Foto, video, appelli ai cittadini, gli Usa si mobilitano per trovare il presunto killer di Kirk. “Chiederemo la pena di morte”

  • Postato il 12 settembre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Quattro nuove foto, un video, appelli alla cittadinanza. Il killer di Charlie Kirk non si trova e l’Fbi deve ricorrere alla collaborazione della cittadinanza. La polizia, dice la Cbs, pensa di aver identificato il giovane sospetto, anche se al momento non c’è un mandato di arresto. C’è la sua faccia, però, che rimbalza negli avvisi delle forze dell’ordine e sui telegiornali: il ragazzo indossa un cappellino con visiera, una maglietta a maniche lunghe con la bandiera americana e l’aquila con le ali aperte. La t-shirt, secondo le prime ricostruzioni, sembra provenire dalla Disabled Veterans National Foundation che l’ha inviata negli ultimi anni ai potenziali sostenitori dell’associazione. Le autorità hanno ricevuto più di 7mila fra indizi e segnalazioni sul killer di Charlie Kirk. Lo ha detto il governatore dello Utah Spencer Cox, sottolineando che l’Fbi ha ricevuto più segnalazioni sui media digitali di quante non ne abbia avute in qualsiasi altro momento dall’attentato alla maratona di Boston, che nel dibattito pubblico americano è spesso punto di riferimento nei casi di terrorismo interno. “Speriamo che video e le foto” aiutino nelle ricerche, ha detto Cox invitando il pubblico a collaborare e a fornire tutte le informazioni a disposizione.

Nel filmato diffuso dalle autorità si vede invece un uomo saltare a terra dal tetto da dove ha aperto il fuoco e allontanarsi: da qui la pista seguita da polizia e Fbi. Si vede poi il sospetto mentre corre sul tetto di un edificio scolastico e si dirige successivamente verso un’area boschiva, dove le autorità hanno poi ritrovato l’arma del delitto. Nel filmato, il sospetto appare prima nell’angolo in alto a sinistra del tetto, quindi si sposta dietro una parte sopraelevata dell’edificio e raggiunge l’angolo opposto, per poi calarsi da alcuni metri sul prato, lasciando impronte di mani, possibili tracce di dna, e di scarpa. Gli investigatori ritengono che indossasse scarpe da ginnastica, ha precisato il commissario del Dps, Beau Mason. Dopo essere sceso, il sospetto attraversa un prato vicino a un parcheggio e si rifugia nella zona boschiva dove è stata rinvenuta l’arma. Ad ogni modo, prima ancora che il fuggitivo sia acciuffato, Cox è sicuro: “Abbiamo intenzione di perseguire la pena di morte“.

Sullo sfondo il dibattito pubblico interno. Ieri la destra è stata pronta ad attaccare il “linguaggio d’odio” della “sinistra”. In giornata ha risposto Alexandria Ocasio-Cortez, deputata democratica di New York che si dice “certamente preoccupata” e annuncia l’annullamento di comizio: “Anche nei mesi scorsi abbiamo tenuto molti eventi all’aperto e c’è sempre stato un ragionamento sulla sicurezza dopo quanto è successo al presidente Trump lo scorso anno”. “Dobbiamo agire insieme, la nostra responsabilità – dice – è di raffreddare l’ambiente, di ridurre il livello di caos che sta mettendo a rischio la tenuta di questo Paese così che prima di tutto e principalmente si possa aumentare la sicurezza delle persone”. Definisce “irresponsabile” l’atteggiamento di Trump che ha accusato la “sinistra radicale” per il clima di odio nel Paese. “Chi ha una storia di violenza non deve avere accesso alle armi e questo non deve essere usato come argomento per dire che si vuole abrogare il diritto delle persone di possedere un pistola“, sottolinea. È una legge varata dal Congresso quella che Ocasio-Cortez torna a chiedere. Una legge che imponga limiti e controlli. “Possiamo girarci intorno, ma non è possibile che in uno Stato qualcuno possa accedere alle armi facilmente, un violento non deve avere armi. La nostra responsabilità è che vi sia una legge valida negli interi Stati Uniti”, spiega. Il monumentale problema delle sparatorie di massa negli Usa è finalmente al centro del discorso. Sono state 306 nel solo 2025. “Gli shooter – sottolinea Ocasio – sono spesso persone prive di emozioni, mentalmente instabili e sotto stress. Servono controlli severi perché molte volte nelle persone la cui salute mentale peggiora aumenta la propensione alla violenza”.

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