West Nile, trappole per zanzare che simulano l’espirazione per monitorare il virus. Sesta vittima nel Lazio

  • Postato il 7 agosto 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Il monitoraggio è una delle armi contro le malattie, che esse siano respiratorie (come il Covid) o siano trasmesse con la puntura di una zanzara con West Nile, Dengue o Chikungunia. E così nel giorno in cui si deve registrare la sesta vittima nel Lazio, una 83enne con diverse patologie, da Modena arriva la notizia del posizionamento di trappole per zanzare un po’ speciale. L’Ausl di Modena ha intensificato il monitoraggio del virus con dodici dispositivi, posizionati ogni quindici giorni da maggio a ottobre, in aree verdi con ristagni d’acqua. Oggi è stata collocata una trappola a Lesignana, frazione di Modena, per raccogliere campioni da analizzare. Le trappole funzionano rilasciando anidride carbonica che simula l’espirazione umana e attira le zanzare comuni, principali vettori del virus che colpisce sporadicamente uomo e cavalli.

I controlli – Gli insetti catturati vengono inviati all’Istituto Zooprofilattico di Reggio Emilia per le analisi. “La lotta alla West Nile – dice Gioia Biasi, veterinaria dell’Ausl modenese – è l’esempio perfetto di ‘One Health’: ovvero richiede l’impegno di enti e istituzioni, ma anche l’aiuto dei cittadini nel contrasto alla proliferazione delle zanzare”. Se viene trovato il virus, su cui l’attenzione si è rafforzata per alcuni casi registrati nelle ultime settimane a livello nazionale, scattano misure di contenimento che coinvolgono i Comuni: controlli su donazioni di sangue, organi e tessuti e interventi con adulticidi nelle strutture sanitarie e case di riposo. Il monitoraggio si avvale anche della collaborazione dei cacciatori che consegnano esemplari di avifauna selvatica ogni quindici giorni. Per la prevenzione l’Ausl raccomanda di eliminare i ristagni d’acqua, usare repellenti, vestirsi con colori chiari e maniche lunghe, evitare profumi e utilizzare zanzariere. I proprietari di cavalli possono proteggere gli animali con la vaccinazione.

La vittima nel Lazio –L’83enne deceduta, originaria di Pontinia, era ricoverata all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina. È la sesta vittima accertata nel Lazio. La paziente era arrivata in pronto soccorso il 24 luglio scorso ed era ricoverata in rianimazione in gravi condizioni per la presenza di pluripatologie concomitanti. Tutte le vittime finora sono state persone anziane con patologie pregresse e gli esperti sottolineano che la situazione non è allarmante. Sono adesso 14 le persone affette da West Nile morte in Italia nel 2025. Nel frattempo, è stato riscontrato il primo caso di positività al virus, trasmesso tramite le punture di zanzare infette, a Roma, allo Spallanzani. Si tratta di una donna senza collegamenti con l’Agro Pontino, l’area della regione colpita dal West Nile.

La colonizzazione del virus – Vari fattori, tra cui l’aumento degli spostamenti di persone e merci, hanno favorito l’espansione geografica (i casi erano perlopiù registrati al nord) di malattie trasmesse da vettori, come la Dengue, ampiamente diffusa nelle regioni tropicali e subtropicali, ma in grado di generare focolai epidemici anche in Europa, nelle aree dove il vettore (zanzare del genere Aedes, tra cui Aedes albopictus, la cosiddetta ‘zanzara tigre’, molto presente anche in Italia) è attivo.

L’Amcli, Associazione microbiologi clinici italiani con una nota ha confermato che la situazione del West Nile virus è attualmente stabile e gestita, “ma sottolinea l’importanza di mantenere alta la vigilanza anche su altri arbovirus come Dengue e Chikungunya, la cui circolazione in Italia ha avuto un inizio anticipato rispetto agli anni precedenti”. Così in una nota i microbiologi esprimono sintonia con quanto riferito ieri, in Senato, dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, che ha descritto una situazione “sotto controllo, costantemente monitorata e in linea con gli anni precedenti”.

Dengue e Chikungunya – Sulle notizie di casi di infezione da West Nile virus (Wnv) nel Lazio e in Campania e l’identificazione, in Emilia-Romagna, di alcuni casi autoctoni di infezioni virali trasmesse da zanzare, tra cui Chikungunya e Dengue, Amcli Ets interviene ricordano che “questi virus, un tempo classificati come tropicali, sono endemici in Italia già da diversi anni – come nel caso del Wnv – o possono diventarlo, come la febbre Dengue”. In Italia – chiariscono gli esperti – il sistema di sorveglianza delle arbovirosi è coordinato dal ministero della Salute e si basa su un approccio One Health, di sanità globale. “Gli attori principali di questo sistema di sorveglianza, ormai più che rodato, sono le Regioni, gli Istituti Zooprofilattici e i laboratori di riferimento”, evidenzia Concetta Castilletti, coordinatore del Gruppo di lavoro sulle infezioni virali emergenti (Glive) di Amcli e responsabile Uos di Virologia e patogeni emergenti dell’Ospedale Sacro Cuore Don Calabria Irccs di Negrar di Valpolicella (Verona).

Ed è stato diagnosticato proprio in Veneto dal Dipartimento di malattie infettive/tropicali e microbiologi del Negrar un caso di Chikungunya in una donna di 64 anni domiciliata in una frazione del comune di Negrar di Valpolicella, nel veronese, senza storia di viaggi recenti in Paesi in cui la malattia è endemica. La paziente è ricoverata, vigile e collabora attivamente con i medici. La Regione ha attivato tempestivamente le misure di sorveglianza previste.

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Il Fatto Quotidiano

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