Arriva il primo farmaco per la ricrescita dei capelli, adatto per adulti e adolescenti: “L’alopecia areata colpisce tra i 10 e i 25 anni, ha un peso emotivo e psicologico”

  • Postato il 3 maggio 2025
  • Salute
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 2 Visualizzazioni

Se in generale la calvizie provoca non pochi disagi, pensiamo a quali sofferenze psicologiche va incontro chi deve fare i conti con l’alopecia areata, una malattia autoimmune che causa la caduta improvvisa dei capelli, a chiazze sul capo e, in alcuni casi, dei peli su viso e corpo. E che colpisce a tutte le età, anche da ragazzini. Parliamo di una malattia che riguarda circa il 2% della popolazione mondiale e in Italia interessa 120mila persone. Tuttavia, questo dato è ritenuto sottostimato, con il rischio che questa patologia sia spesso trascurata, nonostante il suo impatto significativo sulla qualità della vita, in particolare tra giovani e donne.

Che cos’è l’alopecia areata- La malattia può comparire a qualsiasi età, ma è più comune tra i 10 e i 25 anni. Cosa succede al nostro organismo? Il sistema immunitario attacca erroneamente i follicoli piliferi, perché li considera dei “nemici”, causando chiazze di calvizie, fino a forme più estese come l’alopecia totale o universale. Oltre all’impatto estetico, la malattia provoca un notevole peso emotivo e psicologico, influenzando l’autostima e le relazioni sociali dei pazienti. Le cure attuali includono corticosteroidi (topici o iniettati) e immunosoppressori. Tuttavia, le risposte variano e non tutti i pazienti beneficiano dei trattamenti esistenti.

Le possibilità di un nuovo farmaco- C’è però un’importante novità. Recentemente, è stato approvato dall’Agenzia del farmaco italiana (AIFA) il primo farmaco orale approvato per l’alopecia areata severa negli adulti e negli adolescenti dai 12 anni in su. È il ritlecitinib, un inibitore selettivo delle chinasi JAK3 e TEC: agisce modulando la risposta autoimmune che colpisce i follicoli piliferi, interrompendo l’infiammazione e favorendo la ricrescita dei capelli. La sua azione è stata dimostrata da un ampio studio clinico internazionale, sponsorizzato e condotto da Pfizer. Questo studio, denominato Allegro, è stato svolto in doppio cieco su oltre 700 pazienti in 18 Paesi. I risultati, pubblicati su The Lancet, indicano che dopo 24 settimane di trattamento fino al 31% dei pazienti ha mostrato una ricrescita significativa dei capelli, rispetto al solo 2% del gruppo placebo. Il farmaco si è dimostrato sicuro fino a 48 settimane, senza eventi avversi gravi o decessi. I benefici sono stati osservati sia negli adulti che negli adolescenti, rendendolo una delle prime terapie sistemiche potenzialmente approvate per un ampio spettro di pazienti.

Il parere dell’esperto- “Nella mia esperienza clinica posso confermare l’efficacia del ritlecitinib – spiega al FattoQuotidiano.it il dottor Piergiorgio Malagoli, dermatologo e responsabile della Psocare Unit presso l’IRCCS Policlinico San Donato -. Si assume per via orale una compressa di 50 mg al giorno ed è indicato per le forme severe, ovvero con un interessamento del cuoio capelluto pari o superiore al 50%, secondo criteri clinici ben definiti. Dopo un’accurata valutazione specialistica, è possibile attivare un piano terapeutico con dispensazione ospedaliera del farmaco. Le forme meno estese continuano a essere gestite con i trattamenti tradizionali già consolidati nella pratica dermatologica. Questo significa che il ritlecitinib non è efficace nell’alopecia aerata di tipo universale, quando cioè si verifica una perdita di tutti i peli, dalle sopracciglia al resto del corpo.

Quando si vedono gli effetti- Il farmaco comincia a dare risultati dopo circa 12-16 settimane di trattamento. Di fatto, il follicolo ha bisogno di tempo per riprendere la produzione del capello ed è quindi necessario un trattamento protratto per diversi mesi per poter vedere i primi effetti, permettendo quindi ai capelli di ricrescere nelle zone scoperte del capo. “Una delle cose più interessanti della sua azione – continua Malagoli – è che funziona anche nei pazienti che soffrono da molti anni di questa patologia, senza presentare effetti avversi o controindicazioni”. Un risultato davvero considerevole se pensiamo che fino a poco tempo fa le uniche possibilità di trattamento erano con cortisonici o farmaci immunosopressori che non si potevano assumere per molti anni. “Nel caso del ritlecitinib, la prospettiva è che per mantenere i risultati occorra prenderlo per tutta la vita o, comunque, finché si vuole mantenere un buon risultato estetico”, precisa l’esperto. Non bisogna però cadere in un possibile fraintendimento: il farmaco non cura la calvizie androgenetica, quella classica che colpisce la maggioranza delle persone, specie da una certa età in poi.

Si prescrive solo nei centri dermatologici ospedalieri- “Il ritlecitinib può essere richiesto solo in centri dermatologici ospedalieri o universitari, dove uno specialista potrà valutare l’idoneità al farmaco e gestire il piano terapeutico – continua Malagoli -. E questo può rappresentare un limite, perché non tutti i dermatologi conoscono il ritlecitinib, con il rischio che diversi pazienti non possono usufruire delle opportunità offerte da questa nuova terapia. Tuttavia, ricordo che in ogni Regione d’Italia esistono diversi centri dermatologici ospedalieri idonei a prescrivere questo trattamento. Altra cosa importante – conclude Malagoli -, il ritlecitinib non interagisce con altri farmaci, per cui i possibili pazienti che stanno assumendo altre medicine per altre patologie non devono temere nessuna complicazione, possono prenderlo in tutta sicurezza”. Una buona notizia che potrà essere di grande conforto, in particolare nei più giovani e nelle donne, per ridurre e di fatto risolvere un problema estetico di grave impatto psicologico.

L'articolo Arriva il primo farmaco per la ricrescita dei capelli, adatto per adulti e adolescenti: “L’alopecia areata colpisce tra i 10 e i 25 anni, ha un peso emotivo e psicologico” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti