Garlasco, svolta nelle indagini. Oggi interrogati in simultanea Andrea Sempio, Alberto Stasi e Marco Poggi

  • Postato il 20 maggio 2025
  • Di Panorama
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Un’operazione coordinata e senza precedenti: oggi, martedì 20 maggio 2025, Andrea Sempio e Alberto Stasi saranno interrogati in Procura a Pavia, mentre Marco Poggi, fratello della vittima, verrà ascoltato dai carabinieri a Venezia. Tutti e tre sono stati convocati alle ore 14, in parallelo, per evitare possibili fughe di notizie e garantire la massima riservatezza in un momento cruciale delle nuove indagini sul delitto di Garlasco.

Andrea Sempio al centro delle indagini

Andrea Sempio, oggi trentasettenne, era già stato coinvolto nelle indagini nel 2016, quando il suo DNA fu trovato sotto le unghie di Chiara Poggi. All’epoca, le accuse furono archiviate, ma nel marzo 2025, la Procura di Pavia ha riaperto il caso, sostenendo che nuovi esami sul DNA rendono il campione perfettamente utilizzabile a fini giuridici. Sempio è ora indagato per omicidio in concorso, e gli inquirenti stanno cercando di chiarire la sua presenza nella villetta di via Pascoli la mattina del 13 agosto 2007.

Durante le recenti perquisizioni nella sua abitazione a Voghera, è stato sequestrato un vecchio elaborato scritto da Sempio su un corso di comunicazione, incentrato proprio sul delitto di Garlasco. Gli investigatori stanno esaminando questo documento per comprendere meglio il suo coinvolgimento e le sue conoscenze sul caso.

Alberto Stasi: il condannato che torna a testimoniare

Alberto Stasi, ex fidanzato di Chiara Poggi, è stato condannato in via definitiva nel 2015 a 16 anni di reclusione per l’omicidio della giovane. Oggi, sarà interrogato come testimone assistito, una figura giuridica che consente di rispondere alle domande con l’assistenza di un avvocato, ma senza essere formalmente indagato. La Procura intende verificare la coerenza delle sue dichiarazioni passate e confrontarle con le nuove evidenze emerse nelle indagini.

Stasi ha sempre sostenuto la sua innocenza, e la sua testimonianza odierna potrebbe fornire ulteriori elementi per chiarire la dinamica dell’omicidio e l’eventuale coinvolgimento di altre persone.

Marco Poggi: il fratello della vittima ascoltato a Venezia

Marco Poggi, fratello di Chiara, sarà ascoltato dai carabinieri a Venezia, dove risiede attualmente. Anche se non è indagato, la sua testimonianza è considerata fondamentale per ricostruire i rapporti tra i protagonisti del caso e per comprendere meglio il contesto in cui è avvenuto l’omicidio. In particolare, gli inquirenti vogliono approfondire la frequentazione tra Marco e Andrea Sempio, amici d’infanzia, e le dinamiche che intercorrevano tra i vari membri del gruppo di amici.

Le nuove piste investigative

Le indagini recenti hanno portato alla luce nuovi elementi che potrebbero cambiare la comprensione del caso. Tra questi, il ritrovamento di un martello nel canale di Tromello, a pochi chilometri da Garlasco, che potrebbe essere l’arma del delitto. Inoltre, sono emerse discrepanze nelle dichiarazioni di Sempio riguardo alle sue telefonate alla casa dei Poggi nei giorni precedenti l’omicidio. Sempio ha sostenuto di aver chiamato per cercare Marco, ma quest’ultimo era in vacanza in Trentino, e non risultano tentativi di contatto sul suo cellulare.

Questi elementi, insieme alle nuove analisi del DNA e alle testimonianze raccolte, stanno spingendo la Procura a riesaminare l’intero caso, con l’obiettivo di fare piena luce su quanto accaduto quel tragico giorno di agosto del 2007.

Le cugine Cappa e le nuove contraddizioni

Le gemelle Stefania e Paola Cappa, cugine di Chiara Poggi, sono tornate al centro dell’attenzione mediatica e investigativa. Sebbene non siano indagate, il loro coinvolgimento nelle indagini è stato riacceso da una serie di messaggi vocali e scritti inviati a Francesco Chiesa Soprani, manager dello spettacolo e amico di Fabrizio Corona. In questi messaggi, Paola Cappa avrebbe espresso opinioni e ricordi che contraddicono le dichiarazioni precedenti della sorella Stefania. In particolare, un messaggio vocale di Paola sembrerebbe smentire il racconto fornito da Stefania riguardo a un episodio chiave legato all’omicidio. Queste discrepanze hanno attirato l’attenzione degli inquirenti, che stanno valutando la possibilità di acquisire formalmente questi messaggi come parte delle nuove indagini.

Il ruolo dei media

Il caso Garlasco ha conosciuto una rinnovata attenzione mediatica grazie a diverse iniziative giornalistiche che hanno portato alla luce nuovi elementi e testimonianze. Fabrizio Corona, attraverso una puntata del suo show online “Falsissimo”, ha presentato una sua ricostruzione del delitto, basata su interpretazioni personali e materiale inedito. In particolare, ha mostrato immagini girate a Garlasco e ha rivelato l’esistenza di messaggi vocali e scritti inviati da Paola Cappa a Francesco Chiesa Soprani, ex manager dello spettacolo. In questi messaggi, Paola avrebbe espresso il desiderio di diventare famosa, mentre Chiesa Soprani avrebbe tentato di vendere tali contenuti, sollevando interrogativi sull’autenticità e le motivazioni dietro queste comunicazioni .

Parallelamente, la trasmissione “Le Iene” ha annunciato una puntata speciale dedicata al caso Garlasco, in onda questa sera, che includerà l’intervista a un super testimone. Questo individuo, rimasto in silenzio per 18 anni, ha deciso di condividere la sua versione dei fatti riguardanti il giorno dell’omicidio di Chiara Poggi. La sua testimonianza potrebbe offrire nuovi spunti alle indagini in corso .

Anche il settimanale “Giallo”, diretto da Albina Perri, ha contribuito al dibattito pubblico pubblicando articoli e approfondimenti sul caso. In particolare, ha riportato l’esistenza di un messaggio attribuito a Paola Cappa, in cui si affermerebbe: “Mi sa che abbiamo incastrato Stasi”. Tuttavia, Francesco Chiesa Soprani ha successivamente chiarito che tale frase era un titolo indicativo assegnato a un vocale, e non una citazione testuale del messaggio . 

Una ferita ancora aperta

A diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi, la sua famiglia continua a vivere nel dolore e nell’incertezza. I genitori hanno recentemente espresso la loro frustrazione per la riapertura delle indagini e per le nuove ipotesi che mettono in discussione la colpevolezza di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione e attualmente in regime di semilibertà. Per loro, ogni nuova teoria rappresenta un ulteriore colpo alla memoria della figlia e alla loro ricerca di giustizia. La stanza di Chiara è rimasta intatta, come un santuario del tempo sospeso, simbolo di una pace che, dopo quasi due decenni, sembra ancora lontana. 

Autore
Panorama

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