“Dopo l’ultima telefonata avevo un presentimento. Sono sopraffatto dal dolore, eravamo rimasti noi. Quando andammo da Padre Pio, lui lo cacciò via”: il ricordo di Renzo Arbore

  • Postato il 17 agosto 2025
  • Televisione
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 5 Visualizzazioni

È spaesato, confuso, la voce incrinata da un dolore che non riesce a ordinare. Renzo Arbore, l’altro gigante della televisione italiana, commenta a caldo la scomparsa dell’amico e collega di una vita, Pippo Baudo. E le sue parole non sono solo un omaggio, ma il ritratto commosso di un’epoca irripetibile. “Sono sopraffatto dal grande dolore. Eravamo rimasti noi“, confida al Corriere della Sera, con la sensazione che una porta si sia chiusa per sempre.

“Ho la mente affollata di ricordi”, dice Arbore. L’ultimo contatto risale a una ventina di giorni fa. “Pippo era stato sbrigativo. Ricordo che mi disse: ‘Ci vediamo presto sì’; e poi ha attaccato. So che non stava bene, certo, ma la morte è stata inaspettata”. Un presentimento forse confermato dal silenzio degli ultimi giorni: “Io e altri amici gli abbiamo scritto gli auguri di Ferragosto, ma né lui né la sua assistente Dina ci hanno risposto“.

Quello tra Arbore e Baudo era un legame profondo, che andava oltre il piccolo schermo. “Eravamo amici perché avevamo la stessa estrazione”, svela. “Tutti e due avvocati mancati. Tutti e due provinciali, che volevamo sprovincializzarci”. Un’affinità che li ha portati a condividere momenti surreali, come una visita a Padre Pio: “Il quale chiese a Pippo: ‘Lei è venuto per fede o curiosità?’. Pippo: ‘Per curiosità’. E Padre Pio: ‘Allora vattenn’ [Vattene, in dialetto, ndr]”.

Un’amicizia che in televisione si trasformava in complicità assoluta:”Avevamo un’amicizia professionale, ci bastava uno sguardo per capirci, perché facevamo parte della stessa Rai”. Ed è proprio la televisione il cuore del ricordo di Arbore. Una televisione che non esiste più, quella di Biagio Agnes e Sergio Zavoli. “Pippo rappresentava la Rai con tutti i suoi programmi: i suoi Sanremo, i suoi ‘Fantastico‘, le sue ‘Domenica In‘. Incarnava quella Rai artistica con cui collaboravamo entrambi”.

La loro ambizione era diversa da quella di oggi: “Non ricordo di aver mai parlato di share con lui”, sottolinea Arbore. “C’era la velleità di fare un programma che piacesse davvero al pubblico, tenendo in conto anche il pubblico esigente, la critica”. Baudo era un professionista dalla preparazione immensa, un “fantastico creatore di programmi” che “suonava benissimo il pianoforte”. Ma Arbore ricorda anche la sua sofferenza, quando lasciò Viale Mazzini per una breve parentesi a Mediaset. “Si era subito pentito, ed è stato un momento molto duro per lui. Si sfogava tanto con me”. Per Renzo Arbore, la scomparsa di Pippo Baudo non è solo la perdita di un “amico caro” e di un “collega eccezionale”. È la fine simbolica di un’intera era televisiva: “Pippo”, conclude con una nota di amara nostalgia, “rappresentava una Tv che adesso non c’è più”.

L'articolo “Dopo l’ultima telefonata avevo un presentimento. Sono sopraffatto dal dolore, eravamo rimasti noi. Quando andammo da Padre Pio, lui lo cacciò via”: il ricordo di Renzo Arbore proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti