Zakharova attacca l’Italia, ma la politica (tutta) replica compatta
- Postato il 3 novembre 2025
- Politica
- Di Formiche
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C’è un limite anche alla provocazione diplomatica. E Maria Zakharova lo ha superato di slancio, con la consueta arroganza di chi confonde la propaganda con la politica estera. “Finché il governo italiano sperpererà i soldi dei contribuenti, l’Italia crollerà, dall’economia alle torri”, ha scritto la portavoce del ministero degli Esteri russo commentando il cedimento della Torre dei Conti ai Fori Imperiali. “Il ministero degli Esteri italiano – ha aggiunto – ha riferito che il sostegno italiano all’Ucraina ammonta a 2,5 miliardi di euro”.
Mentre a Roma i soccorritori scavavano tra le macerie per trovare un operaio, Mosca trovava il tempo per irridere un Paese alleato dell’Ucraina.
Un messaggio tanto volgare quanto calcolato. Zakharova non parla mai a caso: costruisce le sue frasi come schegge di guerra psicologica, con l’obiettivo di insinuare che il sostegno occidentale a Kyiv porti rovina in casa propria. È la stessa formula che il Cremlino applica ovunque — dalla disinformazione online ai talk show interni —: ribaltare la realtà e additare l’Occidente come responsabile delle sue stesse ferite.
Questa volta, però, la politica italiana ha reagito compatta.
Chiara Braga, capogruppo del Pd, parla di parole “inaccettabili, stupide e volgari” e chiede la convocazione immediata dell’ambasciatore russo.
Appello cui fa seguito anche la presa di posizione indignata della collega senatrice dem, Simona Malpezzi. “Conosciamo bene la vergognosa e distorta propaganda russa, che oggi arriva a strumentalizzare il crollo parziale della Torre dei Conti a Roma. Sarebbe grave se questo attacco alla nostra sovranità passasse sotto silenzio”.
Mara Carfagna, segretaria di Noi Moderati, definisce l’uscita di Zakharova “il peggiore sciacallaggio, disgustoso”.
Riccardo Magi (+Europa) accusa il Cremlino di “ennesima provocazione dopo la lista nera contro Mattarella”, mentre il numero uno di Azione, Carlo Calenda taglia netto: “Farabutti i russi e i loro sostenitori qui in Italia”.
Alla voce del centrosinistra si unisce anche, da Bruxelles, Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo: “Le parole di Zakharova sono vergognose e rientrano perfettamente nei manuali della propaganda del Cremlino. È un attacco da manuale, cinico e calcolato, contro l’Italia e contro l’Europa”.
Picierno aggiunge che “la Russia di Putin è oggi nostra nemica, perché combatte la libertà, la democrazia e i valori su cui si fonda l’Unione europea”.
Un coro di sdegno trasversale, che travalica le appartenenze e mette a nudo la posta in gioco: non un semplice insulto, ma un’offensiva comunicativa contro la coesione occidentale.
La Zakharova non deride solo Roma, ma ciò che Roma rappresenta — una nazione che, pur con esitazioni e dibattiti interni, continua a schierarsi con Kiev e con l’Europa.
È evidente che dietro il sarcasmo di Mosca si nasconda la fragilità di chi non ha più argomenti. Perché chi deve ridere delle nostre macerie per sentirsi forte, in realtà, ha già cominciato a sgretolarsi.