Ex Ilva, oggi a Taranto assemblee in fabbrica. Si va verso lo sciopero

  • Postato il 20 novembre 2025
  • Economia
  • Di Agi.it
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Ex Ilva, oggi a Taranto assemblee in fabbrica. Si va verso lo sciopero

AGI - Nelle assemblee indette per oggi alle 7 in fabbrica a Taranto, i sindacati metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm decideranno con i lavoratori quali iniziative intraprendere dopo l'incontro di martedì pomeriggio a Palazzo Chigi e come rispondere all'invito delle segreterie nazionali di partire subito con nuove proposte, visti gli esiti del confronto che le sigle reputano fallimentare. I sindacati avrebbero dovuto tenere le assemblee dopo il vertice dell'11 novembre, ma le hanno sospese alla luce del nuovo incontro, quello tenutosi il 18 novembre.

È possibile che possa scattare già un'azione di sciopero per oggi o per venerdì, anche se la particolarità dell'impianto di Taranto, che è a ciclo continuo, richiede che si predispongano le squadre di comandata per garantire la sicurezza durante l'astensione dal lavoro.

Disaffezione e richieste di tutela

Non è poi da sottovalutare il fatto che a Taranto, che sconta per l'ex Ilva ben 13 anni tra attese e rinvii, nei lavoratori è anche maturata molta disaffezione e quasi rassegnazione. Non a caso una delle maggiori richieste fatte ai sindacati nelle ultime assemblee è quella di chiedere al Governo l'adozione di misure di tutela - incentivi economici all'esodo, abbuoni contributivi ai fini della pensione magari calcolati sull'esposizione all'amianto, prepensionamenti come vennero fatti molti anni fa - affinché il maggior numero possibile di lavoratori, se ne ricorrono le condizioni, possa lasciare il siderurgico e andare in pensione.

Impatto occupazionale e decarbonizzazione

Questo anche perché con i forni elettrici al posto degli altiforni nell'ambito della decarbonizzazione, Taranto sarà il sito ex Ilva che avrà l'impatto occupazionale più alto in termini di perdita di posti di lavoro.

Il clima di sfiducia e i numeri della crisi

E che ci sia un clima di sfiducia lo testimonia anche un altro particolare: il 16 ottobre, allo sciopero di 24 ore per l'ex Ilva con il corteo che a Taranto dalla fabbrica ha raggiunto Palazzo di Città per un incontro con il sindaco Piero Bitetti, hanno partecipato circa 500 persone a fronte di un complesso industriale che oggi ha poco meno di 8mila diretti, di cui circa 3mila in cassa integrazione. A essi si aggiungono altri 4mila circa dell'indotto, anch'esso in sofferenza, e i 1.600 di Ilva in amministrazione straordinaria, mai riassunti, né da ArcelorMittal, né da Acciaierie d'Italia, che sono in cassa ininterrottamente da almeno il 2018.

Urso, "rispettiamo le libertà sindacali"

"Non giudico mai la libertà delle decisioni sindacali che rispetto sempre e comunque, perchè questo ministero, sin dall'inizio della legislatura, si è caratterizzato nel dare il giusto ruolo e nel riconoscerlo a tutti i corpi intermedi e anzitutto alle forze sindacali, come dimostrano le decine di tavoli che ogni giorno si riuniscono al dicastero spero con soluzioni concertate e positive". Lo ha detto il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, a margine di un evento al Mimit, rispondendo a chi gli chiedeva se ci fosse una matrice politica nelle nuove proteste dei sindacati sull'ex Ilva. "Noi abbiamo rivalutato e riaffermato - ha osservato Urso - con determinazione, trasparenza e responsabilità, il ruolo dei corpi intermedi e quindi dei sindacati, e noi rispettiamo sino in fondo qualunque loro decisione".

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Agi.it

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