Zeman, parla il figlio Karel: "Papà non fuma più, ecco come sta, mi dice che sono io ora il vero Zeman"
- Postato il 18 agosto 2025
- Di Virgilio.it
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“Papà è ancora fragile, ma pian piano si sta riprendendo dopo l’ictus che lo ha colpito”. Le parole di Karel Zeman restituiscono il quadro delle condizioni di Zdenek, dopo un ictus, due ischemie cerebrali e un intervento per l’applicazione di 4 bypass al cuore. Il tecnico boemo, ha detto stop al fumo e sta seguendo un percorso di fisioterapia.
Un’immagine diversa da quella a cui era abituato tutto il mondo del calcio, ma che racconta la fase attuale della sua vita. Nell’intervista concessa al Corriere della Sera, Karel ha aggiornato sullo stato di salute del padre, con cui ha sempre condiviso la passione per il campo, ricordando anche episodi e momenti vissuti insieme tra panchine e ricordi personali.
- Zeman, le condizioni di salute e la vita da nonno
- Karel in panchina: la carriera da allenatore e il peso del cognome
- Zdenek Zeman tra Moratti e Moggi
- Il Zeman padre: ricordi, affetti e nuove fragilità
Zeman, le condizioni di salute e la vita da nonno
Karel ha rassicurato sulle condizioni di salute di papà Zeman: “L’ictus e le due ischemie lo hanno molto debilitato, ma è in progressivo miglioramento grazie a tanta fisioterapia. Di certo dovrà continuare a farla per molto tempo”. L’ex allenatore, a febbraio ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma, da quel momento ha cambiato abitudini: “Ha smesso di fumare dopo quel ricovero”.
Archiviata la grande esperienza nel calcio, Zeman oggi si dedica alla famiglia e soprattutto alla nipotina Gioia, figlia di Karel: “Fa il nonno, si gode mia figlia di tre anni. La vede molto spesso, anche qui in Sicilia dove stiamo trascorrendo l’estate tra Marsala e Mazara del Vallo, e dice che gli cambia la giornata”.
Il mondo del calcio continua a fargli sentire vicinanza. Molti ex giocatori si informano sulle sue condizioni: tra gli ultimi Eusebio Di Francesco e Giovanni Stroppa, mentre Beppe Signori è in contatto con la moglie Chiara. Segnali che testimoniano quanto Zeman abbia lasciato non solo sul piano calcistico ma anche umano.
Karel in panchina: la carriera da allenatore e il peso del cognome
Karel Zeman con il padre ha sempre condiviso la passione per il calcio. Anche lui, infatti, è allenatore: da quindici anni lavora tra Serie D e Serie C. L’ultima esperienza lo ha visto sulla panchina del Nola, ora è in attesa di una nuova opportunità. Ricorda le parole di Zdenek quando decise di intraprendere la carriera da tecnico: “Concorderei su qualunque tua altra scelta, ma io ho lavoro nel calcio e so cosa c’è nel calcio. Te lo sconsiglio”.
Una raccomandazione che non lo fece desistere: “Avevo già deciso, avevo riflettuto. Ero agli inizi, lo invitai per una settimana a vedere come allenavo le giovanili del Boiano e lui, dopo averlo fatto, mi disse: “Va bene, lo puoi fare”. Oggi? Certo, mi ispiro a lui. Di me, sono orgoglioso di una cosa: in classifica, lascio le squadre un po’ meglio di quando me le affidano”.
Il cognome, inevitabilmente, è un importante biglietto da visita. Ma non sempre un vantaggio: “Sarebbe stato più semplice se avessimo pensato ad un altro tipo di discorso. Faccio l’esempio di Carlo Ancelotti che ha portato con sé in panchina il figlio già in giovane età. Ovviamente dopo essere stati dieci anni insieme, adesso Davide trova qualsiasi squadra al mondo. Io invece mi son dovuto fare da solo. E mio padre, pur riconoscendo in me un aiuto più che valido, non mi voleva come secondo: per lui la strada dovevo trovarmela io”.
Zdenek Zeman tra Moratti e Moggi
Karel Zeman ha ricordato anche alcuni retroscena legati alla carriera del padre. Tra questi, l’interesse di Massimo Moratti che avrebbe voluto Zdenek all’Inter: “Si erano anche incontrati e ne avevano parlato, ma come spesso accade con altri presidenti tipo Zamparini, poi nel richiamarlo gli fu spiegato che “per altri motivi” non era possibile”.
Il tecnico boemo resta celebre anche per le sue denunce contro il sistema. Sul tema Calciopoli, Karel ha aggiunto: “Io credo che in tutti gli ambiti non ci sia una pulizia assoluta, sarebbe ipocrita dire il contrario: ma quello che succede nel calcio, nel bene e nel male succede dappertutto”.
Non mancano le parole su Luciano Moggi, con cui il padre ebbe molte polemiche: “Mi è capitato di avere a che fare con lui al Lavello, in Basilicata. Io allenavo e lui era consulente: non lo vedo sicuramente come il nemico. Ci siamo confrontati come due persone di calcio normalmente fanno. Rispetto alla conoscenza che ne ho avuto è una persona che con me si è comportata molto bene, mi ha anche chiesto di papà”.
Il Zeman padre: ricordi, affetti e nuove fragilità
Nei giorni scorsi la foto in acqua a Mazara ha emozionato il web: “Lo mostra fragile. Nell’invecchiamento di solito si diventa o duri o sensibili. Lui ora è persino ipersensibile”. E se il padre gli ha mai detto “bravo”: “La prima volta fu il giorno in cui mi laureai in Lingue con 110 e lode. Poi, sì, qualche altra volta, più spesso. So che ad altre persone ha anche ripetuto: “Karel in panchina? È più bravo di me””. Infine la frase che Zdenek oggi gli ripete più spesso: “M’incoraggia: “Adesso che io sono fermo, dimostra che sei tu il vero Zeman””.