Curve e violenza: richieste condanne dure per gli ex capi della Nord e della Sud
- Postato il 23 maggio 2025
- Di Panorama
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Il processo sulla gestione malavitosa delle curve di San Siro è arrivato al momento delle richieste di condanna e la Procura di Milano ha fatto il conto. Dopo gli arresti dei mesi scorsi che hanno decapitato i direttivi della Nord e della Sud, successivi all’omicidio di Antonio Bellocco – maturato all’interno della Nord interista – con ricostruzione anche di diversi episodi di cronaca nera degli anni scorsi, i magistrati hanno chiesto la condanna per i capi ultras delle due squadre milanesi coinvolte in un’inchiesta che ha svelato gli intrecci e il malaffare che dominava i settori più caldi delle due tifoserie.
Migliaia di pagine di atti che hanno portato a un processo per rito abbreviato, uno dei filoni di questa indagine che ha riscritto per sempre la geografia di San Siro, almeno nelle intenzioni della Procura e delle forze dell’ordine milanesi.
Processo alla Curva Nord, le richieste di condanna per Beretta e gli ultras interisti
Il pm della Dda di Milano Paolo Storari ha chiesto una condanna a 9 anni di reclusione per Andrea Beretta, ex capo della Curva Nord interista e ora collaboratore di giustizia che con il suo racconto ha permesso di risalire anche ai responsabili di un altro omicidio maturato nell’ambito della tifoseria interista, quello che ha visto come vittima di esecuzione Vittorio Boiocchi. Beretta era imputato per aver ucciso, al termine di una lite, Antonio Bellocco, anche lui nel direttivo ultrà nerazzurro e rampollo del clan di ‘ndrangheta oltre che per associazione a delinquere con aggravante mafiosa. Nello stesso processo che si celebra con rito abbreviato e in più filoni sulle curve di San Siro, la Procura ha chiesto 8 anni di reclusione per Marco Ferdico, un altro dei leader del direttivo della Nord.
La richiesta di condanna a 9 anni per Andrea Beretta tiene conto del fatto chela scelta del rito abbreviato non prevedeva aggravanti da ergastolo mentre è stata considerata la collaborazione considerata fattiva e utile con la giustizia e con il prosieguo delle indagini. L’ex capo della Curva Nord nei mesi scorsi ha reso una serie di verbali fornendo elementi sugli affari della Nord e sull’omicidio di Vittorio Boiocchi, leader storico freddato sotto casa nell’inverno del 2022.
Beretta si è autoaccusato come mandante e ha tirato in ballo altri responsabili ultras, tra cui Marco Ferdico. Un procedimento, quello sul caso Boiocchi, che ha portato ad altri arresti di recente, ma che è separato da questo processo principale sulle curve. Oltre a quelle per Beretta e Marco Ferdico, sono stati chiesti 5 anni per Renato Bosetti, 7 anni per Giuseppe Caminiti, legato, stando alle indagini, alla ‘ndrangheta, 6 anni e 8 mesi per Gianfranco Ferdico, padre di Marco, 7 anni per Christian Ferrario, presunto “custode” dell’arsenale di armi di Beretta e della curva. E ancora 7 anni e 4 mesi per Francesco Intagliata, 6 anni e 8 mesi per Mauro Nepi e Matteo Norrito e 5 anni per Debora Turiello, l’unica donna imputata e che, per l’accusa, avrebbe gestito la cassa della Nord e il capitolo dei biglietti. Da quest’ultimo negli atti erano emerse pressioni nei confronti di responsabili del club nerazzurro per avere ticket per le partite importanti, poi da rivendere, per l’accusa, anche con metodi estorsivi. Il processo, davanti alla gup Mongiardo, dovrebbe chiudersi con la sentenza il 17 giugno.
Processo alla Curva Sud, le richieste di condanna per Lucci e gli ultras milanisti
Il pm della Dda di Milano Paolo Storari ha chiesto 10 anni di reclusione per Luca Lucci, capo della Curva Sud milanista imputato come mandante del tentato omicidio dell’ultrà Enzo Anghinelli e di associazione per delinquere finalizzata ad aggressioni ed estorsioni. Chiesti 10 anni anche per Daniele Cataldo, vice di Lucci e ritenuto l’esecutore materiale del tentato omicidio del 2019 risolto grazie all’inchiesta partita nello scorso autunno e che ha consentito di ricostruire una serie di episodi di sangue degli ultimi anni legati al tifo milanista.
Nel processo con rito abbreviato a porte chiuse, con più filoni e davanti alla gup Rossana Mongiardo, scaturito dal maxi blitz di fine settembre scorso che aveva portato a 19 arresti, ma anche da altre operazioni nei mesi seguenti, il pm ha anche chiesto condanne a 4 anni e 6 mesi per Alessandro Sticco e Fabiano Capuzzo, 3 anni e 8 mesi per Islam Hagag e 3 anni e 4 mesi per Luciano Romano.
Uno dei capitoli del processo è appunto anche il tentato omicidio dell’ultrà rossonero Enzo Anghinelli del 2019, rimasto un caso irrisolto per anni e poi risolto nei mesi scorsi, contestando il ruolo di mandante al capo della Sud milanista Luca Lucci e di esecutore materiale al suo vice Daniele Cataldo. Anghinelli si era salvato per miracolo dopo che aveva ricevuto colpi di pistola alla testa, in zona Porta Romana. In più, ci sono le accuse di associazione per delinquere, perché la Sud, guidata da Lucci, si sarebbe mossa con aggressioni, anche agli steward dello stadio Meazza, ed estorsioni per i business collegati. A processo, in un altro filone abbreviato davanti alla sesta penale, ci sono altri tre ultrà milanisti, tra cui Francesco Lucci, fratello di Luca, e Christian Rosiello, ex bodyguard di Fedez (non indagato), per i quali nei giorni scorsi il pm Storari ha già chiesto condanne.
Nel processo sono parti civili, per i danni subiti, la Lega Serie A, con l’avvocato Salvatore Pino, il Milan, col legale Enrico de Castiglione, e l’Inter, con gli avvocati Francesco Mucciarelli, Adriano Raffaelli e Caroline Hassoun.
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