provare a vincere”
Diouf arriverà in una UYBA che prosegue nel solco del rinnovamento, ma che rispetto al passato recente ha fatto capire di voler alzare l’asticella. I ritorni di Alessia Gennari e Valeria Battista, uniti a quelli di Valentina, potranno offrire a Enrico Barbolini (tecnico che Diouf ha già avuto come vice allenatore a Modena una decina d’anni fa) valide alternative per alzare l’asticella.
“Torno con grande entusiasmo e con l’obiettivo di provare a vincere tutto quello che si potrà vincere, perché non mi piace giocare solo per partecipare”. A 32 anni, l’opposto nata a Milano avrà modo di confrontarsi con le giocatrici più forti al mondo, anche nel suo ruolo: Haak, Egonu e Antropova (oltre ad Akimova e Tolok) rappresentano il meglio che c’è in circolazione, con la sola eccezione di Boskovic che gioca in Turchia, e pertanto la sfida che attente Diouf è di quelle che portano stimoli in quantità industriale sin dal primo momento.
Un capitolo importante di una carriera che potrebbe ancora regalare tanti spunti d’interesse: Valentina non ha paura delle sfide, ma la sua terza avventura a Busto sarà differente da tutte le altre. Anche per riannodare quel filo con l’Italia che s’è spezzato tanti anni fa, ma che non s’è mai spezzato del tutto.