“Bambole pedopornografiche e armi in vendita”: la Commissione Europea avvia un’indagine formale su Shein
- Postato il 26 novembre 2025
- Moda E Stile
- Di Il Fatto Quotidiano
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“Le bambole sessuali dalle sembianze infantili non hanno posto online, le armi non hanno posto online, i giocattoli pericolosi non hanno posto online”. Con questa dichiarazione di ferma condanna, il portavoce della Commissione Europea Thomas Regnier ha annunciato l’avvio di una nuova indagine formale nei confronti di Shein, il colosso dell’ultra-fast fashion. Si tratta infatti della terza richiesta di informazioni a ai sensi del Digital Services Act (DSA), la legge europea sui servizi digitali, inviata alla piattaforma di e-commerce cinese: la Commissione sospetta che possa rappresentare un rischio sistemico per i consumatori di tutta l’Unione europea. La decisione arriva dopo il caso scoppiato in Francia, dove le autorità hanno scoperto che in vendita sulla piattaforma c’erano anche bambole sessuali con fattezze infantili e armi proibite, episodi che hanno portato lo Stato francese a chiedere la sospensione del sito per almeno tre mesi.
Lo scandalo arriva in un momento già delicato per il colosso cinese, reduce dalle polemiche delle associazioni di consumatori e attivisti per l’apertura del primo grande negozio fisico proprio in Francia. Non solo: si inserisce in un contesto in cui i colossi dell’e-commerce stanno mostrando falle sempre più gravi nei sistemi di controllo e nella capacità di prevenire abusi e contenuti inappropriati. Solo pochi giorni fa, infatti, anche Vinted era finito sotto i riflettori per le denunce di utenti che segnalavano annunci di lingerie e costumi da bagno usati come “esca” per reindirizzare verso profili pornografici su OnlyFans, Telegram e altre piattaforme per adulti.
I prodotti illegali venduti su Shein
L’azione della Commissione arriva in stretta collaborazione con le autorità francesi. L’allarme è suonato a Parigi in modo particolarmente forte in seguito alla scoperta di bambole pedopornografiche e armi di categoria A messe in vendita sul sito di Shein. La risposta dello Stato francese è stata immediata: il Ministero dell’Economia ha invocato la sospensione della piattaforma web per almeno tre mesi. “Non possiamo permettere che la protezione dei minori online dipenda dalla buona volontà delle aziende tecnologiche“, ha sottolineato l’Alto Commissario francese all’Infanzia Sarah El Haïry. L’udienza sulla questione, inizialmente fissata per stamattina al tribunale di Parigi, è stata rinviata al 5 dicembre, a causa dell’arrivo tardivo delle memorie difensive del colosso cinese. Il ministero ha chiarito che l’eventuale riattivazione del sito è subordinata all’accettazione di condizioni stringenti sul controllo dei venditori e sulla tutela dei minori. Nel tentativo di arginare la crisi, Shein aveva reagito sospendendo completamente le vendite dei venditori terzi nel Paese (il suo marketplace). Ma per il governo, questa risposta unilaterale non è sufficiente: il regolatore digitale Arcom monitorerà ora il sito per verificare l’assenza di ulteriori violazioni.
La reazione dell’Europa
Da parte sua, Bruxelles ha ribadito la gravità del caso: “Le bambole sessuali dalle sembianze infantili non hanno posto online, le armi non hanno posto online, i giocattoli pericolosi non hanno posto online”, ha dichiarato il portavoce della Commissione Thomas Regnier, sottolineando che l’esecutivo “prende molto seriamente” le violazioni riscontrate in Francia. Pur ricordando che la sospensione di una piattaforma è una misura “di ultima istanza”, Regnier ha spiegato che la Commissione sta verificando se Shein rappresenti un rischio sistemico per i consumatori europei.
La richiesta di informazioni inviata oggi è infatti la terza che la Commissione invia a Shein nel giro di circa un anno e mezzo. L’esecutivo europeo vuole innanzitutto capire quali siano i meccanismi adottati dalla piattaforma per mitigare i rischi. In particolare, la Commissione chiede a Shein di fornire informazioni dettagliate e documenti interni su come garantisce che i minori non siano esposti a contenuti inappropriati, attraverso misure di verifica dell’età, e su come impedisce la circolazione di prodotti illegali. Le precedenti richieste avevano già toccato punti cruciali, come la conformazione agli obblighi sulla possibilità di segnalare prodotti illegali (giugno 2024) e i rischi legati alla salute pubblica e alla trasparenza dei sistemi di raccomandazione (febbraio 2025).
La richiesta dell’Ue: dettagli su età e filtri
La Commissione chiede formalmente a Shein di fornire “informazioni dettagliate e documenti interni” su due aspetti cruciali:
- Protezione dei minori: come garantisce la piattaforma che gli adolescenti non siano esposti a contenuti inappropriati per la loro età, in particolare attraverso misure di verifica dell’età.
- Circolazione di prodotti illegali: come il sistema impedisce la vendita di merce vietata e la diffusione di contenuti illegali.
La replica di Shein
La risposta di Shein è attesa nei prossimi giorni. Poi toccherà alla Commissione valutare se l’azienda abbia davvero adottato misure efficaci o se serviranno interventi più severi. In Europa, intanto, il caso è diventato un banco di prova per capire se il DSA sia davvero in grado di fare ciò che promette: proteggere gli utenti e chiamare i giganti digitali a rispondere delle proprie responsabilità. Il Digital Services Act, in vigore dal 2023, impone infatti alle piattaforme di valutare e mitigare i rischi sistemici generati dal loro funzionamento: dalla diffusione di prodotti illegali alla manipolazione algoritmica, fino all’esposizione dei minori a contenuti dannosi.
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