Astronomi e studenti, lavorando fianco a fianco grazie a un'iniziativa didattica senza precedenti, hanno catturato una nuova immagine mozzafiato della cometa interstellare 3I/ATLAS, immortalata con il telescopio Gemini South in Cile a 2.722 metri sopra il livello del mare. Le osservazioni, effettuate il 27 agosto 2025 con lo spettrografo multi-oggetto Gemini (uno spettrografo multi-oggetto è uno strumento astronomico che permette di analizzare simultaneamente la luce proveniente da più oggetti celesti, come galassie o stelle, all'interno dello stesso campo visivo), mostrano una coda prominente (mai osservata prima) e una chioma luminosa (la chioma di una cometa è una sorta di atmosfera temporanea che si forma quando la cometa si avvicina al Sole) che si estende nello spazio, offrendo non solo uno spettacolo celeste ma anche preziosi dati scientifici sulla composizione e sui colori di questo raro visitatore cosmico.. Astronomi e studenti. L'evento è stato parte di un programma speciale di NSF NOIRLab in collaborazione con Shadow the Scientists, pensato per avvicinare il pubblico alla ricerca astronomica. Collegati via Zoom, studenti dalle Hawaii, da La Serena e da diverse parti del mondo hanno potuto assistere in diretta alle operazioni, interagire con gli scienziati e porre domande sulla scienza delle comete. A guidare la sessione c'erano l'astronoma Karen Meech dell'Università delle Hawaii e Bin Yang dell'Universidad Diego Portales del Cile, che hanno illustrato i dati spettrali e l'importanza degli oggetti interstellari nello studio della formazione dei sistemi planetari.
Nelle immagini raccolte, la cometa appare con una chioma ampia e una coda che si estende per circa 1/120 di grado nel cielo, ben più lunga rispetto alle osservazioni precedenti: un chiaro segnale di crescente attività man mano che il calore del Sole inizia a sublimare i suoi ghiacci.. Gli obiettivi. «Lo scopo dell'osservazione era analizzare i colori della cometa e ottenere spettri per una misura diretta della chimica», spiega Meech. «Eravamo emozionati nel vedere insieme agli studenti la crescita della coda, che indica un cambiamento nelle particelle emesse rispetto alle immagini precedenti e abbiamo avuto il nostro primo assaggio della sua chimica». Anche lo scienziato Bryce Bolin (Eureka Scientific) ha preso parte alla sessione: «Ogni cometa interstellare è un messaggero di un altro sistema stellare. Studiandone luce e colore, iniziamo a comprendere la diversità dei mondi oltre il nostro». Un secondo appuntamento pubblico è già in programma per novembre 2025, quando 3I/ATLAS riemergerà da dietro il Sole: in quell'occasione sarà protagonista il telescopio Gemini North alle Hawaii.. 3I/ATLAS nel Sistema Solare. Scoperta il 1° luglio 2025 dal sistema di sorveglianza ATLAS, 3I/ATLAS è solo il terzo oggetto interstellare mai individuato, dopo ʻOumuamua (2017) e 2I/Borisov (2019). A differenza delle comete "nostrane", la sua orbita iperbolica la condurrà di nuovo nello spazio interstellare, rendendo questo passaggio un'opportunità scientifica irripetibile.
Le immagini di Gemini South del 27 agosto segnano una pietra miliare: il pubblico e gli scienziati hanno assistito in diretta alla nascita di una coda anti-solare ben definita, segno che la cometa è entrata in una fase più attiva mentre attraversa il sistema solare interno.. Un corpo antico. Le osservazioni non si limitano alla spettacolarità visiva: insieme ai telescopi come James Webb e Swift hanno analizzato la cometa in dettaglio, scoprendo caratteristiche che la rendono unica a partire dal rapporto anidride carbonica/acqua che risulta altissimo (circa 8:1), mai osservato in altre comete, che spiega perché si sia attivata già oltre l'orbita di Giove. Inoltre è stata rilevata una produzione significativa di acqua (circa 40 chilogrammi al secondo), indizio che almeno il 20% della superficie è attiva.. Una chimica unica. Vi è poi un dato più tecnico che riguarda la deplezione di catene carboniose (rapporto C₂/CN molto basso), una caratteristica rarissima. La "deplezione di catene carboniose" è una frase che sta ad indicare che questa cometa ha una scarsa presenza di molecole organiche complesse contenenti carbonio, come il monossido di carbonio (CO) o composti più lunghi. In pratica, rispetto alle comete del nostro sistema solare, 3I/ATLAS mostra molta CO₂ (anidride carbonica) ma poco CO, il che è insolito.
Infine sono stati calcolati le dimensioni del nucleo, che dovrebbe essere compreso tra 320 metri e 5,6 chilometri e il periodo di rotazione, che risulta essere di 16,16 ore. Questi dati suggeriscono che 3I/ATLAS provenga da un ambiente chimico molto diverso dal nostro e che si sia formata attorno a una stella lontana miliardi di anni fa. Alcuni studi ipotizzano persino che possa avere oltre 7 miliardi di anni, rendendola potenzialmente la cometa più antica mai osservata.. E adesso? La cometa raggiungerà il perielio (il punto più vicino al Sole) il prossimo 29-30 ottobre 2025, a circa 1,4 AU dal Sole. La minima distanza dalla Terra si avrà a dicembre 2025, quando gli passerà a 270 milioni di chilometri.
«Mentre 3I/ATLAS torna verso lo spazio interstellare», conclude Meech, «questa immagine ci ricorda che siamo parte di una galassia vasta e dinamica e che anche i visitatori più fugaci possono lasciare un segno duraturo»..