Banda di ladri mascherati ruba un SUV in pieno giorno, il video è virale

  • Postato il 12 agosto 2025
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  • Di Virgilio.it
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In un’Italia che si è abituata a ogni cosa, accade che anche un furto in pieno giorno, sotto gli occhi di tutti, diventi uno spettacolo da osservare con lo smartphone in mano. È successo a Cerignola, provincia di Foggia, un luogo in cui, visti altri episodi simili, sembra quasi che le leggi dello Stato fatichino a mettere piede.

La scena è da film, il genere non è una commedia ma un brutto noir. Un SUV di Mercedes-Benz di colore scuro, elegante e sgargiante come solo certe vetture sanno essere, è parcheggiato sul ciglio della strada. Accanto, transitano auto, persone a piedi e qualche motorino. Nessuno si aspetta nulla, fino a quando un’auto bianca compare come l’ombra di un predatore. Ne scendono uomini con vestiti scuri e il volto coperto da passamontagna, che si muovono in modo felpato. Da lì a poco, il gigante teutonico sparirà in modo fraudolento, finendo nelle mani del crimine.

Il furto nell’indifferenza generale

Utilizzano una tecnica che ormai ha un nome da manuale: manomissione della centralina, seguita da una piccola “spintarella” per far muovere il colosso tedesco. In due minuti e mezzo – tanto dura il video che ha fatto il giro del web – il SUV sparisce, portato via come una preda inerme. Il tutto davanti a un bar, una tabaccheria, e un intero quartiere che guarda e non dice nulla. Qualcuno filma, ma nessuno interviene. Nemmeno una chiamata alle forze dell’ordine.

Eppure, l’indifferenza non è il vero colpevole. Il nemico è quel senso di rassegnazione che si è insinuato come ruggine nelle crepe del vivere quotidiano. A Cerignola, come in tante altre periferie di tutta Italia purtroppo, si è smesso di credere nella possibilità che le regole vengano davvero fatte rispettare. E allora, meglio filmare: almeno si ottiene qualche like, magari si diventa virali. Denunciare, invece, gente che non ha paura della legge? No, quello no.

La criminalità è un segnale pericoloso

L’amministrazione comunale si indigna e alza la voce. L’assessora alla sicurezza, T.C., dichiara la necessità di “un intervento concreto, visibile e duraturo”, mentre il sindaco F.B. chiama in causa direttamente il Ministro dell’Interno, chiedendo al Prefetto di riferire su quanto accade. Ma le parole, in certi contesti, suonano come un disco rotto. Perché già mesi fa, a Cerignola, si era vissuta una scena identica. E anche allora, c’era stato l’incontro con il prefetto, le promesse e i tavoli tecnici.

Il problema non è solo la criminalità – che qui non si nasconde più dietro il buio della notte – ma l’assuefazione. L’anestesia morale che trasforma l’illecito in routine e la legalità in un’eccezione. Un SUV rubato non è solo un danno economico: è un segnale. È l’indice che punta a un fallimento strutturale, un grido muto in un quartiere che ha perso la voce.

Un grido di allarme

Forse l’episodio non cambierà nulla. Forse tra qualche mese un altro video girerà in rete, con nuovi protagonisti e ulteriori auto, ma con la stessa sceneggiatura. O forse, finalmente, qualcuno capirà che la sicurezza non si ottiene solo con i proclami o con le conferenze stampa, ma con la presenza concreta dello Stato dove oggi regna il silenzio.

Perché a Cerignola, come in molte zone dimenticate del Belpaese, non servono più parole. Occorrono fatti. E magari, anche un po’ di coraggio in più – non solo da parte delle istituzioni – anche da chi guarda in silenzio, con il telefono in mano.

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Virgilio.it

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