Ferrari svela il piano strategico e il titolo crolla in Borsa: cosa non è piaciuto agli investitori?
- Postato il 9 ottobre 2025
- Economia
- Di Il Fatto Quotidiano
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Ferrari svela il suo piano strategico che punta a 9 miliardi di ricavi nel 2030, con 4,7 miliardi di investimenti nei cinque anni, e mostra alcuni dettagli della sua prima vettura elettrica, la novità più attesa. I target finanziari indicati al capital Markets Day a Maranello deludono però gli investitori che si aspettavano stime più alte e il titolo crolla in Borsa. Le azioni lasciano sul campo il 15,41% a 354 euro ritornando sui livelli del febbraio del 2024 e segnando il più forte calo dalla quotazione nel gennaio del 2016.
Ferrari prevede quattro nuovi lanci per anno, in media, fra il 2026 e il 2030 e rivede al rialzo i target finanziari 2025, superando gli obiettivi di profittabilità del piano strategico al 2026 con un anno di anticipo. Per i prossimi 5 anni i ricavi dovrebbero avere un tasso di crescita annuale di circa il 5%, trainato principalmente dalle vetture sportive, ma anche dalle attività Racing e Lifestyle. L’ebit raggiungerà almeno 2,75 miliardi nel 2030, con un margine di almeno il 30%, grazie al forte mix prodotto, inclusi i modelli in edizione limitata. Nel 2030 la società si pone l’obiettivo di raggiungere un ebitda di almeno 3,6 miliardi di euro, con un margine ebitda almeno pari al 40%. Questa forte profittabilità si traduce in una significativa generazione di free cash flow industriale pari a circa 8 miliardi nel periodo 2026-2030. Ferrari proporrà un aumento nella remunerazione agli azionisti, con un aumento del dividend pay-out al 40% dell’utile netto rettificato a partire dai risultati dell’esercizio 2025, che conduce a un dividendo cumulato di circa 3,5 miliardi dal 2027 al 2031, e un nuovo programma di riacquisto di azioni proprie per circa 3,5 miliardi.
Numeri che non hanno evidentemente soddisfatto gli investitori, come dimostra il crollo del titolo in Borsa. Come fanno notare alcuni analisti: “Le vendite non sono dovute a un piano 2030 debole, bensì a un piano più realistico che visionario. Dopo anni di crescita sostenuta, Ferrari non cerca più di accelerare. Sceglie di controllare la velocità per non uscire di pista. Da qui al 2030, non sostituisce la qualità alla crescita, ma protegge la qualità sacrificando la velocità”, dice Gabriel Debach, market analyst di eToro. Un’analisi che, di fatto, è condivisa anche dall’amministratore delegato del Cavallino, Benedetto Vigna: “Penso che il mercato si aspettasse ricavi più alti, ma l’importante è che rispettiamo gli obiettivi. Non possiamo vincolarci a target che non siamo in grado di raggiungere. Dobbiamo essere prudenti”.
La protagonista della giornata è la Ferrari elettrica che si vedrà integralmente entro la prima metà del 2026, ma comincia a prendere forma: avrà quattro porte e quattro posti, quattro motori elettrici, una super batteria con un’autonomia dichiarata di oltre 530 chilometri e una velocità massima di 310 chilometri orari. Non si può ancora sentire il rumore che fa, ma ingegneri e tecnici stanno mettendo il massimo impegno su questo aspetto che non è affatto secondario per una supersportiva.
“Questa è una data storica. L’elettrica sarà un’aggiunta all’offerta dei modelli di gamma. Un’opportunità per allargare la nostra base clienti. Nel 2030 l’offerta di prodotti sarà per il 40% con motore tradizionale, 40% ibrida e 20% elettrica”, spiega Vigna che prevede in futuro un secondo modello. “La nuova Ferrari elettrica testimonia ancora una volta la nostra volontà di progredire coniugando rigore tecnologico, creatività del design e maestria artigianale”, sottolinea il presidente John Elkann che conferma “un impegno totale dell’azionista di riferimento verso il gruppo e verso l’Italia”. Una “questione personale”, l’ha definita.
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