Da Djokovic a Battocletti, medaglie di legno che fanno la storia
- Postato il 26 novembre 2025
- Sport
- Di Agi.it
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Da Djokovic a Battocletti, medaglie di legno che fanno la storia
AGI - "Nell’arte, nello sport, nella vita si può anche perdere, senza essere a tutti i costi eroi invincibili. Dobbiamo rivendicare anche il diritto alla fragilità, al non farcela, a non essere perfetti perché nessuno lo è. Nella vita mi sono sempre sentita più vicina ai quarti che agli ultimi che ai primi, a quelli che la cronaca sul momento sembra dimenticare ma che sulla distanza fanno anche la storia". Con queste parole, nella prefazione del libro 'Quarti di gloria' di Gerardo De Vivo e Serena Sartini (edizioni Lab DFG, pagg. 158 - 18,90 euro) Loredana Bertè rivendica con orgoglio di far parte del club dei quarti posti (arrivò ai piedi del podio al Festival di Sanremo 2019 col brano 'Cosa ti aspetti da me').
Cosa significa arrivare quarti? Che impatto ha sulla vita di uno sportivo essere rimasto fuori dal podio per un soffio, un decimo di secondo, un centimetro, un gol mancato? Come sarebbe cambiato il suo destino se avesse tagliato il traguardo appena un millesimo di secondo prima?
Le storie straordinarie di "Quarti di gloria"
'Quarti di gloria' racconta storie straordinarie di atlete e atleti che, arrivati a un passo dal podio, hanno trasformato un (in)successo in forza, orgoglio e rivincita. Un tributo a quei piazzamenti che il presidente della Repubblica e il presidente del Coni non hanno esitato a celebrare come simbolo di grandezza. Solo all'Olimpiade di Parigi 2024, l'Italia ne ha collezionati ben 20, primato in una singola edizione. Tra questi il quarto posto di Benedetta Pilato nei 100 rana ai Giochi di Parigi, a 1 centesimo dal bronzo. La sua gioia ha dato il là a un confronto sul valore dei quarti posti, celebrati anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella sin da Rio 2016. Per la prima volta, quei 'quarti posti' - spesso dimenticati - diventano protagonisti di un libro.
In 'Quarti di gloria' si raccontano 16 storie di quarti posti dalle diverse sfumature, nessun uguale all'altro. Il quarto posto nei 5000 metri di Nadia Battocletti a Parigi 2024, per pochi istanti terzo prima di tornare quarto; i due quarti posti consecutivi di Vanessa Ferrari ai Giochi di Londra 2012 e Rio 2016, prima dell’argento di Tokyo 2020.
Poi il quarto posto nel K4 di Antonio Rossi a Pechino 2008, che dopo quattro Olimpiadi sempre a medaglia scende dal podio nell'ultima della sua straordinaria carriera. E ancora, la rabbia di Federica Pellegrini per il quarto posto nei 200 stile ai Giochi di Rio 2016 che dopo meno di un anno si trasforma nell'oro iridato di Budapest. Per arrivare alle lacrime di Tania Cagnotto a Londra 2012, che diventano lacrime di gioia quattro anni dopo a Rio. E, per una volta buon "ultimo", Novak Djokovic, l'uomo dei record, a cui mancava solo l'oro olimpico centrato a Parigi dopo avere messo in bacheca due quarti posti a cinque cerchi.
Novak Djokovic, la medaglia di legno del campionissimo
Tra i più illustri membri del 'club dei quarti posti' troviamo due insospettabili: Novak Djokovic e Federica Pellegrini. Il tennista più vincente della storia, recordman di vittorie praticamente ovunque, ha fallito a lungo uno degli obiettivi a cui teneva di più: la medaglia olimpica. E lo ha fatto per tre volte di seguito, eliminato in semifinale del torneo olimpico e finendo al quarto posto in due occasioni, a Pechino e a Londra. Solo a Parigi 2024 il serbo corona il suo sogno completando la collezione di trofei, vincendo in finale contro Carlos Alcaraz.
“Questo libro contiene un capitolo su di te e sulla tua straordinaria impresa a Parigi, luglio 2024, quando hai vinto l'oro olimpico che mancava”, ha detto uno degli autori, Serena Sartini, consegnando il libro a Riad – dove il campione serbo ha partecipato al Six Kings Slam. “Grazie”, ha risposto Nole sorridente, prestandosi poi alle foto e a un autografo del volume.
Federica Pellegrini, il quarto posto più doloroso
In quanto alla 'divina' Federica Pellegrini, anche lei ha nel palmares un quarto posto. Dolorosissimo. Ai Giochi di Rio del 2016, dopo la delusione di quattro anni prima a Londra, la campionessa puntava decisamente alla sua terza medaglia olimpica dopo l'argento di Atene 2004 e l'oro di Pechino 2008. Giunse quarta dietro all'aliena Katie Ledecky, Sarah Sjostrom e Emma McKeon. La delusione fu grandissima e, al termine della gara, dichiarò: "Non pretendevo di vincere, ma almeno lottare per il terzo posto", per poi aggiungere: "Io capisco bene quali sono le mie sensazioni in acqua, sono rimasta sorpresa perché mi sembrava di nuotare molto più veloce". Per la 'divina' una delusione, ma la storia le avrebbe restituito il maltolto con la qualificazione alla finale olimpica nei 200 di Tokyo 2020, unica nuotatrice a raggiungere questo traguardo in cinque olimpiadi.
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