Volvo, tagli ai costi di produzione: nuova mannaia per gli operai
- Postato il 5 maggio 2025
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- Di Virgilio.it
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Il mercato dell’auto non sta vivendo di certo il miglior momento della sua lunga storia. Diversi brand, infatti, sono stati investiti da una profonda crisi a causa dei dati di vendita che sono, quasi per tutti, tutt’altro che positivi. A quanto pare anche Volvo Cars sarebbe in procinto di operare dei tagli per sostenere questo momento di enorme difficoltà. Il colosso svedese, infatti, ha pubblicato i numeri del primo trimestre di questo 2025 annunciando dei licenziamenti.
Dove verranno operati i tagli
A quanto pare si tratterà di circa 8 miliardi di corone svedesi da risparmiare (più o meno 733 milioni di euro). Di questi, ben 3 miliardi verranno abbattuti con l’acquisto di materiali più economici, mentre 5 miliardi arriveranno dai tagli al personale. Per quanto concerne i materiali, spendere di meno non vuol dire per forza un abbassamento della qualità. Molti costruttori, ad esempio, stanno abbattendo i costi di produzione investendo in materiali ecosostenibili. Su questo tema però la Casa di Göteborg non si è ancora espressa.
Diverso è invece il discorso per quanto concerne gli operai. L’amministratore delegato di Volvo Cars, Håkan Samuelsson, in un’intervista rilasciata all’agenzia di stampa svedese TT, ha fatto sapere che dei 5 miliardi di corone svedesi risparmiati dalla forza lavoro una parte riguarderà il taglio di alcuni consulenti. A quanto pare i licenziamenti potrebbero investire soprattutto la sede centrale di Göteborg. Samuelsson però ci ha tenuto a precisare che non si tratta di una crisi, ma di un atto che servirà proprio a prevenire un’eventuale crisi.
Una crisi inarrestabile
Dal 2010 Volvo fa parte del colosso cinese Geely e in questi anni sono già cambiate un po’ di cose all’interno dell’azienda. Purtroppo il mercato delle elettriche che non decolla e una profonda crisi economica che ha colpito tutto il mondo hanno messo in ginocchio l’intero settore, già segnato dagli anni del Covid. Come se non bastasse, poi, la recente politica protezionistica di Trump che ha portato all’immissione di dazi per quei costruttori che producono fuori dagli Stati Uniti, ha complicato ulteriormente le cose. Su quest’ultimo punto la situazione sembra essersi un po’ ridimensionata di recente, ma l’impatto degli annunci fatti dal Presidente degli Usa è stato comunque importante.
In Europa la situazione è tutta in divenire. Il Vecchio Continente, infatti, pur avendo sul territorio tantissimi costruttori, deve fare i conti con un mercato ormai globalizzato. Nessuno quindi può far a meno degli introiti derivanti da America e Cina e quindi c’è bisogno di una politica unitaria per fronteggiare la situazione. Nel 2024, ad esempio, a riprova di una crisi davvero profonda, abbiamo assistito ai problemi di Volkswagen, costretta a trattare con i sindacati per evitare la chiusura di alcune fabbriche. Una prima volta assoluta per il colosso teutonico, abituato da sempre ad essere un punto di riferimento lavorativo sul territorio nazionale.
Nei prossimi mesi sarà fondamentale capire la direzione che vorrà prendere l’America in tal senso, anche sul fronte della tecnologia da adottare. Trump, infatti, al netto dei dazi, non sembra essere un fan dell’elettrico e questo potrebbe portare a ripercussioni sull’intero settore visto che quasi tutti i costruttori da anni stanno investendo in quella tecnologia.