Donne vittime di violenza, i contributi per l’indipendenza economica saranno erogati dall’Inps
- Postato il 28 ottobre 2025
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- Di Genova24
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Genova. Sarà l’Inps a erogare i contributi da 500 euro al mese per le donne vittime di violenza in Liguria, finanziati dalla Regione con un fondo da 100mila euro per il 2025. È quanto prevede la proposta di legge proposta dalla capogruppo di Avs Selena Candia, firmata da tutti i capigruppo e approvata all’unanimità in consiglio regionale.
La misura in realtà era già stata approvata con un emendamento ai documenti di bilancio nella sessione di fine luglio. Secondo la precedente formulazione, però, i contributi sarebbero stati erogati da Filse e questo avrebbe comportato un’erosione del fondo per i costi legati al bando. Il nuovo testo, invece, prevede un “raccordo con le misure previste dal reddito di libertà” e prescrive che la Regione adotti “gli accordi e i protocolli operativi con l’Inps e con gli altri soggetti competenti, senza che ciò comporti nuovi oneri o adempimenti a carico delle potenziali beneficiarie”.
“Con questa legge, la Regione Liguria si assume la responsabilità concreta di istituire un fondo economico dedicato alle donne vittime di violenza, perché nessuna sia costretta a scegliere tra la libertà e la sopravvivenza economica – commenta Candia -. Nel 2024, sono raddoppiate le telefonate ai centri anti-violenza in Liguria rispetto all’anno precedente. Il femminicidio di Giulia Cecchettin ha aumentato la consapevolezza del problema e ha portato le donne a denunciare, a rivolgendosi ai centri antiviolenza. Di fronte a questo aumento delle segnalazioni, non c’è stato a livello nazionale un aumento dei fondi per la presa in carico di queste situazioni. Le istituzioni non possono limitarsi di dire alle donne di denunciare le violenze, ma devono dare risposte chiare e percorsi d’uscita”.
La legge prevede per ora un contributo massimo di 500 euro al mese per una durata compresa tra uno e tre anni. Con questa cifra si potranno aiutare concretamente circa una ventina di donne in un anno. Sarà la giunta, sentita la competente commissione consiliare, a definire i criteri di accesso ai contributi individuando una serie di priorità sulla base dell’indicatore Isee, della presenza di figli minori o altri carichi familiari e della partecipazione a percorsi di accompagnamento socio-psicologico.
Per la raccolta delle domande e l’istruttoria è prevista la collaborazione coi centri antiviolenza accreditati e con le conferenze dei sindaci. La Regione promuoverà anche servizi di consulenza legale gratuita e orientamento al lavoro per le donne beneficiarie, anche attraverso gli ordini professionali.