Von der Leyen sanziona tutto: “Punire anche il Nord Stream 2”. Confindustria chiede più soldi al governo per le bollette

Mentre in Italia le industrie denunciano la grave crisi causata da prezzi dell’energia che rimangono su valori storicamente molti alti, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, rilancia l’intenzione di eliminare totalmente e per sempre il gas russo e prospetta nuove sanzioni. “Penso che sia giunto il momento di sanzionare anche i consorzi del Nord Stream 2: l’era dei combustibili fossili russi in Europa deve finire”, ha affermato von der Leyen. Lo stop alle fonti russe, seppur comprensibile da un punto di vista strategico, è la principale causa dell’impennata del costo dell’energia per le aziende e le famiglie europee. Il gnl acquistato da Stati Uniti, dal Qatar (e dalla stessa Russia), costa il quadruplo rispetto al metano che arriva tramite gasdotto. Tanto che il ministro Pichetto Fratin aveva auspicato un rapido ritorno alla normalità, appena siglata la pace.

Il costo dell’energia per le imprese non è “un” problema, “è il problema”, aveva detto poco prima il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, intervenendo al Forum della Piccola Industria. “Qui si è parlato tanto di competitività. Non è solo un problema di prezzo, è un problema di tenuta delle nostre imprese“, avverte: “Non può essere un problema da trascurare, lo abbiamo messo al centro, abbiamo parlato del decreto bollette, è nato in un modo ed è finito in un altro, diciamolo, ma oggi servono misure strutturali”.

Il costo dell’energia che pagano le imprese italiane “è un problema di strategia nazionale: non si può far finta di non vedere che un gap del genere ammazza le imprese. Questo decreto bollette non va bene”, ha affermato poco prima l’ex presidente e Emma Marcegaglia, titolare dell’omonima impresa siderurgica. Come da tradizione, ciò che Confindustria auspica è che ora arrivino più sussidi alle aziende.

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, a questo punto, la butta in corner ed accusa l’Europa di aver adottato una strategia di salvaguardia dell’ambiente troppo penalizzante per l’industria. “Chiaramente l’industria ha dei problemi, oggi l’economia italiana dipende fortunatamente dai successi sui servizi, sul turismo e anche sull’agricoltura, come tutto il mondo. Però l’industria ha dei problemi che devono essere risolti sulle grandi scelte. Alcune di queste scelte, tipo il green deal, l’Europa le ha sbagliate, stiamo precipitosamente tornando indietro, speriamo di non arrivare troppo tardi”, dice il ministro.

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