Crotone, incontro con De Magistris: «La Calabria è la regione a più alta densità massonica d’Italia»

  • Postato il 14 maggio 2025
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Crotone, incontro con De Magistris: «La Calabria è la regione a più alta densità massonica d’Italia»

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Dall’incontro tra De Magistris e i giuristi a Crotone spunti di riflessione sulla Calabria massonica e l’esperienza catanzarese dell’ex pm


CROTONE – «La Calabria è la regione a più alta densità massonica e mafiosa d’Italia».  Da questa affermazione, contenuta nei suoi libri, è partita la riflessione dell’ex pm Luigi De Magistris, incalzato dal presidente della Sezione penale del Tribunale, Edoardo D’Ambrosio, in una gremita aula delle udienze penali. A Crotone per un incontro con gli studenti del liceo scientifico Filolao e per la presentazione del suo ultimo libro, “Poteri occulti”, De Magistris è stato anche a Palazzo di giustizia, dove ha raccontato a magistrati e avvocati la sua esperienza umana e professionale. Non senza una certa emozione, perché ha rivisto colleghi e ha ricalcato aule che aveva frequentato da pm. Il presidente D’Ambrosio, che ha moderato l’incontro, ha ricordato che quando entrò in magistratura aveva proprio De Magistris come riferimento per quello che «in quegli anni rappresentava». E proprio lui ha chiesto a De Magistris di commentare la sua esperienza calabrese.

A CHI APPARTIENI

L’ex pm ha ricordato così il suo “battesimo” catanzarese. «Un noto avvocato penalista calabrese, mentre mi accingevo a tenere la mia prima udienza, mi chiese “a chi appartenessi”. Risposi che non appartenevo a nessuno e che sono un uomo libero. Volevo solo dare un contributo a una terra che ha sete di giustizia». Un altro avvocato, molto anziano, entrò nel suo ufficio con un messaggio sibillino. «Il suo problema è che si è messo contro. Mi fece il segno del piano di sopra e quello del simbolo della massoneria».

DE MAGISTRIS, LE DENUNCE

Insomma, una terra difficile, la Calabria, ma gli stereotipi non sono aderenti alla realtà. «Napoli soffre per il marchio di Gomorra e spazzatura. Sulla Calabria c’è il bollino della connivenza e dell’omertà. Ma dietro il mio ufficio c’era la fila di calabresi che non denunciavano ladri di polli ma avevano fiducia in magistrati e investigatori giovanissimi».

POTERI FORTI

Ma la Calabria è anche il luogo in cui poteri forti si compattano. «Sono depositario di una serie di record – ha ricordato l’ex pm – Ho avuto 117 interrogazioni parlamentari, 5 anni di ispezioni, 86 verbali resi all’autorità giudiziaria, mi sono difeso in 10 procedimenti disciplinari e penali. Ma per arrivare all’obiettivo di togliermi le indagini è stato necessario il coinvolgimento della magistratura stessa. Menti raffinatissime hanno stabilito che i panni sporchi dovevano essere lavati in famiglia. Non ho mai smesso di avere fiducia nelle istituzioni – ha aggiunto –  Mi farei ammazzare per l’indipendenza e autonomia della magistratura. Ma la magistratura deve comunque avere il coraggio di affrontare anche una questione morale interna».

OMICIDIO PROFESSIONALE

 In quella Calabria masso-mafiosa è, dunque, avvenuto quello che De Magistris ha definito come il suo «omicidio professionale». Il riferimento è alle vicissitudini che lo hanno indotto a dimettersi dalla magistratura. «Una neutralizzazione da parte di centri di potere compiuta non con la pistola ma grazie alla saldatura con pezzi di magistratura. Eppure – ha aggiunto – nonostante avessi potuto mettere una “X” su questa terra, il mio amore per i calabresi resta. Non dimenticherò mai le 100mila firme dei calabresi in mio sostegno».

DE MAGISTRIS SOTTO ATTACCO

 De Magistris non dimentica neanche l’incontro alle due di notte con un benzinaio di Castrovillari. «Mi disse che non avevano colpito me, ma i calabresi che avevano creduto nello Stato». Riferimenti anche ai diritti negati. «Ci riempiamo la bocca di Costituzione ma per l’80 per cento non è applicata». E strali sulla riforma Nordio. «Punta a un magistrato burocrate, conformista e attento alla statistica».

ALTRI INTERVENTI

In apertura dei lavori, anche la presidente del Tribunale di Crotone, Maria Luisa Mingrone, ha rievocato gli anni in cui De Magistris svolgeva la sua funzione nel distretto di Catanzaro. Il procuratore di Crotone, Domenico Guarascio, ha colto l’occasione per riflettere sul livello “inopinato” raggiunto oggi dal conflitto tra politica e magistratura. Il presidente della Camera penale, l’avvocato Aldo Truncè, ha ricordato gli interventi di De Magistris proprio nell’aula delle udienze penali in cui si è svolto l’incontro. «Il processo sia strumento di garanzia», ha auspicato.

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