Ex Ilva, le molotov e i razzi di segnalazione erano in un magazzino interno allo stabilimento

  • Postato il 29 ottobre 2025
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Genova. Non era nei pressi della portineria, bensì all’interno dello stabilimento ex Ilva in un magazzino inutilizzato la scatola con le molotov trovate ieri notte da una guardia giurata. Una zona quindi tecnicamente non accessibile a tutti ma, come è emerso dai primi riscontri, priva di telecamere.

Non solo – in base a quanto rilevato dagli investigatori – tutte le telecamere dell’area erano l’altra notte non funzionanti per un problema al server. Si infittisce così il mistero sul ritrovamento che ha messo in allarme la scorsa notte la polizia, la Digos e ha mobilitato anche gli artificieri.

Le molotov a quanto risulta erano confezionate con la miccia di stoffa ma erano prive di liquido infiammabile. Questo fa ipotizzare fra gli investigatori diversi scenari: dal gesto dimostrativo alla possibilità invece che chi ha posizionato lì la scatola volesse riempire le bottiglie in un secondo momento.

Inoltre si apprende che i due razzi di segnalazione, ritrovati anch’essi nella scatola e che erano legati insieme con della carta stagnola fossero stati svuotati per essere riempiti successivamente, trasformandoli in potenziale ordigno rudimentale se fossero stati poi riempiti di esplosivo.

Nella scatola, oltre a sassi, bulloni e uno striscione con scritto “No al forno Acab,” c’era anche una bomboletta spray, anche questa rivestita di stagnola. Alcuni dei reperti sono stati affidati alla polizia scientifica, altri dopo le analisi radiografiche sono stati distrutti in cava dagli artificieri.

In Procura nelle prossime ore sarà aperto un fascicolo per fabbricazione e detenzione di materiali esplodenti e l’indagine sarà affidata a un pm della Dda, a coordinare le indagini della Digos.

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Genova24

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