Zigoni: “Andai in panchina con pelliccia e cappello da cowboy, in tasca le sigarette”

  • Postato il 26 agosto 2025
  • Calcio
  • Di Blitz
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Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Gianfranco Zigoni, il “George Best italiano”, si racconta senza filtri. “Ormai sono una specie di monumento, vengono qui in gita, ammirano il murale che mi hanno dedicato, mi chiedono dei vecchi tempi, ci facciamo un bicchierino e poi arrivederci. Essere ancora ricordato a ottant’anni mi fa piacere, non posso nasconderlo”. Parlando del calcio di oggi, Zigoni è netto: “Adesso i giocatori sono tutti dei robot. Dov’è finita la fantasia? Dove sono i dribbling? Oggi gli allenatori vogliono dei soldatini. Io, in questo calcio, non avrei potuto giocare”. I ricordi non mancano: “In Verona-Vicenza segnai un gol dribblando quattro avversari e infilando un missile nel sette. Cosa potevo fare di più? Sono andato a farmi la doccia per trovare l’acqua calda”. Oppure l’episodio con Valcareggi: “Andai in panchina con pelliccia e cappello da cowboy, in tasca le sigarette. Mi lasciava fuori? E io rispondevo così”. Una vita “esagerata”: “Sigarette, alcol, donne, belle macchine. Alla Juve Allodi mi offrì centomila lire per tagliare i capelli, io gli diedi duecentomila per tagliarsi quello che aveva di più caro”. E conclude: “Giravo con una Colt 45, sparavo ai lampioni. Dei soldi non mi è mai importato nulla. Sono rimasto un’anomalia del calcio”.

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Autore
Blitz

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