Xi Jinping mostra i muscoli: la Cina celebra la vittoria sul Giappone e lancia un avvertimento agli Stati Uniti

  • Postato il 4 settembre 2025
  • Di Panorama
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Un arsenale schierato come in una dimostrazione di forza, una coreografia militare pensata non solo per celebrare la storia ma per proiettare il futuro. Così Le Figaro descrive la grande parata che si è svolta a Pechino mercoledì scorso, in occasione dell’80° anniversario della vittoria contro il Giappone. Un evento che ha visto sfilare 10.000 soldati, un centinaio di aerei, carri armati, droni e missili di nuova generazione. Sul palco d’onore, accanto al presidente Xi Jinping, erano presenti due alleati strategici della Cina: Vladimir Putin e Kim Jong-un. Una fotografia dal forte valore simbolico, che ha mostrato al mondo il nuovo asse orientale. Nel suo discorso, Xi ha insistito sul concetto di rinascita nazionale: «La rinascita della nazione cinese è inarrestabile e la causa della pace e dello sviluppo dell’umanità trionferà». Parole che, osserva il quotidiano francese, suonano orwelliane se pronunciate nel contesto di una massiccia esposizione di armamenti. La parata non era rivolta solo al pubblico interno: l’obiettivo era lanciare un messaggio preciso a Washington e ai suoi alleati, mostrando che Pechino non intende più giocare un ruolo secondario negli equilibri globali.

Taiwan nel mirino

Al centro delle analisi degli esperti c’è il nodo Taiwan. Marc Julienne, direttore dell’Asia Center presso l’Istituto Francese per le Relazioni Internazionali (Ifri), ha spiegato a Le Figaro che «i sistemi presentati corrispondono esattamente alle capacità offensive di cui la Cina avrebbe bisogno in un conflitto per invadere l’isola». In particolare, missili a lungo raggio, droni marittimi e capacità di negazione dell’accesso mettono direttamente in discussione la presenza militare statunitense nel Pacifico. Se la qualità operativa dei sistemi non è ancora del tutto verificabile, il dato certo è che l’Esercito Popolare di Liberazione (PLA) ha compiuto enormi progressi negli ultimi dieci anni. «Il PLA non si accontenta di eccellere nei settori in cui è già forte, come i missili balistici», osserva Julienne, «ma avanza anche nella difesa aerea, nelle armi terrestri e soprattutto in segmenti emergenti come i droni aerei e sottomarini».

La nuova triade nucleare

Il cuore della dimostrazione di forza è stato il nucleare. Per la prima volta la Cina ha presentato pubblicamente la sua triade atomica: capacità terrestri, aeree e navali in grado di garantire una deterrenza completa. Secondo il Pentagono, Pechino possiede oggi circa 600 testate, ma l’obiettivo è arrivare a mille entro il 2030. Tre nuovi missili intercontinentali hanno fatto il loro debutto: il DF-31BJ, il DF-5C e il DF-61. Quest’ultimo può trasportare più testate indipendenti, mentre il DF-5C, con una gittata di 20.000 chilometri, sarebbe in grado di colpire qualsiasi punto del pianeta. È stato inoltre mostrato il missile balistico aviotrasportato JL-1, lanciabile da un bombardiere strategico: una novità che segna un salto qualitativo rispetto ai tradizionali missili da crociera. Evidente come la dottrina nucleare cinese stia evolvendo da un approccio di «secondo attacco» a una strategia di «controforza», più vicina a quella statunitense e russa. In altre parole, Pechino non punta più solo a scoraggiare un’aggressione, ma a mostrare la capacità di colpire preventivamente e con precisione.

Droni, ipersonici e armi laser

La parata ha permesso di scoprire anche quattro nuovi missili antinaveYJ-15, YJ-17, YJ-19 e YJ-20 – tre dei quali ipersonici, progettati per sfidare la flotta americana. Il DF-26, soprannominato «Guam killer», ha invece attirato l’attenzione per la sua portata strategica: può teoricamente colpire la base statunitense nel cuore del Pacifico. Grande risalto è stato dato ai sistemi senza pilota: il drone stealth da combattimento GJ-1, i cani robot utilizzati in scenari urbani, i droni navali per la guerra contro le mine e i giganteschi AJX-002 subacquei, lunghi venti metri, pensati per missioni di sorveglianza e antisommergibile. Un settore, quello subacqueo, che rappresenta un punto chiave nel confronto futuro con Washington. Non meno simbolica la presentazione dell’arma laser LY-1, con cui il PLA punta a contrastare i droni a basso costo e le minacce provenienti dallo spazio aereo.Secondo. Dopo tre portaerei, una quarta è in arrivo. Inoltre, le esercitazioni navali congiunte con la Russia hanno recentemente raggiunto le acque prossime alla zona economica esclusiva delle Hawaii, un segnale senza precedenti. Resta tuttavia un elemento che, secondo Le Figaro, ridimensiona almeno in parte la portata di questa dimostrazione: il PLA non combatte da decenni e non possiede ancora l’esperienza operativa degli eserciti occidentali. Le strutture di comando non sembrano in grado di coordinare operazioni complesse su vasta scala. Ma la direzione è tracciata: la Cina di Xi Jinping non vuole limitarsi a difendere le proprie coste e i propri flussi commerciali. L’obiettivo è diventare una potenza militare globale, con arsenali nucleari, droni, armi ipersoniche e laser. Un arsenale che, sebbene non ancora testato in guerra, manda un messaggio inequivocabile a Washington: la partita per la supremazia del XXI secolo è appena cominciata.

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Panorama

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