Addio al timbro sul passaporto, dal 12 ottobre entra in vigore negli aeroporti l’Entry/Exit System: ecco cos’è e come funziona il nuovo “grande fratello” delle frontiere

  • Postato il 11 ottobre 2025
  • Viaggi
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Una svolta tecnologica a lungo attesa, rinviata per tre anni a causa di complessità tecniche e preoccupazioni legate alla privacy, ma che ora diventa realtà. A partire da domani, domenica 12 ottobre 2025, negli aeroporti e alle frontiere esterne dell’area Schengen entra in vigore l’Entry/Exit System (EES), il nuovo sistema di identificazione biometrica destinato a cambiare il modo in cui milioni di persone viaggiano verso l’Europa. L’obiettivo è velocizzare le file e aumentare la sicurezza, ma non mancano i timori per il “grande fratello” alle frontiere.

Una premessa è doverosa: per i cittadini europei non cambierà assolutamente nulla, la rivoluzione riguarda esclusivamente i cittadini di Paesi terzi che non necessitano di un visto per entrare nell’Unione, come quelli provenienti da Regno Unito, Stati Uniti, Canada, Giappone o Brasile, per soggiorni di breve durata (fino a 90 giorni in un periodo di 180).

L’EES manderà in pensione il tradizionale e lento timbro manuale sul passaporto, sostituendolo con un controllo completamente digitalizzato. Al loro primo ingresso nell’area Schengen, i viaggiatori dovranno effettuare una registrazione preliminare. Presso chioschi automatici installati in aeroporto, dovranno scannerizzare il passaporto e fornire i propri dati biometrici: verranno raccolte le impronte digitali (quattro dita) e scattata una fotografia del volto per il riconoscimento facciale. Durante la procedura, verranno poste anche quattro domande obbligatorie, tra cui la conferma dell’indirizzo di soggiorno e la verifica del possesso di risorse economiche sufficienti. I dati (nome, data, luogo di ingresso/uscita e biometrici) saranno conservati in un database centralizzato per tre anni, al termine dei quali verranno cancellati, rendendo necessaria una nuova registrazione.

Quello di domani si annuncia come un vero e proprio “stress test tecnologico” per gli scali europei. Per evitare il caos, l’introduzione sarà graduale. Inizialmente, i controlli biometrici interesseranno circa il 10% dei passeggeri idonei. La piena operatività del sistema, che diventerà la regola per tutti i viaggiatori extra-Ue, è prevista per l’aprile del 2026: sarà operativo in 25 Paesi membri dell’UE appartenenti all’area Schengen, oltre a Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera.

Alla base di questa imponente rete tecnologica, gestita dall’agenzia europea eu-LISA, c’è la volontà di migliorare il controllo dei flussi migratori e rafforzare la sicurezza delle frontiere esterne. L’EES permetterà di identificare più facilmente chi supera il periodo di soggiorno consentito (“overstayers”) e di rafforzare la lotta al terrorismo e alla criminalità. Per lo sviluppo di questa tecnologia, l’Unione Europea ha messo sul tavolo un investimento da 142 milioni di euro. L’appalto è stato vinto da un consorzio formato dalla statunitense IBM, dall’italiana Leonardo e dalla francese Atos, a testimonianza della complessità e della portata strategica di un progetto che, da domani, inizierà a ridisegnare il volto delle frontiere europee.

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