Wip Finance, spuntano nuove connessioni con la mafia per la società che voleva comprare Visibilia da Daniela Santanchè

  • Postato il 21 ottobre 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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A Lugano i due titolari Jane Lepori Sassu e Adamo Trane restano in carcere, la loro società Wip Finance, che l’anno scorso voleva comprare Visibilia dalla ministra Daniela Santanchè, finisce in fallimento. La notizia del fallimento di Wip Finance è uscita ieri sul sito del Corriere del Ticino. Gli inquirenti continuano le indagini e gli interrogatori per capire quale fosse il coinvolgimento del duo, accusato di truffa, appropriazione indebita e riciclaggio, con cinque aziende svizzere della mafia finite nell’operazione Moby Dick. Intanto però emergono nuovi indizi di connessioni tra la criminalità organizzata e Wip: Altair D’Arcangelo, che a Report su Rai3 si era presentato come il “promoter” della società svizzera, da giugno è a processo a Teramo con un commercialista lombardo accusato di associazione mafiosa.

D’Arcangelo è a processo in Abruzzo con altri 11 coimputati per ben 15 capi d’imputazione per i reati di emissione di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione fraudolenta e indebita compensazione fiscale legata a un giro milionario di compravendite di immobili. I fatti contestati dall’accusa a D’Arcangelo e ai suoi coimputati sono avvenuti tra il 2018 e il 2020, in Abruzzo, a Milano e Roma. Tra le persone finite a giudizio con D’Arcangelo c’è il commercialista lombardo Giuseppe Antonio Zinghinì che, secondo l’accusa, aiutava D’Arcangelo a realizzare le frodi fiscali. Se ai più il suo nome non dice nulla, in Procura a Milano Zinghinì è invece ben noto: a inizio aprile ha ricevuto la richiesta di rinvio a giudizio con altre 142 persone per concorso in associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta Hydra sul “consorzio” in Lombardia tra mafia, camorra e ‘ndrangheta.

Secondo l’accusa della Direzione distrettuale antimafia di Milano, basata sulle 5mila pagine dell’inchiesta Hydra, Zinghinì sarebbe stato uno dei perni del riciclaggio delle frodi fiscali delle mafie lombarde, avrebbe partecipato a summit mafiosi e collaborato a far sparire milioni di imposte non versate delle organizzazioni criminali. L’inchiesta Hydra, della quale il Fatto ha estesamente scritto, riguardava il “consorzio” tra mafia, ‘ndrangheta e camorra tra Milano e Varese per “realizzare un sistema mafioso lombardo”. Gli inquirenti ritengono Zinghinì collegato alla famiglia di camorra che fa capo a Michele Senese e opera nel territorio di Roma. Nello stesso periodo in cui lavorava agli affari di D’Arcangelo, il 22 maggio 2021 a Dairago (Milano) Zinghinì avrebbe partecipato a un summit mafioso insieme ad altri 11 indagati della famiglia Senese e del clan mafioso palermitano Fidanzati nel corso del quale venivano affrontati vari argomenti, tra i quali l’organizzazione di traffici di droga. Secondo l’accusa il commercialista si sarebbe “messo a completa disposizione degli interessi dell’associazione, cooperando con gli altri associati nella realizzazione del programma criminoso”. Il 12 dicembre 2024 Zinghini è stato già condannato in via definitiva dalla Cassazione per il delitto di dichiarazione infedele a un anno e mezzo e nel 2014 aveva ricevuto già anche una condanna definitiva per raccolta abusiva del risparmio.

Intanto la pista di mafia è la più seguita dagli inquirenti svizzeri che indagano su Wip Finance e il 26 agosto hanno arrestato con le accuse di truffa e appropriazione indebita, amministrazione infedele e riciclaggio Sassu e Trane. La coppia negli affari e nella vita a Natale aveva presentato un’offerta di acquisto da 2,7 milioni per comprare dalla ministra Daniela Santanchè il 75% di Visibilia. “Gli accertamenti sono finalizzati a comprendere se sussistano i presupposti di reati di natura penale nell’ambito di una estesa attività di raccolta e gestione di fondi (investimenti finanziari) in Svizzera e all’estero”. La coppia, residente in Canton Ticino, è ancora sotto arresto. Secondo la polizia ticinese “in relazione a legami con l’inchiesta Moby Dick, le attuali verifiche riguardano anche possibili irregolarità nel campo delle cosiddette frodi carosello Iva”.

La pista seguita nelle indagini e negli interrogatori dagli inquirenti svizzeri è principalmente, ma non solo, quella dei possibili legami tra Lepori-Trane e riciclatori di mafia e camorra arrestati nell’ambito dell’inchiesta Moby Dick, una maxi-frode carosello sull’Iva da 1,3 miliardi, 520 milioni dei quali in Italia, e il relativo riciclaggio per conto di cosche siciliane e calabresi che ha portato a 58 arresti. Lepori e Trane non comparivano né tra gli intercettati né tra gli indagati dell’indagine condotta dagli uffici di Milano e Palermo della Procura europea (Eppo), insieme alla Guardia di Finanza di Varese e al Servizio centrale operativo e ufficio di Palermo della Polizia, ma gestivano per conto di soci occulti cinque società tra le “cartiere”. Sono le società ticinesi Swiss Kommerz, Sunsea, Pratiko, Mould Group e della filiale ticinese della società SM25 Sro di Praga. Alla fine dell’anno scorso Cosimo Marullo, uno degli arrestati di Moby Dick, partiva da Ginevra verso Dubai. Al controllo, le guardie elvetiche gli trovavano addosso una carta di credito rilasciata per la filiale svizzera della società SM25 di Praga: era intestata a Jane Lepori Sassu. Marullo, detto “Mino o Berlino” è ritenuto il capo dell’organizzazione che trovava i fondi per creare le società da usare nella frode, grazie ai suoi contatti diretti con esponenti del clan camorrista Di Lauro.

A Natale scorso Daniela Santanchè aveva annunciato un accordo per cedere a Wip Finance il 75% di Athena Pubblicità, l’ex Visibilia Concessionaria, di Visibilia Editore e di una terza società. Il prezzo era di 2,7 milioni, con 600 mila euro già versati. L’acquisizione di Visibilia da parte di Wip Finance è saltata a marzo quando la Finma ha commissariato Wip, dopo le denunce di Giuseppe Zeno, socio di minoranza di Visibilia, e di Stefano Angi, imprenditore italiano che sostiene che la società era di sua moglie, ma le sarebbe stata carpita da Lepori e Trane. Dopo il commissariamento, l’operazione è saltata e il 21 luglio Santanchè ha ceduto gratis il 75% di Athena e a cascata l’89,9% di Visibilia Editore all’editore Giorgio Armaroli. Prima del suo arresto, Sassu rivoleva da Santanchè l’acconto di 600 mila euro. L’altroieri mattina Wip Finance è stata dichiarata fallita: non aveva in cassa nemmeno i soldi per pagarsi il liquidatore.

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