Basilica di San Clemente, viaggio nei segreti sotterranei di Roma
- Postato il 9 agosto 2025
- Idee Di Viaggio
- Di SiViaggia.it
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Nel cuore della capitale a due passi dal Colosseo, nascosta in una piazza tranquilla, si staglia la Basilica di San Clemente. Ma chiamarla semplicemente “basilica” è riduttivo: si tratta, infatti, di un vero e proprio “viaggio verticale” nella memoria di Roma, una discesa emozionante al cospetto di secoli di storia, spiritualità e arte. Non è un caso che sia amata dai pellegrini, dagli studiosi e dai viaggiatori di tutto il mondo: qui, più che altrove, la città si svela come un “palinsesto vivente”, in cui ogni epoca ha lasciato un’impronta tangibile, custodita sotto i nostri piedi.
Entrando nella chiesa superiore, risalente al XII secolo, si viene accolti da un’atmosfera solenne e luminosa: i mosaici dell’abside risplendono con l’oro del Paradiso, mentre il coro marmoreo del VI secolo, il pavimento cosmatesco e gli affreschi del primo Rinascimento ricordano che l’arte sacra è parte integrante della struttura. Ma è scendendo che inizia la meraviglia: sotto la basilica attuale si apre una chiesa paleocristiana del IV secolo, il cui fascino è custodito negli affreschi medievali, considerati tra i più straordinari dell’intero patrimonio artistico europeo.
E ancora più giù, un ultimo livello riporta indietro fino al I secolo d.C., quando su questi terreni sorgevano una domus romana, un mitreo e un grande edificio pubblico, attraversato dalle acque sotterranee dell’antica Roma, un intreccio perfetto di religione, civiltà e mito, dove ogni pietra racconta il passaggio dall’Impero alla cristianità.
Le origini tra mistero e fede
La Basilica di San Clemente vanta una storia che affonda le radici nel II secolo d.C. In quel periodo, la zona era occupata da una casa patrizia appartenente a Tito Flavio Clemente, uno dei primi senatori romani convertiti al Cristianesimo: quando ancora questa fede era perseguitata, le stanze della sua domus diventarono luogo di riunione segreta per la comunità cristiana. Un inizio intimo e rischioso, che già preannunciava la destinazione spirituale del luogo.
Ma la Roma imperiale era un crogiolo di culti e simboli, e lo stesso spazio fu in seguito trasformato in un mitreo: un tempio dedicato a Mitra, divinità solare di origine persiana, il cui culto misterico prevedeva riti d’iniziazione celebrati in ambienti sotterranei. È sorprendente, oggi, camminare tra i corridoi antichi e immaginare le fiaccole, i canti rituali, la tensione sacra di quel mondo sotterraneo.
Con l’arrivo della libertà di culto, sancita dall’Editto di Costantino nel 313 d.C., le radici cristiane poterono emergere alla luce. Fu così che, sopra quella casa e quel mitreo, sorse una basilica: un luogo di culto ufficiale, consacrato da Papa Siricio, che mantenne viva la memoria dei primi credenti romani.
Il tempo, però, non risparmiò tale costruzione: nel 1084 i Normanni di Roberto il Guiscardo saccheggiarono Roma, e la basilica venne gravemente danneggiata. I suoi resti vennero sepolti sotto cinque metri di detriti.
Ma la sua storia non finì lì. Papa Pasquale II, pochi anni dopo, decise di costruire una nuova chiesa proprio sopra quella antica. Era il 1108: nasceva così la Basilica superiore di San Clemente, quella che tuttora accoglie visitatori e fedeli, sospesa sopra secoli di storia.
Le tappe da ammirare

La Basilica di San Clemente è un labirinto verticale in cui le epoche si sovrappongono come pagine di un libro scritto nella pietra. Ogni gradino verso il basso è un passo indietro nella storia, ogni ambiente un frammento vivo della Roma che fu: l’incredibile intreccio di strati sovrapposti consente di vivere un’esperienza senza eguali, capace di raccontare secoli di fede, arte e trasformazione urbana.
La Basilica superiore del XII secolo
Il viaggio comincia dalla basilica visibile oggi in superficie, consacrata nel 1108, dove lo sguardo viene subito rapito dalla splendida pavimentazione cosmatesca, un tappeto di marmi colorati disposti secondo una geometria che danza sotto la luce.
Il presbiterio è un trionfo di sculture e simboli: la Schola Cantorum con gli amboni medievali, il candelabro per il cero pasquale e gli elementi scolpiti provenienti dalla chiesa più antica. Ma l’apice della bellezza si raggiunge osservando il grande mosaico dell’abside: una croce dorata si staglia contro un cielo di lapislazzuli, circondata da figure celestiali e tralci di vite.
Nella cappella di Santa Caterina, invece, Masolino da Panicale firma un ciclo di affreschi che rappresenta una delle prime scintille del Rinascimento italiano.
La Basilica inferiore del IV secolo
Scendendo nel cuore della terra, il silenzio si fa più denso e la luce si attenua. Si entra nella basilica paleocristiana edificata nel IV secolo: un luogo dal fascino antico, dove la pietra rievoca la presenza delle prime comunità cristiane.
Sulle pareti si dispiegano affreschi di epoche diverse, dall’VIII all’XI secolo. Uno dei più famosi è la Leggenda di Sisinnio, in cui un’iscrizione scritta in un italiano primitivo racconta una scena vivace e popolare. Poco distante, la tomba di San Cirillo, apostolo degli slavi e inventore dell’alfabeto cirillico, rende questa tappa un punto di riferimento spirituale non solo per l’Europa occidentale, ma anche per il mondo slavo e ortodosso.
Il mitreo e la domus romana del I secolo
Ancora un livello più in basso, e la Roma imperiale torna a vivere. In un ambiente umido e segreto, affiora un mitreo: un tempio misterico dedicato a Mitra, divinità orientale adorata da molti soldati e funzionari dell’Impero.
L’altare scolpito con la scena del dio che uccide il toro è ancora intatto, potente e simbolico. Il tempio fu ricavato all’interno di un’antica domus, la cui struttura è ancora leggibile: sale affrescate, una cripta porticata, ambienti funzionali alle cerimonie.
A pochi passi, un altro edificio di epoca romana lascia intravedere tracce della Moneta, la zecca imperiale, che probabilmente aveva sede proprio in quest’area.
Informazioni utili
Visitare la Basilica di San Clemente è un’esperienza intensa ma contenuta nel tempo: l’intero percorso si può compiere in circa mezz’ora, anche se ogni scorcio invita a soffermarsi, a respirare, a meravigliarsi.
La prenotazione online è obbligatoria, sia per accedere agli scavi che per scegliere la fascia oraria più comoda. Si consiglia di presentarsi almeno dieci minuti prima dell’orario indicato sul biglietto: l’accesso è regolato per garantire a tutti una partecipazione sicura, piacevole e rispettosa del luogo.