Gaza verso l’offensiva finale, Netanyahu spinge per l’occupazione totale della Striscia
- Postato il 6 agosto 2025
- Di Panorama
- 3 Visualizzazioni


Una riunione di sicurezza durata oltre tre ore ha visto ieri il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu confrontarsi con i vertici militari per definire le prossime mosse nella guerra a Gaza. Al centro del dibattito, le opzioni operative presentate dal capo di stato maggiore Eyal Zamir e l’ipotesi di una completa occupazione della Striscia. Alla riunione erano presenti il ministro della Difesa Israel Katz, il capo di stato maggiore Eyal Zamir, e il ministro degli Affari strategici e principale consigliere del premier Ron Dermer. L’incontro è avvenuto dopo la riunione di lunedi del governo, durante la quale Netanyahu ha detto ai ministri che intende chiedere l’approvazione dell’esecutivo per una completa rioccupazione della Striscia di Gaza, nonostante l’opposizione di alcuni militari. L’ufficio del Primo Ministro ha dichiarato: «Le IDF sono pronte ad attuare qualsiasi decisione presa dal Consiglio di sicurezza», lasciando intendere che l’opzione militare resta al centro della strategia del governo.
Durante l’incontro, Netanyahu ha sottolineato la necessità di modificare l’attuale approccio operativo, ritenuto insufficiente per creare le condizioni favorevoli al rilascio degli ostaggi israeliani ancora detenuti da Hamas. Tuttavia, il capo di stato maggiore Zamir ha espresso riserve sulla proposta, avvertendo che un’escalation rischia di mettere in pericolo la vita degli ostaggi, pur assicurando che l’esercito seguirà ogni decisione politica. Non sono mancati momenti di tensione. Tra Netanyahu e Zamir si è consumato uno scontro personale, culminato con le parole del capo militare: «Perché mi state dando informazioni? Perché vostro figlio scrive contro di me?». La replica di Netanyahu è stata secca: «Non potete minacciare di dimettervi ogni volta. Mio figlio ha trentatré anni». La proposta di occupare Gaza sarà sottoposta giovedì all’approvazione del gabinetto politico-militare. In quella sede dovrebbe partecipare anche il Procuratore Generale Gali Baharav-Meyara, nonostante la decisione del governo di rimuoverla dal suo incarico. La riunione segue indiscrezioni secondo cui Netanyahu intenderebbe proporre un’operazione militare su vasta scala con tre obiettivi: la conquista della Striscia di Gaza, lo smantellamento di Hamas e il ritorno degli ostaggi israeliani.
Fonti governative sostengono che, alla luce dell’attuale impasse diplomatica, il rilascio degli ostaggi non sia più possibile tramite accordi negoziali. Hamas continua a chiedere la liberazione di centinaia di detenuti – tra cui membri della brigata d’élite Nukhba – e il pieno ritiro israeliano da Gaza. Condizioni giudicate inaccettabili da Gerusalemme.Secondo quanto riferito, il presidente statunitense Donald Trump avrebbe dato il suo assenso all’operazione, mentre Netanyahu resta impegnato in colloqui ad alto livello per definire i contorni dell’intervento.
Intanto, un’inchiesta del quotidiano tedesco Bild ha sollevato dubbi sull’operato del fotografo Anas Zayed Patia, noto per i suoi scatti dalla Striscia di Gaza. Secondo il quotidiano, Patia avrebbe manipolato visivamente alcune scene per rafforzare la narrativa pro-Hamas, mettendo in discussione l’obiettività delle sue immagini. Tra le foto incriminate, una che mostra civili apparentemente in attesa disperata di aiuti alimentari. Tuttavia, Bild rivela che gli aiuti sarebbero stati distribuiti poco dopo, sollevando interrogativi sull’intento comunicativo e sulla trasparenza della documentazione. Patia, legato all’agenzia di stampa turca Anadolu – nota per le sue posizioni filo-palestinesi – è accusato di contribuire a una propaganda visiva funzionale alla causa di Hamas. La sua presenza attiva sui social, dove ha diffuso contenuti con slogan come «Liberate la Palestina», ha spinto diverse agenzie internazionali a interrompere la collaborazione, invocando dubbi sull’autenticità delle sue fotografie. Intanto l’ex ministro israeliano Yoaz Hendel ha lanciato un duro attacco via social contro il Qatar, sollecitando Israele ad abbandonare ogni atteggiamento conciliatorio verso l’Emirato del Golfo, che a suo dire offre protezione ai vertici di Hamas, e a intraprendere una linea d’azione più decisa e diretta. «È arrivato il momento di smettere di considerare il Qatar un rifugio sicuro», ha scritto Hendel in un post su X. «I leader di Hamas all’estero devono essere eliminati».Tenente colonnello della riserva ed ex comandante di battaglione, Hendel ha ribadito che lo Stato ebraico deve imporre un prezzo concreto al Qatar, ricorrendo sia a strumenti dichiarati sia a operazioni riservate. «Devono percepire la pressione», ha affermato, accusando l’Emirato di ostacolare le scelte dell’esecutivo israeliano.Nel suo intervento, Hendel ha definito il Qatar un «Paese ostile» e lo ha indicato come corresponsabile del massacro compiuto da Hamas il 7 ottobre. Ha inoltre accusato Doha di diffondere «propaganda velenosa» contro Israele e ha respinto ogni narrazione che tenti di presentare il ruolo del Qatar nel conflitto come ambiguo o complesso. Negli ultimi mesi, Hendel ha anche criticato aspramente l’ex premier Naftali Bennett per aver proposto la fine dell’offensiva su Gaza tramite la creazione di una zona cuscinetto, in linea con le condizioni previste da un possibile accordo. Secondo Hendel, si tratterebbe di un «grave errore strategico».