Ex ilva, lo spettro della chiusura. I lavoratori bloccano Cornigliano: “Genova perderà mille posti di lavoro”

  • Postato il 19 novembre 2025
  • Altre News
  • Di Genova24
  • 4 Visualizzazioni
Sciopero ex ilva 19 novembre

Genova. Sono cominciate con un’assemblea alle 8 davanti alla portineria e stanno proseguendo con un corteo che alle 8:50 è entrato sulla Guido Rossa e si è fermato all’altezza della stazione di Cornigliano, le 24 le ore di sciopero a Genova per i lavoratori dell’ex Ilva. Alle 9:10 la polizia locale comunica: via Cornigliano chiusa al transito in entrambe le direzioni – piazza Savio chiusa al transito – strada Guido Rossa direzione levante e ponente chiusa al transito.

I lavoratori sembrano voler stazionare parecchio in quell’area, visto che alle 9:15 hanno iniziato a montare un gazebo.

Le motivazioni dello sciopero ex Ilva

Dopo l’incontro di ieri tra sindacati e governo, il futuro degli stabilimenti sembra sempre di più la chiusura. A Cornigliano il delegato rsu Fiom Armando Palombo spiega: “Con la conferma dell’annuncio di ieri del governo, che si produce poco a Taranto e che quel poco che si produce si vende subito a Taranto per fare cassa, gli stabilimenti del Nord, Genova in primis, non avranno più prodotto e quindi chiudono. Vuol dire che a Genova si perdono mille posti di lavoro e chiediamo agli enti locali, al Comune, alla Regione di sospendere ogni attività come segno di solidarietà e di cominciare a trovare soluzioni serie a mille posti di lavoro. Quindi non è più il problema del cassa integrato in più o cassa integrato in meno, qua stanno chiudendo la siderurgia in Italia”.
Oggi l’annuncio di 24 ore di sciopero per l’ex Ilva e dichiarata l’occupazione della fabbrica: “Con i nostri mezzi andremo per Cornigliano e aspetteremo lì, qualcosa succederà”, dice Palombo.

Tra alternative e richieste di solidarietà concreta

Ci si chiede a questo punto se sia possibile una vendita spacchettata rispetto a quello che era il piano iniziale di tenere tutta l’acciaieria insieme che quindi possa salvare lo stabilimento genovese. “Quello che so è che a Genova e a Novi basta che arrivano dei rotoli e noi li lavoriamo. C’è il mercato, c’è la professionalità, perché qua stiamo tenendo in piedi gli impianti grazie ai lavoratori: vale per il ciclo latta, per il ciclo zincato, quindi i lavoratori stanno tenendo in piedi questa fabbrica. Se arrivano i rotoli noi lavoriamo, poi da dove arrivano non ha importanza, a noi ci serve che arrivi il rotolo. Taranto va verso la chiusura, perché con l’annuncio della chiusura delle cokerie andiamo verso una chiusura annunciata, un milione di tonnellate è pochissimo, se se lo vendono come hanno annunciato subito senza portare al Nord il lavoro, il Nord chiude e noi non staremo zitti”.

Palombo si appella agli enti locali, Comune e Regione: “Non chiediamo una solidarietà con comunicati, ma che sospendano le sedute e che si facciano vedere e che comincino a pensare che Genova perde mille posti di lavoro, quindi a chi annunciava piani fantasmagorici, oggi sul piatto c’è non un cassaintegrato in più, ma mille posti di lavoro che si perdono a Genova e le risposte nostre saranno conseguenti a questo”.

Nicola Appice della Fim Cisl aggiunge: “Abbiamo deciso di mobilitarci, siamo partiti con Genova, Novi, ma sicuramente la situazione è talmente grave che bisogna alzare il tiro. Di soluzioni ce ne possono essere tante, bisogna avere la volontà di trovarle“.

Autore
Genova24

Potrebbero anche piacerti