Vuelta, Pedersen imperiale a Monforte ma è caos per le proteste pro-Palestina: ne fa le spese Javi Romo
- Postato il 7 settembre 2025
- Di Virgilio.it
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Un’altra giornata di corsa alla Vuelta e un’altra giornata di caos. La corsa spagnola sta andando avanti tra grandissime difficoltà che potrebbero allungarsi anche alla terza settimana. Rimanendo alla pura cronaca sportiva a sorridere sul traguardo di Monforte de Lemos è Mads Pedersen che dimostra ancora una volta che per batterlo in alcune circostanze serve un vero e proprio miracolo.
La giornata delle fughe
Doveva essere una giornata adatta alle fughe e così è stato ma quando nel gruppo dei battistrada c’è uno come Mads Pedersen lo spazio per le sorprese si riduce in maniera considerevole. La fuga che sarà decisiva per la 15esima tappa prende forma ai -121 dal traguardo con un gruppo di attaccanti forte di 47 uomini tra cui anche gli italiani Ciccone, Garofoli e Frigo. Ma c’è anche e soprattutto Pedersen, ci provano in tanti a fiaccare la resistenza del danese e del suo team ma il finale si gioca in volata. Frigo prova l’anticipo ma Pedersen non si lascia scappare l’occasione e mette la sua prima firma in questa Vuelta con l’azzurro che si deve accontentare del terzo posto.
La caduta di Javi Romo
Tra gli attaccanti di giornata c’è anche Javi Romo che prova a giocarsi le sue chance ma a circa 55 chilometri dal traguardo avviene uno dei tanti episodi che sta funestando questa edizione della corsa iberica. Il corridore infatti finisce a terra dopo che un ragazzo ha provato a lanciarsi nel bel mezzo della carreggiata con una bandiera della Palestina. Altri membri del gruppo sono riusciti a evitare l’impatto ma non è andata altrettanto bene allo spagnolo della Movistar che è finito a terra per fortuna senza gravi conseguenze se non quella di veder scappare via la fuga. E secondo le prime notizie rivelate da Marca il contestatore sarebbe stato prima fermato e poi arrestato dalla polizia.
Le radio della corsa hackerata
I manifestanti pro Palestini stanno protestando per la presenza nel gruppo della Israel Premier Tech, la squadra che ha sede proprio a Tel Aviv. Una protesta che è andata crescendo nel corso dei giorni al punto che la squadra ha deciso di cancellare la scritta Israel. Una decisione che però non è bastata a cancellare la contestazione da parte degli attivisti che stanno continuando le loro operazioni di boicottaggio. L’ultimo arrivato proprio nella giornata di oggi con i manifestanti che hanno di fatto hackerato le radio della corsa, quelle attraverso cui arrivano le comunicazioni a ciclisti e team.